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La Bottega del Barbieri

Mediterranea, la via di terra

A sostegno di Mediterranea Saving Humans. Stasera a Cagliari, domani a Bologna, a Torino (26 ottobre) e Venezia (il 27) poi a Genova, Palermo, Roma, Napoli, Milano.

Siamo artisti, scrittori e cittadini a sostegno di Mediterranea Saving Humans, la rete civica che sulla via delle migrazioni di mare sta garantendo la presenza di una nave di monitoraggio e soccorso, la Mare Jonio. La nave è finanziata attraverso il nostro crowdfunding, a cui chiunque può contribuire.

Perché lo facciamo?
Perché non è normale essere costretti a scappare dalle proprie case, dai propri Paesi.
Non è normale mettere a rischio la propria vita e quella dei propri cari nel tentativo di vivere l’unica possibilità di mantenersi in vita e avere ancora una prospettiva di futuro.
Ma ancora meno normale è che un paese come il nostro, che ha vissuto una migrazione massiccia e disperata nel corso delle diverse epoche storiche, non sia capace di accogliere e cogliere quella ricchezza che è sempre venuta dai popoli in movimento e dalle culture che portavano con sé.
Così abbiamo comperato una nave e l’abbiamo messa in mare.
Sembrava impossibile, ma abbiamo usato la forza dei deboli che quando si mettono assieme spostano le montagne, perché non potevamo fare diversamente. Le statistiche ci dicono che in media otto persone al giorno muoiono nel tentativo di attraversare il Mar Mediterraneo e arrivare sulle nostre coste. Morti che vengono “festeggiati” dalla retorica che ci sta governando come otto problemi in meno nel nostro Paese. Per noi sono otto sofferenze in più al giorno di cui dobbiamo farci carico.
Bisogna decidere: o si sta con chi festeggia quelle morti oppure si sta con chi compera una nave e solca quei mari a portare soccorso. Ancora una volta bisogna parteggiare, ancora una volta ci è chiesto di essere partigiani e partigiane.

Video della conferenza stampa su https://mediterranearescue.org/news/mediterranea-la-via-di-terra/

LE RAGIONI DELLA “VIA DI TERRA”

Abbiamo atteso a lungo che la politica europea si facesse carico dell’atto umanitario ineludibile di salvare le vite che si mettono per mare, a rischio di enormi pericoli, per cercare scampo da guerre, povertà e carestia. Le scelte europee sembrano però andare in altra direzione: si alzano muri, si chiudono porti, si erigono chilometri di filo spinato a protezione di una fittizia sicurezza economica e nel frattempo negli ultimi nove mesi sono morte più di 1700 persone tra uomini, donne e bambini. Noi non possiamo più stare a guardare. Un gruppo di realtà molto diverse – associazioni, singoli cittadini e cittadine, attivisti, politici a titolo proprio che hanno dato in garanzia i propri beni personali – hanno compiuto la scelta di acquistare una nave, la Mare Jonio, che oggi solca il tratto di mediterraneo tra la Libia, Malta e Italia. Sembra una follia, ma la vera follia è voltare le spalle alla perdita di vite umane che ogni notte contribuiscono a rendere il mediterraneo un cimitero di senza nome. Per questa ragione abbiamo deciso di sostenere con i corpi, con i volti e con le nostre risorse la via di mare di Mediterranea, affiancandoci la nostra via di terra. In 9 città italiane – e speriamo che altre si aggiungano presto – dal 24 al 30 ottobre più di cento artisti e artiste, scrittori e scrittrici, intellettuali e persone a vario titolo con una visibilità da offrire, saliranno su altrettanti palcoscenici per leggere o dare musica a una pagina di letteratura, a una riflessione personale o a una testimonianza sui temi dell’accoglienza, del viaggio e della solidarietà. Lo facciamo per raccogliere fondi per la nave, ma soprattutto per mostrare che c’è un paese diverso, che si riconosce nel modello di accoglienza di Riace, che sogna un’Europa aperta e non impaurita, capace di condividere le ricchezze che ha e riconoscere quelle che arrivano. Non lo facciamo per salvarli, ma per salvarci, perché insieme a loro ogni notte sta affogando anche la nostra coscienza e la nostra possibilità di essere più forti delle nostre paure.

