One shot party, una crocetta e via

Romano Mazzon

Ho visto cose che tutti vedono ma che stupiscono: ho visto un ex magistrato candidarsi per gioco e diventare sindaco di Napoli, ho visto uno di 35 anni diventare sindaco di Cagliari e un ex comunista che senza diventare berlusconiano è diventato sindaco di Milano.

Continuo a vedere aumentare il numero di stranieri che dormono sui cartoni per strada, continuo a vedere aumentare il numero degli italiani che si rivolgono ai servizi sociali per i beni essenziali e vedo che tanti parlano dei referendum.

Addirittura mi chiedo il perché dei referendum, visto che tutto l’arco costituzionale sta dicendo di essere daccordo. Mi accorgo improvvisamente di aver passato gli ultimi anni sotto gli effetti di qualche potente allucinogeno che mi ha fatto intravvedere decreti leggi e proposte di legge bipartisan intitolate “vendo mia mamma”: proposte che volevano privatizzare tutto e costruire di più. Per carità, tutte proposte supportate da una manica di arroganti pervertiti sessuali che vogliono il bene di tutti, soprattutto di bambini/e e donne e, al momento, spiegano il come si fa al popolo greco.

Vedo anche una sempre maggiore repressione verso i movimenti: Torino, Firenze, Bologna, Padova… si rispolvera il fascistissimo divieto di dimora per chi partecipa a troppe manifestazioni, addirittura si propone il divieto di dimostrare per chi lo fa troppo spesso. Vedo anche la Val Susa che, incurante dei consigli della famosa manica di pervertiti sessuali, resiste contro il progetto della linea ad alta Velocità/Capacità (su questo punto i pro TAV sono un po’ confusi) che vorrebbe divorarsi, oltre a ingenti somme pubbliche, anche la loro valle. Forme di lotta partecipata in cui i capi non ci sono, ambienti in cui si osa ancora parlare di partecipazione. Ho incontrato un po’ di movimento anche in Sicilia dove hanno imparato bene cosa significa lasciare il controllo dell’acqua nelle mani di pochi notabili: uno sforzo capillare per comunicare a tutti/e di andare a votare per i referendum.

Vedo politicanti chiedersi come capitalizzare il malcontento per trasformarlo in un rapporto veloce e senza impegno, una crocetta e via : “me lo/a dai (il voto/la preferenza) e poi ci vediamo la prossima volta, ora tornate soddisfatti/e a casa”.

Sogno che non si torni a casa, che si possa, tutti/e insieme, svegliarsi da questo incubo fatto da affitti, mutui, bollette per capire che la vita è una e come tale va vissuta, in pieno e con dignità.

Rom Vunner

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