Saint Omer – Alice Diop

(visto da Francesco Masala) un’opera prima da non perdere al cinema, in una cinquantina di sale, un bel corto danese (di Sylvia Le Fanu) e la segnalazione di un film imperdibile su Netflix

Laurence, novella Medea, siede in un aula di tribunale accusata della morte della figlia, avuta da un uomo senza qualità, che poteva essere suo padre, lasciate poi sole, madre e figlia.

la giudice e l’avvocato (donna) cercano di inquadrare la vicenda all’interno della miserevole vita di Laurence, caduta probabilmente nel buco nero di una profonda depressione senza via d’uscita.

“prima di giudicare una persona, bisogna camminare tre giorni nella sue scarpe”, si legge in un libro, e tutte le donne del film sembrano saperlo.

appaiono nel film immagini di Hiroshima mom amour, di Maria (Medea) Callas, e alla fine si sente cantare la grandissima Nina Simone.

dall’inizio alla fine si soffre, ma non ci si pente un secondo del tempo speso per questo gran film, senza scorciatoie e senza sensazionalismi.

buona (imperdibile) visione.

ps: mi ha ricordato un libro bello e terribile di Veronique Olmi, anche lei francese.

https://markx7.blogspot.com/2022/12/saint-omer-alice-diop.html

 

 

 

 

su Netflix, dal primo dicembre, è visibile Fahra, della regista giordana Darin J. Sallam.

Qui ne scrive Michele Giorgio

anche Carlos Latuff dice la sua:

Redazione
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