Marcianise: ancora 3 morti e lacrime da coccodrillo
di Vito Totire (*)
MARCIANISE: una Repubblica fondata non sul lavoro ma sulle stragi sul lavoro !
Ennesimo lutto nazionale per una strage di operai e soliti commenti ipocriti del “giorno dopo”. Tre morti a Marcianise (Caserta) per la manutenzione su un silos utilizzato nella lavorazione di olii minerali esausti. Il nome della azienda Ecopartenope non è stato di buon auspicio ma ormai il greenwashing è di moda e definirsi «eco» fa parte della propaganda.
Come è noto a tutti le manutenzioni sono una fase estremamente delicata in ogni ciclo produttivo, che merita particolari precauzioni; le cronache peraltro informano che quell’impianto di Marcianise (o parte di esso) era stato chiuso per «miasmi» e per ragioni di sicurezza. Al solito rituale di frasi fatte e condoglianze (sincere o ipocrite che siano) si associa la riproposizione delle solite proposte e promesse: aumentare la vigilanza, istituire una procura nazionale per la prevenzione degli omicidi sul lavoro, ecc.
Per quanto ci riguarda come RETE NAZIONALE LAVORO SICURO siamo stati chiari fin dal giorno della fondazione, il 26 maggio 2022.
• Certamente occorre aumentare e affinare la vigilanza potenziando anche le sinergie tra organi ispettivi ; rafforzarla tanto più quanto i lavoratori , come nella fase attuale, risultino particolarmente vulnerabili
• D’accordo anche con la proposta , ormai di vecchissima data ma rimasta sempre nel cassetto, di istituire una procura nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro : tuttavia non si deve trattare di un organismo elefantiaco centralizzato ma di una struttura diffusamente capillarizzata nel territorio nazionale e gestita da magistrati “formati” in materia di prevenzione e di malattie professionali per superare le attuali situazioni di incompetenza in materia
• Fatte queste premesse tuttavia l’elemento centrale rimane però quello che abbiamo spiegato a Modena :
NON RIUSCIREMO MAI A PRATICARE LA VERA PREVENZIONE FINO A QUANDO I LAVORATORI SARANNO “VIGILATI PASSIVI” DA PARTE DI ENTI peraltro spesso INEFFICACI E INTEMPESTIVI.
IL PROBLEMA PRINCIPALE E’ RIEQUILIBRARE I RAPPORTI DI POTERE NEI LUOGHI DI LAVORO E SUPERARE LE CONDIZIONI di RICATTO PER CHI LAVORA, a volte in condizioni semischiavistiche: anche e soprattutto per tipologie contrattuali precarie e per la caduta delle garanzie di sicurezza lungo la catena mortifera dei subappalti
LA STRADA MAESTRA E’ A NOSTRO AVVISO LA COSTITUZIONE CAPILLARE – IN TUTTI I LUOGHI DI LAVORO E IN TUTTO IL TERRITORIO – DI ASSEMBLEE OPERAIE DI GRUPPO OMOGENEO.
QUESTE ASSEMBLEE DEVONO ESSERE NELLE CONDIZIONI DI FARE SEMPRE, ASSIEME AI TECNICI DI LORO FIDUCIA, UNA VALUTAZIONE CRITICA DEL DVR (DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO) FATTA DAL PADRONE PER INDIVIDUARE E ATTUARE LE NECESSARIE BONIFICHE E AZIONI DI MIGLIORAMENTO.
INFATTI TUTTE LE VOLTE CHE I LAVORATORI HANNO DELEGATO AI PADRONI E AI TECNICI DI SUA FIDUCIA LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO, QUESTO è STATO FORIERO DI LUTTI E DI STRAGI.
QUESTA E’ L’UNICA STRADA POSSIBILE PER EVITARE NUOVE STRAGI E NUOVI LUTTI.
CHE NESSUNO FACCIA FINTA DI NON CAPIRE: TUTTE LE STRAGI VERIFICATESI IN ITALIA NEGLI ULTIMI DECENNI COMUNQUE NON SI SAREBBERO POTUTE EVITARE (ANCHE SE PRECEDUTE DA ASSEMBLEE DI GRUPPO OPERAIO OMOGENEO CON LA PARTECIPAZIONE DEI SERVIZI DI VIGILANZA) PERCHE’ I RISCHI INDIVIDUATI SAREBBERO STATI “BONIFICATI” SULLA CARTA GRAZIE A DISPOSIZIONI E PRESCRIZIONI.
La nostra proposta non allarmi Confindustria e governi filopadronali , non stiamo proponendo i Soviet ma semplicemente una prassi storica del movimento operaio che nei “momenti migliori” è stata accolta anche in ambito istituzionale (legge 33/1979 della Regione Emilia-Romagna).
Chi ha redatto il DVR della ECOPARTENOPE ? Come hanno partecipato i lavoratori ad elaborare la mappa dei rischi? Che informazioni hanno ricevuto in questo clima nazionale in cui il DVR viene correntemente gestito come fosse un segreto di Stato?
IL DVR AZIENDALE DEVE ESSERE PUBBLICO NEL SENSO DI ESSERE NOTIFICATO A TUTTI I LAVORATORI ESPOSTI A RISCHIO.
Le stragi continuano senza sosta ma ci sono persino due aggravanti.
La prima: non esistono veri risarcimenti per la riduzione della speranza di salute e di vita ma, negato il diritto alla prevenzione, si arriva persino a negare il diritto ai risarcimenti (che attualmente sono inadeguati e persino offensivi).
La seconda: ai “morti che fanno notizia” purtroppo si associano migliaia di morti disconosciute in quanto ad eziologia professionale; uno studio pubblicato il 28 aprile 2025 da un centro di ricerca dei sindacati europei evidenza che nella UE (indagine allargata alla Gran Bretagna) in un anno si verificano 10.000 morti come conseguenza di condizioni di lavoro costrittive e neo-schiavistiche (circa 6.000 per accidenti cardiovascolari e 4.000 per suicidi). Anche su questo il ceto politico istituzionale, con qualche eccezione, tace. Anzi l’Inail fa ostruzionismo, tace e acconsente l’Inps. Continua dunque il geniale sistema di sfruttamento capitalistico : profitti privati e oneri pubblici. Un sistema che è sotto gli occhi di tutti e sta portando, anche attraverso le guerre, allo sfacelo del pianeta terra.
(*) Vito Totire è portavoce della «Rete nazionale lavoro sicuro».