Morire sui treni mentre i dirigenti delle ferrovie e …

e i politici (al sicuro) invocano misure anti-sciopero e Ponti sullo stretto. Ma c’è pure quel Lollobrigida che usa il treno come un taxi e scende quando vuole.

 

Un comunicato dei ferrovieri di «Ancora in marcia» e l’articolo di Vito Totire con l’invito a sostenere lo sciopero del 30 novembre-1 dicembre.

ANCORA MORTE AI PASSAGGI A LIVELLO

Comunicato di «Ancora in marcia», rivista dei ferrovieri (dal 1908)

Un altro terribile incidente ha funestato le ferrovie italiane.

Dalle prime notizie giunte alla redazione, il dramma ha avuto luogo in località Thurio di Corigliano Rossano, provincia di Cosenza: sembrerebbe che un treno in corsa, una automotrice diesel, si sia scontrato con un camion fermo a un passaggio a livello.

Nel rogo seguito allo scontro, hanno perso la vita la capotreno, Mariella Pansini, alla quale mancavano pochi mesi alla pensione, e l’autista del camion – Said Hannanaoi, 24 anni  mentre il macchinista e altri passeggeri sarebbero rimasti gravemente feriti.

In attesa di conoscere con precisione i dettagli e le cause di questo disastro non possiamo non costatare che il livello di sicurezza delle nostre ferrovie stia continuamente regredendo e che coloro che dovrebbero provvedere invece ad

innalzarlo si stanno dimostrando assolutamente inadeguati a tale compito.

Ci siamo ritrovati a osservare un ministro dei Trasporti che, dopo la tragedia di Brandizzo, rilasciava le sue dichiarazioni dal Festival del cinema di Venezia e dal Gran Premio di Monza, ma non da luogo del disastro, per poi essere

prontissimo” a precettare i ferrovieri scioperanti perché, loro sì, devono sempre lavorare senza protestare.

Abbiamo visto poi un altro Ministro far fermare un treno per scendere dove gli pareva, assecondato dai vertici di Trenitalia.

Abbiamo letto le pericolose dichiarazioni di un viceministro che invoca un macchinista da solo sui treni merci, quando pochi giorni fa un treno proveniente dalla Svizzera, con equipaggio ad un solo macchinista, invece che due come in Italia,

equipaggio ridotto e più economico tanto caro e desiderato al viceministro, è piombato su Domodossola senza nessuno alla guida per poi essere (fortunatamente) deviato su un binario morto.

E quotidianamente ormai questi signori continuano a blaterare di ponte sullo stretto, quando le nostre linee ferroviarie cosiddette “secondarie”, ma le più utilizzate dai pendolari, restano piene di passaggi a livello in condizioni da dopoguerra.

A questi politici, a dir poco inadeguati, dobbiamo poi aggiungere tutti i dirigenti delle ferrovie, sempre nominati dalla politica, che considerano i treni unicamente come uno strumento per andare a caccia di profitti (e dei loro lauti compensi) anche a costo di “giocare” con la vita dei passeggeri e di chi sui treni ci lavora.

Urge assolutamente una forte presa di posizione da parte di tutta la parte “sana” della nostra Società Civile, per impedire che ai disastri citati ne seguano altri e altri ancora, con altre vittime tra utenti e ferrovieri.

la Redazione di «Ancora In Marcia»

LA STRAGE PREVISTA

di Vito Totire (*)

Ennesima strage ferroviaria. Pieno appoggio allo sciopero “altruista” per la sicurezza dei lavoratori e per la sicurezza collettiva: DALLE 21 DEL 30.11.2023 ALLE 21 DEL 1° DICEMBRE.

Dopo la strage di Brandizzo una altra strage ferroviaria questa volta in Calabria sulla linea Sibari-Catanzaro Lido, località Thurio, treno 5677.

