Eni diffida e ReCommon risponde «con determinazione»

In coda i molti link (“determinati” ci pare) della BOTTEGA sulla ragnatela dei vel-ENI.

In data 27 ottobre 2025 presso la casella di posta certificata di ReCommon è pervenuta una diffida e richiesta di rettifica da parte della Direzione Affari Legali e Negoziati Commerciali di ENI, a firma dell’Avvocato Stefano Speroni, relativa a quanto riportato da ReCommon nella newsletter del 10 ottobre 2025, dal titolo “Tutti gli occhi su Gaza, allarghiamo lo sguardo.”

Le precisazioni inviate dalla Direzione Affari Legali e Negoziati Commerciali sulla presunta natura diffamatoria delle affermazioni di ReCommon sono le seguenti:

“1. Sull’ottenimento delle licenze di esplorazione nel Mediterraneo in zona economica palestinese.
Nell’estate del 2023, quindi ben prima dei tragici eventi del 7 ottobre 2023, Eni, insieme ad altre compagnie energetiche, ha partecipato ad una gara internazionale indetta legittimamente da Israele nel 2022 per un’area offshore con sei blocchi esplorativi (in acqua di sfruttamento economico situate, in base al diritto internazionale, tra Israele ed Egitto). I risultati di tale gara hanno visto Eni vincitrice.
Tuttavia, nessuna licenza è stata emessa in relazione a tale gara, né tanto meno alcuna attività esplorativa è stata avviata da Eni nell’area fino ad oggi.

2. Sull’accordo Eni e Delek nel contesto di Ithaca Energy.
In merito alla business combination con Ithaca Energy, l’operazione è stata negoziata, eseguita e conclusa direttamente tra Eni UK ed Ithaca, gruppo indipendente e quotato a Londra. Si rappresenta che il database Onu nel quale è citata Delek Group non è una “lista nera” e non è un documento che certifica uno status particolare dei soggetti ivi inclusi, tanto più che non è collegata in nessun modo all’applicazione di alcuna sanzione o misura restrittiva.
Si ribadisce che Eni, in accordo con le policy interne, si impegna al rispetto dei diritti umani.

3. Sulla spedizione di 30.000 tonnellate di greggio dal Centro Olio Val D’Agri verso Israele.
Anche questa affermazione è falsa. Eni non ha effettuato alcuna spedizione verso Israele in quanto il greggio Eni prodotto nel Centro Olio in Val D’Agri viene interamente destinato alla raffineria di Taranto per essere lavorato nei propri impianti”.

In relazione ai punti sopra riportati, ReCommon precisa e chiarisce la propria posizione:
1. Sull’ottenimento delle licenze di esplorazione nel Mediterraneo in zona economica palestinese.
ReCommon prende atto del fatto che ENI giudica come “legittimamente indetta” da Israele la gara internazionale per l’assegnazione delle licenze di esplorazione nelle acque antistanti Gaza, poiché le acque di sfruttamento economico interessate sarebbero situate, in base al diritto internazionale, tra Israele ed Egitto. In proposito riteniamo grave che, così facendo, Eni trascuri che oltre 150 paesi hanno riconosciuto lo stato di Palestina e, per quel che concerne il diritto internazionale, l’UNCLOS (Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare) riconosce alla Palestina la sovranità sulle sue acque territoriali e sulla zona economica esclusiva che si estendono fino a 200 miglia nautiche dalla costa di Gaza, per cui il 62% dell’area di esplorazione assegnata al consorzio a guida di ENI ricade nella zona economica esclusiva palestinese.
In secondo luogo, nonostante i reiterati tentativi di rassicurare gli azionisti e il pubblico che “nessuna licenza è stata emessa in relazione a tale gara, né tanto meno alcuna attività esplorativa è stata avviata da Eni nell’area fino ad oggi”, ReCommon prende atto del fatto che ENI non abbia smentito l’aggiudicazione delle licenze e che non abbia comunicato di avervi rinunciato o di volerlo fare. Dunque, dalle precisazioni ricevute da Eni è possibile desumere che l’azienda ha nei piani futuri di portare avanti le attività esplorative in zona economica palestinese.

