Recensione a «Restiamo umani»

La pace non è un’utopia, e se lo è abbiamo dimostrato che a volte le utopie si concretizzano”

di Gian Stefano Ancarani

Non ha accettato il riparo del silenzio, Egidia Beretta Arrigoni, madre di Vittorio, ma ha scelto di raccontare la vita di suo figlio donandoci questo toccante libro, perché la testimonianza è un dovere e parlare della vita di Vittorio e della sua utopia – dice Egidia – è il modo migliore per rendergli onore. E ci dona la storia intensa, profonda, vera sebbene tragicamente breve di questo suo figlio che già ad 11 anni sceglie di seguire la via dell’Amore, la via più giusta che ci spinge a morire per la salvezza degli altri.

Come solo una madre può e sa fare, Egidia ci racconta il Vittorio bambino, sognatore e come sono stati concepiti in lui quegli ideali e sogni che lo hanno portato in Perù, Croazia, Congo e molti altri Paesi, prima di arrivare in Palestina. E’ qui, a Gaza, che Egidia ci racconta come Vittorio capisce che il messaggio di pace che vuole portare assieme ai suoi compagni può trovare un destinatario. Destinatario che ha il volto dei bambini, donne, anziani, contadini, pescatori che Vittorio aiuta, assiste, protegge e che, soprattutto, racconta. Nasce così il suo blog, Guerrilla Radio – tutt’ora aperto – e la collaborazione con il quotidiano «il manifesto». Storie, racconti e, soprattutto, la verità vissuta in prima persona dei soprusi, ingiustizie e crimini subiti dal popolo palestinese. Una verità scomoda per gli israeliani, che minava la loro capacità di nascondere al mondo ciò che realmente accadeva in quella che viene chiamata, forse per uno strano scherzo della storia, Terra Santa. Quella verità, il cui prezzo è stato pagato da Vittorio con carcere, cicatrici, espulsioni, fino alla vita stessa, il 15 aprile 2011. Ma il suo messaggio di pace, la sua utopia è tutt’ora viva, seminata nel cuore delle persone che Vittorio ha incontrato, come Jasmine, una ragazza palestinese che attraverso una delle molte lettere pubblicate in questo libro, ci dice come quell’utopia era così forte da convincerci che il mondo che avevamo dentro, i sogni che avevamo dentro fossero il mondo reale e che ciò che era fuori, la guerra, i soldati, il razzismo, i diritti violati, fossero un’alterazione della realtà che con la nostra determinazione potevano essere battuti.

Una vita, quella di Vittorio, semplice nella sua grandezza che è stata – per dirla con Alvaro Mutis – una goccia di splendore consegnata alla morte.

«Il viaggio di Vittorio», Dalai editore, 2012, 188 pagine, 15€ (il ricavato sarà interamente devoluto alla Fondazione “Vittorio Arrigoni-Vik Utopia”)

 

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