L’Italia si mangia il suolo

articoli di Paolo Pileri (ripreso da altreconomia.it) e del Gruppo d’intervento Giuridico (GrIG)

 

(© Abhishek Pawar – Unsplash)

Finalmente a livello europeo qualcosa a favor di suolo è stato fatto – Paolo Pileri

La aspettavamo ma fino a quando non l’abbiamo vista, nero su bianco, non ci potevamo credere. E invece è accaduto. Il 23 ottobre il Parlamento europeo ha adottato la Direttiva per il monitoraggio dei suoli. Finalmente qualcosa a favor di suolo è stato fatto. Da quando sarà pubblicata gli Stati membri avranno tre anni per recepirla nei propri ordinamenti giuridici. Non ci aspettiamo che il Governo Meloni sarà il primo della classe e temo che prenderà tempo così che chi vuole mettere le mani sul suolo possa farlo ancora senza essere disturbato, ma -obtorto collo- dovrà prima o poi recepirla e il suolo incasserà una vittoria. Nel mentre faremo pressione.

Perché la Direttiva sul monitoraggio è così importante? Intanto ricordiamo che il 60%-70% dei suoli europei sono malati. Ma il guaio è che il loro stato di salute è solo presunto perché fino ad oggi nessuna analisi preventiva e capillare sui suoli era obbligatoria. Con la Direttiva bisognerà mettere in campo una fitta campionatura che ci restituirà un reale stato di salute biochimico e fisico dei suoli consentendo di predisporre le misure di ripristino necessarie e, si spera, avviando lo spegnimento di quelle politiche e quelle pratiche dannose.

Il buon funzionamento della Direttiva potrebbe aiutare anche l’interruzione del consumo di suolo che in Italia continua a correre (proprio il 24 ottobre a Roma l’Ispra ha presentato il rapporto sul consumo di suolo e riduzione delle funzioni ecosistemiche e i numeri sono gravissimi). A livello europeo si è stimato che il degrado dei suoli riduce le funzioni ecosistemiche degli stessi producendo un danno che, se monetizzato, va da un minimo di 40 a un massimo di 70 miliardi di euro all’anno. Non so se mi spiego: è una enormità! Sono debiti che stiamo mettendo sulle spalle dei giovani.

E non si tratta solo di impermeabilizzazione (ovvero di consumo di suolo), ma di una lunga lista di aggressioni al suolo: erosione, perdita di sostanza organica con conseguente riemissione di CO2 in atmosfera, contaminazioni come quelle da metalli pesanti, eccesso di sostanze azotate con conseguente emissioni di terribili gas climalteranti (N2O), crisi di azoto e fosforo nei suoli, compattazione, salinizzazione.

Ce n’è per tutti i gusti. Sono numerosissime le minacce ai suoli e grazie a questa Direttiva si dovranno modificare alcune pessime abitudini in campo agricolo e pure urbanistico. Molte professionalità saranno coinvolte. Ci sarà più spazio per i giovani e quanti avranno un profilo curriculare in materie ambientali. Bisognerà inventarsi nuove mitigazioni ambientali che fino ad oggi non potevano essere messe a punto in mancanza, appunto, di una capillare campagna di conoscenza della salute dei suoli. Salute dei suoli significa, ovviamente, contenere alcuni dei fattori di crisi del clima e, per conseguenza, ridurre anche gli stadi di crisi per l’agricoltura.

Quindi gli agricoltori non scendano in piazza inutilmente. La Direttiva sul monitoraggio li aiuterà a non patire. Non diano retta a chi cercherà di convincerli del contrario. Peraltro, a loro non viene richiesto alcun sacrificio, sebbene sappiamo bene che le loro pratiche industriali sono veleno per i suoli e, onestamente, sarebbe ora che cambiassero da soli modo di fare agricoltura. Comunque saranno gli Stati a provvedere con misure e finanziamenti pubblici per accompagnarli in un nuovo sistema agricolo. Vietato quindi lamentarsi. Idem per urbanisti e politici. Il modo di pensare e fare la città non può permettersi più alcuna impermeabilizzazione ma, come diciamo da tempo, deve addirittura depavimentare ovvero ridare spazio alla natura, spazio che le è stato tolto per decenni e decenni. Anche le alluvioni e le siccità, eventi che ancora erroneamente chiamiamo estremi, sono parzialmente il frutto della crisi ecologica dei suoli e del fatto che non solo non sono più in grado di svolgere le proprie funzioni ecosistemiche ma addirittura finiscono per acutizzare la crisi climatica.

