Scor-data: 11 gennaio 1999

Se ne va Faber
di Daniela Pia (*)   

Fabrizio de Andrè è stato la stanza nella quale tanti di noi si sono rifugiati a pensare. La «minoranza di uno» nella quale riconoscersi e incontrare compagni di viaggio, diversi non solo nei nomi .

Volti conosciuti di nome Michè, Jones, Barbara, Bocca di rosa, Geordie, Princesa.

Storie di vangeli diversamente narranti e di re umanamente gaudenti. Umanità sorpresa ad attraversare le epoche della storia; novelle fissate da voce profonda in parole incise nella vita. Note che abbiamo cantato a squarciagola o mormorato con straziante nostalgia. Disarmonica armonia spezzata l’11 gennaio 1999.

Ho appreso la notizia in auto, la 130 scorreva monotona mentre la radio annunciava che Faber era morto. Ho pensato: – non può essere – e mi sono accorta che non vedevo più la strada. Ho accostato per fare i conti con il lutto che mi aveva colpito. Con un dolore che non avevo previsto. Quella mattina di gennaio si è incisa nel ricordo come un’ assenza che avrebbe colpito generazioni diverse. Avevamo perduto un fratello, quello che sapeva consolarci, colui che condivideva la fragilità senza tingerla di vergogna. Un solitario che camminava sul filo sospeso. Occhi senza infingimenti, a osservare ferite gocciolanti. Libertario gentile e scostante. Amico fragile, partito di gennaio nel lento fluire di un’ emozione fattasi commozione.

(*) Ovviamente su Faber in blog trovate altri post, per esempio
questo: Il mio ricordo di Fabrizio De André. 

Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog che, giusto domani, festeggia un anno: si iniziò raccontando dell’arrivo nelle sale di un film molto scomodo con un titolo – «Forza Italia» – che oggi suona meno ironico di 25 anni fa.

E proprio dall’11 gennaio 2013 ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili ma finora sempre evitati) qui in blog a mezzanotte e un minuto avete trovato una «scordata» – qualche volta ha raddoppiato o triplicato, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”. Talvolta il tema è stato leggero che ogni tanto sorridere non fa male, anzi.

Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sull’11 gennaio fra l’altro avevo ipotizzato: 1879: guerra inglesi-zulù; 1906: nasce Albert Hofmann; 1914 (forse): muore Ambrose Bierce; 1922: primo trattamento con insulina; 1929: in Urss orario di 7 ore nelle fabbriche; 1936: massacri fascisti in Etiopia; 1951: riforma Vanoni; 1980: 6 gemelli a Benevento; 2002: si apre il carcere speciale di Guantanamo. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.

Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.

Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su www.radiazione.info.

Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… vi aggiorneremo. (db)

 

Daniela Pia
Sarda sono, fatta di pagine e di penna. Insegno e imparo. Cammino all' alba, in campagna, in compagnia di cani randagi. Ho superato le cinquanta primavere. Veglio e ora, come diceva Pavese :"In sostanza chiedo un letargo, un anestetico, la certezza di essere ben nascosto. Non chiedo la pace nel mondo, chiedo la mia".

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