La strage della RSA a Milano: non è stata una fatalità
Incendio alla RSA “Casa dei Coniugi” a Milano: sei morti e 81 feriti.
E io mi chiedo dov’erano:
Ma forse a Milano si preferisce esercitarla perseguitando i senzatetto.
– La cooperativa appaltatrice, su cui verte l’obbligo di valutazione del rischio di incendio, tenuta del registro antincendio ed organizzazione efficace del servizio interno di prevenzione incendi e gestione delle emergenze, con adeguate dotazioni di personale e mezzi.
Con tutta probabilità nessuno di questi soggetti pagherà per questi morti.
Con tutta probabilità non verranno messi in discussione il sistema degli appalti e le logiche di profitto nella gestione dei servizi.
Con tutta probabilità non verrà messa in discussione la pratica del “cane non mangia cane” quando si tratta di controlli sulle strutture pubbliche.
Con tutta probabilità, per questi morti verranno dichiarati colpevoli la signora che fumava, i dipendenti presenti e il mozzicone.
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Milano RSA “Casa dei Coniugi”. Incendio nella notte del 7 luglio, 6 morti e 81 feriti.
Comunicato del Si Cobas
La solita tragedia raccontano i media.
I soliti resoconti ricchi di dettagli tanto cari ad una narrativa che fa del cinico sensazionalismo tanto rumore per meglio occultare scomode verità e responsabilità.
Da quando la tutela della salute delle persone anziane, non autosufficienti, affette in alcuni casi da demenza senile e stata sottratta al SSN, inesorabilmente la salute è diventata un “mercato”.
Gli anziani non più utili a valorizzare la ricchezza del capitale conoscono una nuova dannazione ed un nuovo livello di sfruttamento.
Le pensioni e le esose integrazioni a carico delle famiglie per i ricoverati nelle RSA hanno richiamato i pescecani che affollano le acque di un settore che, al di la della natura giuridica pubblica o privata, è gestito secondo criteri di profittabilità.
Questi “criteri di mercato” annullano ogni considerazione di carattere umano, ogni rispetto della persona, ignorando le sofferenze e le criticità che la vecchiaia comporta.
Dopo essere stati prosciugati delle energie come lavoratori attivi il loro ciclo di sfruttamento continua come vecchi, malati, infermi.
Non è stata una tragedia. Quello che queste persone hanno subito non è da imputare a sfortuna, al caso, alla malasorte.
La morte di queste persone è un evento ineluttabile perché preparato da mille irresponsabilità, da mille sottovalutazioni dei rischi, da mille complicità, da tante omissioni, da tanta illogicità che solo la sfrenata voglia di profitto sa mascherare come incidenti.
Gli impianti antincendio e antifumo erano fuori uso da tempo.
Questo si configurerà nelle fredde righe di bilancio della cooperativa Proges, che gestisce la RSA, come una economia, un risparmio.
Al posto delle più elementari norme di prevenzione e sicurezza si è sostituito un fantasioso e tragico “controllo dinamico” incredibilmente previsto dalle procedure comunali e rubricato sotto la voce “misure di compensazione”.
Il cosiddetto “controllo dinamico” consiste nell’affidare la sorveglianza antincendio ad un addetto esterno che avrebbe fatto le veci di centinaia di sensori guasti non solo della struttura Casa dei Coniugi ma anche di un’altra RSA gemella. Il rogo ha evidenziato quanto inconsistenti e criminali fossero le “misure di compensazione” avallate dal Comune di Milano.
Nelle righe di bilancio della Proges e del Committente (Comune) certamente non è esplicitato che a gestire 173 pazienti dislocati su tre piani vi fossero solo sei operatori. Non può esserci cura e non può esserci sorveglianza attiva se tra le altre criticità molti pazienti sono affetti da Alzheimer e abbisognerebbero di monitoraggio continuo.
Certamente nei bilanci affettivi delle famiglie di Laura, Anna, Loredana, Paola, Mikhail, Nadia perite nell’incendio sono scritte cifre di dolore. La perdita dei cari non può conoscere “misure di compensazione”.
Resta il fatto che questa realtà bruciata non è la sola, e non è un caso isolato perchè sono molte le RSA che si avvalgono di irresponsabilità, di mille sottovalutazioni dei rischi, di mille complicità, di tante omissioni, di tanta illogicità che solo la sfrenata voglia di profitto sa presentare come razionali, come per la Casa dei Coniugi.
Il silenzio su tanto sconforto dovrebbe essere un lenitivo, un velo di mestizia e raccoglimento.
Così non è!
Il Sindaco Sala: “bilancio pesantissimo”. Presidente Mattarella: “cordoglio per le vittime…”. Assessore al Welfare Bortolaso: “strage evitata e la macchina dei soccorsi ha funzionato”.
Le autorità, più che partecipare con sincero sentimento al dolore, elaborano non il lutto per i morti ma la loro auto assoluzione.
Il pentimento, che non c’è, serve a prepararsi a nuovi peccati.
Questa arroganza, questa impunità è la vera tragedia.
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Riportiamo il link al testo della “Confederazione unitaria di base” CUB Sanità, che, in occasione dei funerali di oggi a Milano delle sei persone anziane malate non autosufficienti morte per un rogo sviluppatosi nella Rsa “I coniugi” ove erano ricoverate, esprime forti criticità per la gestione delle cure a favore degli anziani malati non autosufficienti in Italia.
In particolare è citata la Legge 33/2023 sulla “Non autosufficienza”, dove attualmente sono in discussione i suoi decreti attuativi, ricordando che questa legge intende spostare la responsabilità dei pazienti anziani dal Ministero della Salute a quello degli Affari sociali, un trasferimento che porta ad una riduzione degli anziani ad un “problema sociale da risolvere”. Per cui questa legge peggiorerà ulteriormente una situazione già critica.
UTIM Nichelino (http://www.utimdirittihandicap.it/)
http://www.fondazionepromozionesociale.it/2023_ddl_na_iniziative/2023_07_21_Volantino%20CUB%20funerali%20RSA%20Milano.pdf
Milano, Duomo semideserto al funerale delle sei persone morte.
Eppure la tragica vicenda ha avuto grande risalto informativo.
I 6 morti nella RSA ( cinque donne e un uomo) erano persone normali, non rientravano nel vademecum delle presunte notarieta’ rilanciate sempre con grandi schiamazzi dagli organi di informazione ( cantanti, attori, addetti agli sport e ai gossip vari….presunti” politici”, ricchi e riccastri…..e quant’ altro ancora ( per ” mestieri”) che specie in TV fanno acquisire lauti punteggi in notarieta’ .
Le sei persone decedute , per asfissia o quant’ altro di mortale, provocato dall’ incendio asfissiate, si presume facilmente che nel percorso della propria vita erano stati lavoratrici/lavoratori salariati/stipendiati, che hanno campato con le sofferenze del lavoro.
Lo stesso stato di ” deserto” si era verificato poco meno di dieci giorni addietro al funerale dei due bambini fratellini romeni morti annegati in una grande vasca di campagna. Di cittadini italici non c’era nessuno.
Tutto, a Milano e Manfredonia, ” volgo”!
Gia’ , come si cantava nella famosa canzone di Pietrangeli ….” sapesse contessa ala fabbrica di Aldi hanno fatto uno sciopero quei quattro ignoranti…..”.
(d.s.)
https://www.google.com/amp/s/www.avvenire.it/amp/attualita/pagine/funerali-in-duomo-milano-sei-vittime-incendio-rsa