Quindi la loro cura è urgente e indispensabile e produrrà benefici a vari livelli e vari settori sociali. La crisi climatica non la si combatte a colpi di tecnologia solamente, come ci fanno credere quelli che vendono tecnologia, anche perché spesso l’innovazione tecnologica si occupa più dei sintomi che della rimozione delle cause. La Direttiva sul monitoraggio dei suoli ha invece l’ambizione di far fare un enorme balzo in avanti alla conoscenza dei suoli e della loro salute per far fare un altrettanto enorme salto in avanti alla rimozione delle cause che incidono sulla crisi ecologica generale.

Ci tocca ora solo iniziare a fare pressione sui governi regionali e nazionale affinché recepiscano al più presto la Direttiva europea. Le opposizioni non se ne stiano con le mani in mano, per favore. Ma diano voce a questa Direttiva sulla salute del suolo.

da qui

 

Italia, come si mangia bulimicamente il suolo – Gruppo d’intervento Giuridico (GrIG)

L’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale (I.S.P.R.A.) ha presentato il Rapporto Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici del 2025 evidenziando una situazione ambientale in continuo peggioramento.

Dal 2006 al 2024 nel 98% (7.739 su 7.896) dei comuni italiani si è registrato un aumento del suolo consumato. Gli incrementi sono stati di almeno 5 ettari in 4.259 comuni (il 54%) e superiori a 10 ettari in quasi due quinti dei casi (2.970 comuni). Nell’ultimo anno, in circa due terzi dei comuni sono state rilevate nuove superfici artificiali, in poco meno del 20% la crescita è stata di almeno un ettaro, mentre gli incrementi più consistenti, oltre i 5 ettari, hanno interessato quasi il 5% dei comuni. I valori più alti di nuovo consumo di suolo interessano i comuni di Tarquinia (in provincia di Viterbo, con più di 150 ettari), Uta (nella città metropolitana di Cagliari, 148 ettari) e Montalto di Castro (sempre in provincia di Viterbo, 140 ettari). Se si esclude il contributo dei nuovi impianti fotovoltaici a terra, in netta crescita nel 2024 con più di 1.700 ettari rilevati, i comuni con la maggiore crescita annuale di aree artificiali sono Ravenna (84 ettari), Venezia (62 ettari), Sassari (60 ettari) e Roma (57 ettari, che comunque rallenta rispetto ai 71 ettari di consumo di suolo registrati nel 2023)”.

Nei territori comunali di Tarquinia (più di 150 ettari), Uta (148 ettari) e Montalto di Castro (140 ettari), dove s’è registrato il maggiore consumo del suolo in Italia, il fenomeno è stato determinato dalla  proliferazione di impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili (eolico, solare).

E la colpa è nostra.

Non del destino cinico e baro o degli alieni.

Lo vogliamo capire una buona volta e vogliamo porre rimedio?

Gruppo d’intervento Giuridico (GrIG)

 

dal sito web istituzionale dell’I.S.P.R.A., 24 ottobre 2025

Presentazione Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” – Edizione 2025.

Il 2024 anno record e i frammenti dovranno essere ripristinati.

Il territorio italiano cambia ancora: nel 2024 sono stati coperti da nuove superfici artificiali quasi 84 chilometri quadrati, con un incremento del 16% rispetto all’anno precedente. Con oltre 78 km2 di consumo di suolo netto si tratta del valore più alto dell’ultimo decennio. A fronte di poco più di 5 km² restituiti alla natura, il quadro resta sbilanciato: ogni ora si perde una porzione di suolo pari a circa 10mila metri quadrati, come se dal mosaico del territorio venisse staccato un tassello dopo l’altro.

Sono i dati del Rapporto SNPA Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici, che fotografa con precisione l’evoluzione di un fenomeno capace di incidere sulla qualità della vita, sull’ambiente e sugli ecosistemi. Il documento non si limita a registrare le criticità: emergono anche esperienze di rigenerazione e rinaturalizzazione che mostrano come invertire la rotta sia possibile.

Ad accompagnare il Rapporto c’è, come ogni anno, l’EcoAtlante di ISPRA: mappe interattive e scaricabili che consentono di osservare le trasformazioni del territorio e personalizzare le informazioni in base alle esigenze.

Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2025

Sintesi

Schede regionali

Dati principali a livello regionale, provinciale e comunale

Dati e gli indicatori nazionali sul consumo di suolo

Comunicato stampa

Infografiche

Video Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2025

Video L’Italia perde terreno

Presentazione Il consumo di suolo in Italia. I dati del Rapporto SNPA 2025

Le foto della seconda edizione del concorso fotografico

Programma

Video del convegno

Galleria fotografica

 

da qui

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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