Lineker, un calcio al razzismo di stato inglese

redazione Diogene*

Fine settimana senza interviste ai calciatori della Premier League britannica. Uno sciopero senza precedenti che ha lasciato tifosi e telespettatori senza il consueto e atteso appuntamento con le interviste del dopo partita nella massima serie di calcio. Uno sciopero in piena regola, benedetto dal sindacato calciatori e favorito dalle Federazione che organizza il torneo. Una ribellione forte, unitaria e inedita, per un mondo dove quasi sempre i soldi mettono a tacere tutto e i giocatori finiscono sulle pagine extra sportive dei quotidiani per i loro amori e sregolatezze alcoliche piuttosto che per delle prese di posizione politica.

Il protagonista è l’ex calciatore Gary Lineker, calciatore icona del football britannico, oggi presentatore di “Match of the Day”, il programma più seguito del weekend del calcio inglese. La Bbc, per cui conduceva il programma, lo ha sospeso a causa di un tweet dell’ex atleta contro l’ennesima stretta anti migranti del governo del multi milionario e figlio di migranti Rishi Sunak. Il premier, in violazione delle normative internazionali ed europee aveva annunciato di voler impedire anche soltanto di presentare la domanda d’asilo chi fosse sbarcato sull’isola. Pende ancora nei tribunali inglesi il precedente provvedimento del governo Johnson che imbarca d’ufficio su un aereo con destinazione Ruanda gli immigrati irregolari. Deportazione, è il termine tecnico.

Lineker aveva paragonato su Twitter, quindi esprimendo una posizione personale che non coinvolgeva la rete per cui lavorava, le parole della ministra degli Interni Suella Braverman contro gli sbarchi dei migranti sulle cose inglesi “al linguaggio della Germania nazista”. La Bbc lo ha cacciato sostenendo che Lineker aveva violato le norme interne sull’imparzialità politica. In realtà la testa del presentatore è stata chiesta dal governo, che sta mettendo sempre più le mani sul controllo della televisione di stato, anche se questa televisione si chiama Bbc e fino a poco tempo fa aveva la fama di essere una delle reti più imparziali e rigorose del mondo.

La reazione del mondo del calcio è stata inaspettata. “Match of the day”, il programma più visto da milioni di tifosi, è andato in onda senza le interviste a calciatori e allenatori del fine partita, per la prima volta in assoluto. Assenti anche presentatore e commentatori. Boicottaggio totale. E figuraccia di proporzioni epiche per la Bbc, visto che il mondo del calcio mobilita talmente milioni di persone, e quindi votanti, che adesso in discussione è finito proprio il tentativo del governo di destra di Sunak di condizionare l’informazione.

Certo, per noi italiani c’è poco da gioire, al contrario per la mancanza i dignità mostrata invece dagli organi ufficiali del mondo calcistico. Domenica 5 marzo i giocatori dell’Atlethic Brighela, provincia di Bergamo, si si sono schierati a centrocampo con l’arbitro e gli avversari padroni di casa, il River Negrone, esponendo uno striscione su cui era scritto “Cimitero Mediterraneo, basta morti in mare”, in solidarietà con i migranti affogati a cento metri dalla costa calabrese. Il giudice sportivo oltre a una multa da 550 euro ha squalificato il capitano e i dirigenti della squadra , rei di aver esposto ugualmente lo striscione nonostante l’arbitro avesse detto no, pur senza impedire fisicamente la cosa, anzi partecipando poi alla foto dietro lo striscione.

Modi diversi d’intendere la libertà di opinione e la coscienza del mondo sportivo verso le tragedie sociali. Per domenica scorsa, il 12 marzo, il Coni aveva invitato le società sportive a rispettare un minuto di silenzio prima delle gare. Si è scoperto poi che sarebbe stato letto un testo preparato direttamente dal governo Meloni, che per alcuni porta con le sue leggi la responsabilità per i mancati soccorsi ai migrati. Il Coni si è prestato così a fare da cassa da risonanza al governo, salvo poi rimangiarsi l’indicazione di leggere quel testo dopo la sollevazione del mondo della politica.

*diogeneonline.info 

Gary Lineker

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