Piccola patria – Alessandro Rossetto

di Ismaele (*)

si racconta una storia di ordinaria tristezza e squallore, in un brutto angolo italiano, come tanti purtroppo, in giorni senz’aria.

 

in Italia ci sono un milione di romeni e mezzo milione di albanesi, perfetti capri espiatori di tutti i problemi, per i quali mai ci si guarda dentro, troppo difficile e pericoloso.

Renata e Luisa, due piccole Thelma e Louise insoddisfatte dell’ambiente dove vivono e dove vengono sfruttate per pochi soldi, provano a procurarsi soldi per fuggire, con un ricatto.

Renata è la più lucida e desiderosa di fuggire, non importa dove, Luisa è legata a Bilal, un ragazzo albanese, che alla fine è il personaggio più “positivo” del film.

il film riesce a non avere mai cedimenti, né soluzioni facili e rassicuranti, e un po’ sarà anche merito dello sceneggiatore di “Gomorra”, Maurizio Bracci, che ha lavorato anche qui (insieme a Caterina Serra)

se uno va al cinema solo per ridere e per evadere, allora è meglio che stia rinchiuso nella sua prigione, questo non è un film per lui.

non è per tutti, questa piccola storia d’inferno quotidiano, ma se riesci a trovarlo in qualche sala, o magari all’aperto, d’estate, non trascurarlo.

http://markx7.blogspot.it/2014/06/piccola-patria-alessandro-rossetto.html

(*) Trovate questo appuntamento in blog ogni lunedì e giovedì sera: di solito il lunedì film “in sala” e il giovedì quelli da recuperare. Ismaele si presenta così: «“Tre film al giorno, tre libri alla settimana, dei dischi di grande musica faranno la mia felicità fino alla mia morte” (François Truffaut). Siccome andare al cinema deve essere piacere vado a vedere solo quei film che penso mi interessino (ognuno ha i suoi pregiudizi). Ne scriverò e mi potrete dire se siete d’accordo o no con quello che scrivo; ognuno vede solo una parte, mai tutto, nessuno è perfetto. Ci saranno anche film inediti, ma bellissimi, film dimenticati, corti. Non parlerò mai di cose che non mi interessano o non mi sono piaciute, promesso; la vita è breve non perdiamo tempo con le cose che non ci dicono niente» (db)

 

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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