Migranti e richiedenti asilo: come raccontare la verità

Una proposta di Kumba Diallo: bozza di discussione

PROPOSTA DI UNA CAMPAGNA IEC (INFORMAZIONE EDUCAZIONE COMUNICAZIONE) SU MIGRANTI E RICHIEDENTI ASILO

bozza di discussione

La questione dell’accoglienza e dell’integrazione di stranieri provenienti dai vari angoli del globo è da molti anni all’ordine del giorno, in Italia come altrove. Ma la legislazione e le politiche che disciplinano la materia non solo non riconoscono la drammaticità e urgenza delle realtà migratorie, ma considerano ancora un reato l’ingresso in Europa se non si è in possesso di visto. Un visto impossibile a ottenere, evidentemente. Di fatto, la Fortezza Europa nutre la criminalità organizzata che sfrutta e si arricchisce sulla tratta di stranieri.

Le destre europee e quella italiana sono cresciute attizzando paure e pregiudizi, diffondendo visioni e spauracchi pretestuosi e falsi: si alimentano dell’ignoranza crassa della maggior parte dei cittadini/e sulle questioni internazionali (in particolare sulle realtà dei Paesi dai quali provengono i migranti). Questo è vero soprattutto per l’Italia: pensiamo alle statistiche sull’acquisto di quotidiani, sulle abitudini di lettura, pensiamo alla mortalità scolasticica e al basso numero di laureati rispetto alla popolazione, alla piaga dell’analfabetismo di ritorno (ovvero incapacità di afferrare concetti, operare collegamenti logici tra informazioni e concetti, inferire conseguenze ecc.). Ciò implica che le idee di “invasione”, di “basta arrivi”, di “aiutiamoli a casa loro” – avulse da qualsiasi articolazione logica, da statistiche e numeri, da conoscenze storiche, agitate a ogni piè sospinto da giornalacci e imbonitori – hanno facile gioco e riescono a colonizzare le menti di chi si nutre di dicerie e/o di programmi televisivi dozzinali.

Giustamente la campagna “Ero Straniero” aveva cercato di diffondere un’altra narrazione ma l’obiettivo era soprattutto quello (sacrosanto ma insufficiente) di arrivare alla legge sullo “ius soli” e poi cambiare la Bossi Fini. E’ però necessaria una campagna specifica vera e propria di rieducazione mentale: scoprendo realtà non immaginabili per chi in Italia vive prevalentemente fra casa e luogo di lavoro, con magari qualche raro tuffo esotico in viaggi organizzati che non permettono certo di comprendere nulla del mondo. E’ necessaria la scoperta dell’empatia rivolta all’altro da sé, anche perché ormai si tratta di contrastare politiche sempre più disumane e di aperta violazione del diritto internazionale, mentre ministri italiani patteggiano con criminali e li ingrassano illudendosi di poter così sigillare le frontiere.

Le campagne IEC a mia conoscenza dispiegate in campo socio-sanitario si ispirano a una logica di Social Marketing ma la superano ampiamente perché si prefiggono non di “vendere” idee o comportamenti ma di dibatterne, di interrogare gli interlocutori con una serie di strumenti di comunicazione anche personali e proponendo testimonianze, esigendo una messa in discussione di atteggiamenti e stereotipi. Sono agli antipodi del modo di operare dei “persuasori occulti” che permeano la realtà. Per organizzarle occorrono soprattutto risorse umane competenti, inventiva e motivazione, con un lavoro di inchiesta preliminare per tastare il terreno e capire quali possano essere le situazioni e gli interlocutori con i quali partire, le persone-risorse locali, i luoghi di riunione ecc. Occorre certamente elaborare strategie e strumenti differenziati.