Da tempo denunciamo, sostenendo gli scioperi dei lavoratori, la condizione di insicurezza, di incuria e di sottovalutazione del rischio che connota “da sempre” il traffico ferroviario (e non solo quello) visto lo stillicidio quotidiano di morti che connota quasi tutti i comparti lavorativi in Italia e nel mondo; senza dimenticare ovviamente le altre stragi vere e proprie come quella di Casalbordino a pochi giorni da Brandizzo.

Oltre gli eventi che causano morte immediata non possiamo non rilevare altri “incidenti che si sono conclusi “fortunatamente” con danni minori. Eventi causati da lacune dei sistemi frenanti e delle altre misure di prevenzione; da lungo tempo stiamo rivendicando la istituzione e redazione del registro dei “quasi incidenti” (o “mancati incidenti”) che dir si voglia: si tratta di una prassi fondamentale per riflettere sulle cause di eventi che in alcune circostanze possono non comportare danni rilevanti ma che con la stessa dinamica in futuro potranno avere effetti peggiori.

Avevamo peraltro piena consapevolezza del fatto che la “propaganda” padronale sulla applicazione di nuove tecnologie (industria 4.0, IA, robotica, metaverso, realtà aumentata, droni eccetera) presentate come salvifiche per la umanità è in verità una corsa all’uso di tecnologie usate non per la sicurezza, per la salvaguardia del diritto alla vita alla salute e al benessere di lavoratrici/lavoratori MA E’ UNA CORSA (BEN FINAZIATA PERALTRO DA RISORSE ECONOMICHE PUBBLICHE) ORIENTATA AL 99% ALLA MASSIMMISAZIONE DEL PROFITTO CAPITALISTICO.

ANCORA UNA VOLTA PER PROTESTARE E PER RISPETTO DEI LAVORATORI MORTI SULLA LINEA FERROVIARIA SIBARI-REGGIO CALABRIA I LAVORATORI SONO COSTRETTI A SCIOPERARE E RINUNCIARE A PARTE DEL LORO MAGRO SALARIO MENTRE LE ASTENSIONI DAL LAVORO PER COSI’ GRAVI MOTIVAZIONI DOVREBBERO RICADERE ECONOMICAMENTE SOLO SUL DATORE DI LAVORO, SE VIVESSIMO IN UNA SOCIETA’ “CIVILE”.

DOBBIAMO RIEQUILIBRARE I RAPPORTI DI POTERE TRA LAVORATORI E PADRONI.

DOBBIAMO REALIZZARE UN RAPPORTO DIVERSO DA QUELLO ATTUALE TRA LAVORATORI E ORGANI DI VIGILANZA (A BOLOGNA L’UOPSAL DA MESI NON RISPONDE A UNA RICHIESTA DI INCONTRO).

DOBBIAMO REALIZZARE E PRATICARE OVUNQUE, IN TUTTI I COMPARTI LAVORATIVI, ASSEMBLEE di GRUPPO OPERAIO OMOGENEO

Cordoglio per le due vittime di questa ennesima strage e condoglianze ai loro familiari e compagni di lavoro

RIVENDICHIAMO:

UGUALE SPERANZA DI VITA , DI SALUTE E DI BENESSERE LAVORATIVO PER TUTTI/E !

ARRIVARE IL GIORNO PRIMA E NON IL GIORNO DOPO !

VOGLIAMO GIUSTIZIA NON SOLO PER GLI EVENTI MORTALI MA ANCHE PER LE MALATTIE PROFESSIONALI TROPPO SPESSO NON RICONOSCIUTE COME STA AVVENENDO PERSINO PER I TUMORI ASBESTOCORRELATI (MESOTELIOMI, TUMORI POLMONARI E TUMORI LARINGEI) AI DANNI DI LAVORATORI DELLE FERROVIE, NON SOLO DELLA OGR E DI MOLTI ALTRI COMPARTI LAVORATIVI, PARTICOLARMENTE IN CALABRIA.

(*) Vito Totire è medico del lavoro e portavoce «RETE NAZIONALE LAVORO SICURO»

 

Redazione
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