Le date e i luoghi della via di terra

  • 24 ottobre, ore 21, Cagliari
    Teatro vetreria di Pirri 
  • 25 ottobre, ore 21, Bologna
    Teatro Arena del Sole
  • 26 ottobre, ore 19, Torino
    Spazio Binaria
  • 27 ottobre, ore 18:30, Venezia
    Libreria Marco Polo
  • 28 ottobre, ore 21, Genova
    Teatro Modena
  • 28 ottobre, ore 11, Palermo
    Teatro Politeama
  • 29 ottobre, ore 21, Roma
    Teatro Quarticciolo
  • 30 ottobre, ore 18:30, Napoli
    Libreria Vita Nova
  • 30 ottobre, ore 18:30, Milano
    Frigoriferi Milanesi

I sostenitori e le sostenitrici della “via di terra”

Sostengono la via di terra cittadini e cittadine di ogni estrazione sociale, professionale e geografica. Accanto a loro anche gli autori e le autrici Evelina Santangelo, Caterina Bonvicini, Rossella Milone, Valeria Parrella, Chiara Valerio, Teresa Ciabatti, Michela Murgia, Alessandra Sarchi, Helena Janeczek, Viola Ardone, Elena Stancanelli, Gaia Rayneri, Paola Caridi, Silvia Avallone, Benedetta Tobagi, Daria Bignardi, Simona Vinci, Ginevra Lamberti, Vanna Vinci, Giusi Marchetta, Stefania Bertola, Grazia Verasani, Ernesto Franco, Iosonouncane, Marcello Fois, Carlo Lucarelli, Sandro Veronesi, Nicolò Ammaniti, Tiziano Scarpa, Giacomo Papi, Otto Gabos, Hamid Ziarati, Guido Catalano, Gherardo Colombo,Giorgio Fontana, Marco Missiroli, Alessandro Perissinotto, Sio, Gabriele Di Fronzo, Leonardo Caffo, Andrea Canobbio, Maurizio De Giovanni, Giuseppe Genna, Wu Ming, Marco Damilano, Pierfranco Brandimarte, Fabio Geda, Lercio.it, Sandro Piazzese, Marco Peano, Maurizio Braucci, Raffaele Riba, Gianfranco Bettin e altri. Gli attori e attrici, nonché le registe e i registi Veronica Cruciani, Silvio Soldini, Paolo Virzì, Vincenzo Perrotta, Daniele Vicari, Ascanio Celestini, Valeria Golino, Lino Guanciale, Eva Robbins, Alessandro Bergonzoni, Giacomo Casti, Lia Careddu, Massimiliano Virgilio, Gabriele Muccino, Giancarlo Biffi, Costanza Quadriglio, Isabella Ragonese, Emma Dante, Roberto Alajmo, Beppe Rosso, Daniele Gaglianone, Giampiero Solari, Marco Ponti, Riccardo Lombardo, Marco Gobetti, Marina Massironi, Lella Costa, Federica Fracassi e altri.
Insieme a molti altri e altre (artisti e artiste della fotografia, imprenditori e imprenditrici, musiciste e musicisti, giornaliste e giornalisti) queste persone leggeranno o eseguiranno performance di finanziamento per la nave Mare Jonio lungo la via di terra. Le musiche che accompagneranno il reading sono state donate da Giovanni Guidi e Paolo Fresu.
Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Un commento

  • domenico stimolo

    Perquisizioni a tappeto a carico di Mediterranea Saving Humans: la solidarieta non è reato!

    Perquisizioni a tappeto a carico di Mediterranea Saving Humans
    01.03.2021 – Mediterranea Saving Humans
    ( COMUNICATO STAMPA)

