Morena Fanti – E’ davvero vino quello che beve il prete?

by Vlad Artazov

Non riusciva a staccare gli occhi dalla foto. Mirko era contro lo sfondo di un cielo così blu da sembrare finto e doveva ancora aprire il paracadute. Giovanni si domandò chi facesse certe foto. Forse c’era un fotografo che si buttava apposta per immortalare l’evento. Mirko sorrideva, si intuiva che era felice anche lassù in mezzo al cielo, con i piedi che dondolavano nel vuoto. Era sempre stato uno sportivo, uno che andava sugli sci come se camminasse e che si gettava dagli aerei come se saltasse dal muretto in giardino. Giovanni provò la solita invidia.
Staccò gli occhi dalla foto e si guardò attorno. Tanti abiti scuri: vestiti dall’aria dimessa che uscivano dall’armadio solo per queste occasioni. Perfino la madre, di solito molto elegante, indossava un brutto vestito.
Elisa, invece, era perfetta come sempre. La camicia grigio perla le sbiancava la pelle e la faceva sembrare tragica. Le guardò le spalle cercando i segni dei singhiozzi, ma le spalle erano ferme e si sorprese a cercare il segno del reggiseno. Gli sembrava nero. Aveva sempre avuto un bel seno, Elisa: una terza abbondante su un corpo taglia quaranta. Era da sballo. Si domandò se fosse ancora così, tette di marmo e pancia piatta su cui scivolare e arrivare al centro. Quand’era stato? Nell’estate 2006 era ancora con Francesca, erano andati insieme a Ibiza; era stato l’inverno successivo, alla festa di Natale dell’azienda. L’aveva conosciuta lì.
Bella, aveva pensato quando l’aveva vista. Me la farei, aveva pensato subito dopo.
E infatti se l’era fatta. Per sette mesi, prima che arrivasse Mirko e la portasse via.
Daniele, alla sua destra, si alzò. Anche Giovanni si mise in piedi. Sperò che il prete si decidesse: li voleva seduti o in piedi? Non l’aveva ancora capito. E alzatevi, e pregate, e sedete. Di nuovo alzatevi, pregate, sedetevi.
Era stanco e ansioso: c’era pure quella cosa di scambiarsi il segno della pace, che non sapeva mai cosa doveva fare e si imbarazzava. Cercò di ricordare com’era prima e pensò che una volta era tutto più semplice.
Anche con le ragazze. Ci si vedeva, se c’era qualcosa bene, se no avanti un’altra. Chissà perché con Elisa non era andata bene? Sua mamma c’era pure rimasta male: a lei Elisa piaceva e aveva dato tutta la colpa a lui, che l’aveva fatta scappare. Un po’ l’aveva pensato anche lui, anche se era stato Mirko a portargliela via. Per un po’ non si erano parlati e avevano smesso di vedersi.
Giovanni non l’aveva perdonato Mirko. Ora, però, guardando il prete che li faceva alzare e sedere a suo piacere, ora che Mirko era lì dentro e che di lui restava solo quella bella foto sulla bara, di lui che volava nel cielo in una giornata di sole, si chiese se non fosse stato un bene che Elisa l’avesse lasciato. Se avesse sposato lui anziché l’amico, ora in quella bara ci poteva essere lui.
Il campanello. Tutti in piedi.
Si avvicinava il momento. Pensò di guardare in terra e di fingere di essere concentrato nella preghiera. Troppo tardi, il vicino gli allungò la mano e lui fu costretto a prenderla. Si girò dall’altra parte, verso Daniele, e prese la sua mano con sollievo. Almeno lui lo conosceva. Finse di non vedere quello davanti che si girava cercando la sua mano.
Una pausa, poi il prete alzò il calice; molti si alzarono e si misero in fila per la Comunione. Giovanni pensò all’ultima volta che l’aveva fatta, aveva dieci anni e l’ostia si era incollata al palato mentre lui, con gli occhi bassi cercando di staccare quella cosa asciutta dalla bocca, pensava alle lasagne che avrebbe mangiato. Guardò l’orologio: era quasi ora di pranzo. Sperò che il prete si sbrigasse.
La fila era finita; l’ultimo si voltò e tornò alla panca. Il prete prese il calice, lo alzò, lo avvicinò alle labbra e bevve. Si era sempre domandato se nel calice ci fosse davvero il vino.
Stavano per portare fuori la cassa. Si immaginò di essere sdraiato lì dentro e di viaggiare sulle spalle dei sei che sollevavano Mirko. Se Elisa non l’avesse lasciato ora ci sarebbe stato lui.
“Andate in pace”. Il prete diede il via al corteo.
Lui si infilò in mezzo agli altri, Daniele lo affiancò e disse: “Tremendo vero?”
Lui lo guardò, si voltò verso l’altare dove il prete riponeva qualcosa, e chiese: “Ma, secondo te, è davvero vino quello che beve il prete?”

 

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Clelia

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