2. Sull’accordo Eni e Delek nel contesto di Ithaca Energy.
In primo luogo, stupisce che la richiesta di rettifica da parte di ENI arrivi a più di un anno dalla pubblicazione del commento sulla business combination tra ENI UK e Ithaca Energy sul sito di ReCommon e dopo il lancio di una petizione firmata da oltre 3.400 persone e sostenuta da realtà della società civile italiana che chiedevano a ENI di annullare l’accordo con la società Ithaca Energy, proprio per i suoi legami con Delek Group.
In secondo luogo, si fa presente che la locuzione “lista nera”, traduzione dall’inglese blacklisted, è una definizione giornalistica di cui ReCommon non è primo utilizzatore. Il termine, riferito al medesimo tema, è stato infatti riportato da: NBC News (“U.N. blacklists 68 more companies for alleged complicity in Israeli rights violations in West Bank”), Middle East Eye (“UN blacklist of firms complicit in Israeli settlement activity jumps by 70 percent”), Associated Press (“UN adds 68 companies to blacklist for alleged complicity in rights violations in Israeli settlements”), solo per citare alcuni autorevoli organi di stampa a diverse latitudini.
Il database a cui fa riferimento ENI è un documento prodotto dall’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, che stila un elenco di tutte le imprese commerciali coinvolte nelle attività descritte nel paragrafo 96 della relazione della missione internazionale indipendente incaricata di indagare le implicazioni degli insediamenti israeliani sui diritti civili, politici, economici, sociali e culturali del popolo palestinese. Se si legge il documento, salta immediatamente all’occhio che la lista di attività non è un esercizio di stile, bensì definisce quelle attività “che hanno sollevato particolari preoccupazioni in materia di diritti umani” (that raised particular human rights concerns). Ricordiamo che la società Delek Group, azionista di maggioranza di Ithaca Energy, società di cui ENI UK detiene il 36,06% e di cui può nominare il CEO, figura in questa lista perché coinvolta nelle seguenti attività:
(e) La fornitura di beni e servizi che sostengono la manutenzione e l’esistenza degli insediamenti, compresi i trasporti (The provision of services and utilities supporting the maintenance and existence of settlements, including transport);
(g) L’uso delle risorse naturali, in particolare dell’acqua e della terra, per scopi commerciali (The use of natural resources, in particular water and land, for business purposes).
Sull’indipendenza di Ithaca Energy da ENI S.p.A. e da Delek Group, si segnala la mancanza di coordinazione nella comunicazione istituzionale tra ENI S.p.A. e Ithaca circa la relazione dell’azienda italiana con Delek. ENI S.p.A. si concentra, in questa richiesta di rettifica e in risposta ai suoi azionisti, sulla distanza tra le due società, corroborata dall’aver negoziato l’accordo di aggregazione solo con Ithaca; Ithaca, invece, della partnership allineata tra ENI e Delek ne fa un punto di forza, tanto da riportare a pagina 7 del suo report annuale del 2024 che “(…) Mentre il Gruppo entra nella sua prossima era di crescita, è sostenuto da azionisti impegnati a lungo termine e da una partnership allineata tra Delek ed Eni a sostegno della strategia di crescita di Ithaca Energy” (“As the Group enters its Next Era of growth, it is supported by committed long-term shareholders and an aligned partnership between Delek and Eni in support of Ithaca Energy’s growth strategy”).

3. Sulla spedizione di 30.000 tonnellate di greggio dal Centro Olio Val D’Agri verso Israele.
ReCommon prende atto del fatto che secondo ENI non c’è stata alcuna spedizione del greggio processato dal Centro Olio Val D’Agri (COVA) verso Israele. ReCommon ritiene peculiare che ENI non abbia commentato con la stessa sicumera e fermezza in risposta al Business and Human Rights Resource Centre (BHRRC) nel settembre del 2024, che chiedeva a ENI di rispondere proprio in merito al medesimo evento. La nostra affermazione sul carico di greggio trasferito dal COVA a Taranto e quindi partito da qui via nave verso Israele, così come quella del BHRRC, si basa sull’esito dell’analisi condotta da Oil Change International e Data Desk, contenuta nel report “Behind the Barrell”. Data Desk ha utilizzato il modello Trade Flows di London Stock Exchange Group Data & Analytics, che fornisce una valutazione del commercio marittimo di petrolio greggio e prodotti raffinati sulla base dei dati AIS, dei dati doganali, delle informazioni pubblicate quali gli orari delle navi cisterna e dei porti e dei contributi degli analisti. I dati AIS (Automatic Identification System) sono informazioni scambiate elettronicamente tra le navi per migliorare la sicurezza della navigazione, tra cui posizione, rotta, velocità, nome, dimensioni e identificativi.
La tabella da cui si evince il dato riportato da OCI e Data Desk si trova al link https://docs.datadesk.eco/public/oil-to-israel/#table-of-shipments.

Con determinazione,
il collettivo di ReCommon

POESIA PER IL WEEKEND 1001
Ho conosciuto Gerico,
ho avuto anch’io la mia Palestina,
le mura del manicomio
erano le mura di Gerico
e una pozza di acqua infettata
ci ha battezzati tutti.
Lì dentro eravamo ebrei
e i Farisei erano in alto
e c’era anche il Messia
confuso dentro la folla:
un pazzo che urlava al Cielo
tutto il suo amore in Dio.
Noi tutti, branco di asceti
eravamo come gli uccelli
e ogni tanto una rete
oscura ci imprigionava
ma andavamo verso la messe,
la messe di nostro Signore
e Cristo il Salvatore.
Fummo lavati e sepolti,
odoravamo di incenso.
E dopo, quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno.
Ma un giorno da dentro l’avello
anch’io mi sono ridestata
e anch’io come Gesù
ho avuto la mia resurrezione,
ma non sono salita ai cieli
sono discesa all’inferno
da dove riguardo stupita
le mura di Gerico antica.
ALDA MERINI

In “bottega” di recente abbiamo pubblicato Eni-Israele: perchè è necessario continuare la lotta e Chi resiste ai vel-ENI. Qui un elenco (parziale) delle analisi su Eni in questo blog.

 Vel-ENI (ben piazzati) al ministero degli Esteri

Gli invisibili vel-Eni in Basilicata,

Afriche: veleni e vel-Eni ,

Vel-ENI, lo Stato parallelo e il collasso ecologico 

Eni: draghi a 6 zampe, 

Contro vel-ENI (nei polmoni e sui media)

Il vero lupo cattivo si chiama ENI, 

Vel-Eni e greenwashing nelle scuole ,

Vel-ENI e 3S (soldi, sangue, silenzi),  

Vel-ENI: corruzione e petrolio.

Eni denuncia chi dice la verità,  

Ossessione ENI contro gli attivisti ambientali (luglio 2025)

Le fiamme nascoste dell’ Eni in Mozambico (aprile ’25).

Qui invece due articoli che rimandano a libri di grande interesse (e dunque censurati sui grandi massmedia): Vel-Eni: tangenti, processi, pubblicità, silenzi sull’ «Enigate» di Claudio Gatti, e Sabina Morandi, i “rossi” e i vel-Eni con «C’è un problema con l’Eni» ovvero «Il cane nero si è pappato i rossi – come insabbiare un’inchiesta e liberarsi del giornalista»

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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