    La nave Mare Ionio (Foto di Mediterranea Saving Humans – https://mediterranearescue.org/)
    Questa mattina all’alba è scattata una vasta operazione di polizia contro Mediterranea Saving Humans. La Procura della Repubblica di Ragusa ha coordinato perquisizioni effettuate da decine e decine di agenti in tutta Italia, in abitazioni, sedi sociali, e sulla nave Mare Jonio. Le accuse sono pesanti, ma in realtà puntano a colpire la pratica del soccorso civile in mare che Mediterranea promuove dal 2018, attraverso la sua compagnia armatoriale, Idra social shipping, che fornisce all’associazione la nave di ricerca e soccorso e cura la gestione degli equipaggi.
    Il Procuratore di Ragusa, ha più volte esternato pubblicamente la sua crociata contro le Ong arrivando a sostenere che “bisogna che non passi l’idea che sottrarre i migranti dalle mani dei libici possa essere una cosa consentita”. Quello di oggi è un vero e proprio “teorema giudiziario”, in cui si ipotizza che le attività di soccorso e salvataggio siano preordinate allo scopo di lucro. La “macchinazione” ipotizzata è talmente surreale da rendere evidente quale sia il primo e vero obiettivo di questa operazione: creare quella “macchina del fango” che tante volte abbiamo visto in azione nel nostro paese, dal caso di Mimmo Lucano alle inchieste di questi giorni contro chi pratica la solidarietà ai migranti che attraversano la rotta balcanica, e sparare ad alzo zero contro chi come noi non si rassegna al fatto che da inizio gennaio ad oggi siano già centinaia le donne, uomini e bambini lasciati morire nel Mediterraneo, e si contino già a migliaia i catturati in mare e deportati nei campi di concentramento libici, finanziati con i soldi dell’Unione Europea e dell’Italia. Le perquisizioni cercano “prove” perché in realtà l’accusa, nonostante migliaia di ore di intercettazioni telefoniche e ambientali, si fonda solo su congetture che si scioglieranno presto come neve al sole.
    La vicenda in esame riguarda il soccorso prestato ai 27 naufraghi della Maersk Etienne che da 38 giorni erano abbandonati in mezzo al mare tra Malta e Lampedusa, a bordo della portacontainer che li aveva tratti in salvo. Fu definito la “vergogna d’Europa” quel disumano abbandono, il più lungo stand – off che si ricordi per dei naufraghi che in teoria, secondo ciò che impongono le Convenzioni Internazionali, avrebbero dovuto raggiungere “tempestivamente” un porto sicuro. Idra social shipping non ha mai fatto nulla di illegale e lo dimostrerà presto nelle sedi competenti. E Mediterranea non si fermerà a causa di questo attacco, triste e prevedibile, e continuerà ad essere in mare, lì dove i crimini che vengono commessi e sono quelli di strage, tortura, stupri, sevizie.
    https://mediterranearescue.org/news/comunicato-stampa-lunedi-1-marzo-2021/?fbclid=IwAR1CQqO33zBI-06-fv2RL0Bt7YIk98RWw_do0fnGYXqHYejQmGuPphPlyAA
     
    Malta nega porto e UE non interviene, indagata Ong che risolse il caso
    LA ONG ITALIANA MEDITERRANEA SAVING HUMANS SOTTO INCHIESTA A RAGUSA PER AVER RISOLTO IL CASO DEL MERCANTILE ETIENNE DI MAERSK DIETRO PRESUNTO COMPENSO. LA VICENDA RIGUARDA I 27 NAUFRAGHI RIFIUTATI DA MALTA ED ABBANDONATI PER 38 GIORNI AL LARGO DELL’ISOLA-STATO SULLA NAVE CARGO SOCCORRITRICE. L’ITALIA CONCESSE IMMEDIATAMENTE IL PORTO DI SBARCO A POZZALLO ALLA NAVE ONG MARE JONIO CHE LI AVEVA TRASBORDATI DAL CARGO
    1 Marzo 2021 Mauro Seminara
     
     
    di Mauro Seminara
     
    La storia appare grottesca, e se non fosse seria verrebbe da ridere. Riguarda i seguenti attori: lo Stato di Malta, il cargo Etienne del colosso danese Maersk, l’Unione europea, l’Italia, 27 naufraghi e infine anche una Organizzazione non governativa. La vicenda, in estrema sintesi, è la seguente: una nave mercantile interviene in soccorso di una imbarcazioni, lo fa in area di responsabilità SAR (ricerca e soccorso) maltese e sotto il coordinamento della centrale di coordinamento soccorso marittimo di La Valletta che poi gli nega il place of safety, cioè l’obbligatorio luogo sicuro di sbarco dei naufraghi dopo il salvataggio in quel tratta di Mar Mediterraneo di cui è responsabile. Quello che accade dopo è una delle pagine più oscure e tristi dell’era contemporanea. La nave Etienne, della compagnia di navigazione Maersk, rimane per 38 giorni in attesa di un porto in cui sbarcare i naufraghi. Ostaggio quindi, la nave, ma con a bordo il ragionevole dubbio che si stia consumando un trattamento inumano e degradante in danno ai naufraghi causato da chi nega il porto al mercantile. Nessuno interviene.
     