La proposta andrebbe svolta almeno a due livelli:

  1. Attraverso i Comuni che hanno attivato il programma di accoglienza diffusa dello SPRAR con le cooperative sociali che hanno vinto i bandi, convincendole a dedicare una voce di bilancio (e se non fosse prevista a individuare i mezzi per crearla) per una migliore partecipazione attiva dei cittadini all’integrazione socio-economica e culturale degli stranieri con un programma di iniziative di informazione sui diversi Paesi di provenienza (promuovendo, il più possibile, il protagonismo dei nuovi arrivati). Laboratori teatrali, artigianali, lezioni di lingue straniere e molte altre attività non richiedono poi grandi fondi. Le scuole dovrebbero essere fucine di integrazione anche per i genitori. Per i Comuni che non hanno accettato il programma SPRAR va studiato un approccio diversificato a seconda delle problematiche che possono emergere dalle varie realtà territoriali, dalle motivazioni espresse dai sindaci per giustificare il rifiuto, contattando in loco sindacati, ARCI, onlus e cercando di comprendere come intaccare la diffidenza e aggirare gli ostacoli.
  2. Utilizzando tutti i mezzi possibili di comunicazione di massa, televisivi, radiofonici, social networks ecc

E’ indispensabile sottolineare la partecipazione dei migranti anche nella messa a punto della campagna e non solo nella realizzazione.

Pur utilizzando la rete SPRAR – e cioè il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati – si tratta di oltrepassarla, perché la distinzione tra migranti “economici” e gli abilitati a inoltrare la richiesta d’asilo è sempre più obsoleta, e questo bisogna farlo capire nella campagna IEC. E’ oltraggioso pensare che l’Afghanistan e il Pakistan, il Sudan e il Mali, siano dichiarati Paesi sicuri. E comunque l’attuale assenza totale di sistemi per arrivare legalmente e il patto criminogeno con la Libia impediscono qualunque accertamento ed eseguono condanne a morte senza distinzione.

Oltre agli SPRAR, ci sono i CAS (Centri di Assistenza Straordinaria) in alcuni dei quali sono emersi gravissimi abusi e violenza contro i migranti.

Per chiedere e ottenere UN’ALTRA POLITICA MIGRATORIA DI VIE LEGALI E DI CORRIDOI UMANITARI occorre avere dietro un’opinione pubblica favorevole, per questo è essenziale un cambiamento di atteggiamenti, percezioni, mentalità in larghi strati dei nostri concittadini e concittadine.

NOTA BENE

Questo scritto vuole essere una chiamata a raccolta con uno scopo pratico cioè innescare l’azione. La proposta è stata scritta anni fa, poi modificata e aggiornata. La situazione è via via peggiorata. Finora gli interlocutori cui è stata rivolta, pur approvandola non hanno mosso un dito per cercare di tradurla in realtà. Chiedo di farla girare e di raccogliere suggerimenti su come e con quali soggetti possiamo metterla in piedi. Per suggerimenti, adesioni proposte scrivere a: stefania.sinigaglia@gmail.com

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

2 commenti

  • Elisabetta Cammelli

    Il 23 maggio abbiamo presentato a Bologna l’iniziativa “Welcoming Europe “ ( http://www.welcomingeurope.it) ,iniziativa europea di raccolta firme che si propone di sollecitare la commissione europea a presentare atti legislativi per permettere accessi sicuri e legali per rifugiati e migranti economici, proteggere le vittime di abusi e decriminalizzare la solidarietà.
    Proposta promossa da svariate associazioni . Raccogliere le firme è un ottimo modo per far conoscere, discutere, sensibilizzare . E anche questo è uno degli obbiettivi di questa raccolta.
    A Bologna l’incontro è stato promosso da : radicali italiani, chiesa metodista, scuola d’italiano aprimondo centro Poggeschi, scuola d’italiano ByPiedi Marina Gherardi, Ass. Prendi parte,Ass.Don Paolo Serrazanetti, Amnesty International, famiglie insieme.

    Questa è la registrazione dell’incontro.

    https://www.radioradicale.it/scheda/542299/presentazione-della-campagna-welcoming-europe-per-uneuropa-che-accoglie

    • Grazie del commento e della informazione su una iniziativa certamente utile.
      Ma il fatto è che reagisce chi è già sensibile alla tematica nel senso dell’accoglienza, difficile che riesca a fare cambiare opinione.
      Quello che propongo è qualcosa di molto diverso e articolato e gli interlocutori sono proprio coloro contrari ad accoglienza e asilo e dicono basta migranti.

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