    I fatti risalgono all’estate 2020. Il 4 agosto la Etienne si trova a dover intervenire in soccorso di un barchino in legno con 27 persone a bordo. Dopo l’intervento, il cargo della Maersk si dirige verso il place of safety, il porto sicuro più vicino che è anche quello dello Stato responsabile per l’area SAR in cui è stato effettuato l’intervento SAR e che ne ha coordinato l’operazione. Ma questo Stato nega il porto, violando una bella schiera di storici trattati e convenzioni internazionali che avevano segnato con la loro ratifica un grande traguardo per la civiltà. Dopo trentasette giorni – 37 giorni – in cui i 27 naufraghi erano ospiti di un mercantile fermo alle porte di Malta, la piccola nave-rimorchiatore Mare Jonio, della Ong italiana Mediterranea Saving Humans, che da tempo era ferma in porto abborda la Etienne di concerto con il comandante del cargo e valuta la condizione a bordo della grossa nave della danese Maersk riscontrando una situazione emergenziale. Senza il coordinamento della sala operativa maltese, che fino a quel momento, dopo 37 giorni di place of safety e infiniti appelli dal ponte di comando della Etienne, non sembrava granché preoccupata per il cargo, Etienne e Mare Jonio effettuano un trasbordo dei 27 naufraghi e il giorno successivo il rimorchiatore della Ong ottiene dalle autorità italiane l’autorizzazione allo sbarco nel porto siciliano di Pozzallo.
     
    Il 12 settembre 2020, quando i dimenticati della Etienne approdano in Italia grazie all’intervento della Ong, nessuno – o quasi – critica i soccorritori della Mare Jonio, se pur intervenuti senza mandato di alcuna autorità nazionale (né Italia né Malta) per risolvere un caso di cui l’intera Unione europea avrebbe dovuto provare vergogna e per il quale, ci fosse stato un giudice a Berlino (o in Olanda) avrebbe dovuto vagliare la condotta delle autorità maltesi. Era addirittura sembrato che la Mare Jonio avesse tolto castagne dal fuoco a tutti, Italia in primis. Di fatto la Ong ha permesso alle autorità italiane di risolvere quel trattamento inumano e degradante imposto da Malta ai naufraghi senza però metterci la faccia con una nave della Marina Militare o della Guardia Costiera, soltanto concedendo il porto alla Ong dopo la sua iniziativa. Da quel giorno non si è più sentito parlare della Etienne, della Mare Jonio e neanche del non pervenuto giudice a Berlino che quindi non ha mai preso in esame la condotta di Malta.
     
    Colpo di scena
    “Le indagini fin qui svolte, corroborate da intercettazioni telefoniche, indagini finanziarie e riscontri documentali, hanno permesso di far emergere che il trasbordo dei migranti effettuato dall’equipaggio della ‘MARE JONIO’ (senza nessun preventivo raccordo con le Autorità maltesi, competenti per l’evento SAR, o con quelle italiane ed apparentemente giustificato da una situazione emergenziale di natura sanitaria, ‘documentata’ da un report medico stilato dal team di soccorritori imbarcatosi illegittimamente a bordo del rimorchiatore) è stato effettuato solo dopo la conclusione di un accordo di natura commerciale tra le società armatrici delle due navi, accordo in virtù del quale la società armatrice della M/N MARE JONIO ha percepito un ingente somma quale corrispettivo per il servizio reso.“
     
    Il gruppo di umanitari della Ong Mediterranea Saving Humans avrebbe quindi pattuito un compenso con il colosso del trasporto merci via mare, la Maersk, per andare a prendere i 27 naufraghi che la Etienne aveva a bordo da 37 giorni. Una notizia che, senza alcun bisogno di epilogo, positivo o negativo, basta ed avanza per distruggere l’immagine di tutte le Ong che operano soccorsi nel Mediterraneo. Un discredito tale da far gongolare sovranisti e xenofobi vari per mesi e mesi, già solo perché potranno dire – facendo di tutta l’erba un fascio come è loro costume – che le Ong si fanno pagare profumatamente per andare a prendere migranti da sbarcare in Italia. Anche se il comunicato stampa congiunto emesso dalla Procura della Repubblica di Ragusa sull’esecuzione di operazioni in otto città italiane spiega che queste servono per “ricercare ed acquisire ogni elemento documentale e/o su supporto elettronico utile a comprovare i rapporti tra gli indagati e tra essi e la società danese armatrice della M/N MAERSK ETIENNE, nonché di eventuali altre società armatoriali“, l’onta è già calata sulla Ong Mediterranea Saving Humans e per opportunismo politico e “nazionalista” anche su tutte le altre Ong.
     
    La confusione sul caso
    “Nell’ambito di un’ indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa per i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di violazione alle norme del Codice della Navigazione, nella mattinata odierna, un gruppo interforze composto da personale del Nucleo PEF della Guardia di Finanza Ragusa, della Squadra Mobile della Questura di Ragusa, della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Pozzallo, del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera di Pozzallo e del Nucleo Speciale di intervento del Comando Generale delle Capitanerie di Porto, ha dato esecuzione ad un decreto di perquisizione personale e locale e sequestro nei confronti della società proprietaria ed armatrice del rimorchiatore ‘MARE JONIO’ e di alcuni soggetti, C. G., C. L, M. A., M. P., risultanti esserne soci, dipendenti o amministratori, di fatto o di diritto. I fatti che hanno portato all’emissione del provvedimento riguardano lo sbarco di 27 migranti avvenuto il 12.09.2020 nel porto di Pozzallo, da parte del rimorchiatore ‘MARE JONIO’, operante per conto della MEDITERRANEA SAVING HUMANS-APS. I 27 migranti erano stati trasbordati in data 11.09.2020 dalla M/N MAERSK ETIENNE, battente bandiera danese, che 37 giorni prima li aveva soccorsi in mare a seguito di evento SAR disposto dallo stato di Malta ed era in attesa di indicazione di specifico P.O.S. (place of safety).“
     
    Questo recita il comunicato stampa della Procura della Repubblica di Ragusa. Un lancio di agenzia ANSA di questa mattina però, contenente affermazioni del procuratore capo di Ragusa Fabio D’Anna, afferma che a detta del pm “nessun componente della Mediterranea saving humans è indagato“. Dettaglio non di secondo piano, vista l’operazione di perquisizione personale e locale e le intercettazioni telefoniche già citate nel comunicato stampa della stessa Procura che avrebbero portato all’odierna esecuzione interforze di perquisizioni e sequestri. Poco emerge invece, sia dalla nota della Procura della Repubblica di Ragusa che dai lanci d’agenzia, circa la cosiddetta ingente somma di denaro percepita dalla Ong “quale corrispettivo per il servizio reso”. Non è chiaro se la Ong ha mollato gli ormeggi a seguito di un accordo economico con l’armatore danese oppure l’armatore danese tolto dall’impiccio durato 38 giorni ha promesso una ingente donazione alla Ong. E nella definizione “ingente” ci potrebbe rientrare anche il danno subito dalla Maersk per l’immobilizzazione di un proprio mercantile per quasi un mese e mezzo.
     
    Appare anche poco chiaro l’esordio del comunicato della Procura: “Nell’ambito di un’ indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa per i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di violazione alle norme del Codice della Navigazione, nella mattinata odierna…“. La domanda, se è ancora lecito porsi quesiti, è perché non è sotto inchiesta anche l’autorità italiana che ha concesso il porto di sbarco alla Mare Jonio il 12 settembre 2020 e se la Procura della Repubblica di Ragusa intende chiedere una rogatoria internazionale per vagliare la posizione del presunto committente Maersk o solo la Ong italiana è la parte criminale in tutta questa vicenda. Perché se la Ong ha agito previo accordo economico con l’armatore danese, uno sarebbe il traghettatore che viola in Testo Unico sull’immigrazione clandestina ma l’altro è il mandante. Questo, in via del tutto generale, il quadro complessivo circa la vicenda che vede ancora una volta Organizzazioni non governative che operano soccorso ai migranti in mare perseguite e criminalizzate, in questo caso forse solo per una donazione non del tutto trasparente, anche per vicende in cui i primi a dover essere perseguiti forse dovevano essere funzionari di altre autorità nazionali per omissioni molto gravi dopo un soccorso marittimo. Attenderemo quindi gli sviluppi delle indagini per comprendere se davvero con un sol colpo la Ong Mediterranea Saving Humans ha distrutto l’onorabilità ed i sacrifici di tante altre organizzazioni non governative.
    http://www.mediterraneocronaca.it/2021/03/01/malta-nega-porto-e-ue-non-interviene-indagata-ong-che-risolse-il-caso/?fbclid=IwAR03V8xIbvjae97eCFMKMz7c9PTGyDO3WL6SecovC7ZZ1shiwcd109hpan4
     
     
    Perché si devono “salvare i migranti dai libici”, e dai governi europei
    https://www.a-dif.org/2021/02/28/perche-si-devono-salvare-i-migranti-dai-libici-e-dai-governi-europei/?fbclid=IwAR3s_4EAp8l8VvQnpor3T3WE3JzT9uay_eUtksk0s8jYckmFTPLE2QTUuZM

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