Scor-data: 14 agosto 1889

Nasce Willi Munzenburg

La versione di Wikipedia e gli appunti di Riccardo Mancini per un libro mai fatto (*)

Vi dico subito (io, db) che ignoro tutto del comunista tedesco Willi Munzenburg e dunque non so quanti e quali Willi Münzenberg esistano nella continua battaglia per manipolare, ricostruire, reinventare, distruggere il passato. Ve ne propongo due che, siccome per ora non ho studiato abbastanza, evidentemente non mi appartengono… ma mi sembrano un interessante punto di partenza.

Il primo Willi Münzenberg è quello di Wikipedia che – come ben si sa – a volte è esauriente e persino coraggiosa, altre omissiva e istituzionale.

Willi Münzenberg (Erfurt, 14 agosto 1889 – Saint-Marcellin, 21 ottobre 1940) è stato un politico tedesco, dirigente del KPD (Kommunistische Partei Deutschlands, Partito Comunista di Germania) all’epoca della Repubblica di Weimar e in seguito assassinato dal Nkvd. È stato anche uno dei segretari generali dell’Associazione internazionale dei giovani comunisti.

Nato a Erfurt, in Turingia, figlio di un oste, Münzenberg cresce in povertà. Fin da giovane frequenta gli ambienti sindacali e del Spd. In seguito alla separazione del 1914 tra la maggioranza moderata (Mspd) e la minoranza radicale, nota come Uspd) a causa delle diverse vedute sulla prima guerra mondiale, Münzenberg si schiera con la fazione radicale. Durante la guerra fa spesso visita a Lenin nella sua casa di Zurigo. Nel 1918 Münzenberg è tra i membri fondatori del Kpd e nel 1924 viene eletto al Reichstag dove resta in carica fino alla messa al bando del partito nel 1933. Münzenberg è uno dei pochi capi del partito ad avere un’origine davvero proletaria, fatto che lo rende estremamente orgoglioso.

Durante il periodo della Repubblica di Weimar si guadagna la reputazione di brillante propagandista. Il suo primo grande successo è una raccolta di fondi e cibo per le vittime della carestia russa del 1921. Nel 1924 lancia l’«Arbeiter Illustrierte Zeitung», che diventa la rivista illustrata socialista più letta in Germania. Inoltre Münzenberg lavora a stretto contatto con il Comintern e con la polizia segreta sovietica (nota come Čeka nel periodo 1917-1922 e come Gpu fra il 1922 e il 1934) per promuovere la causa del comunismo a livello internazionale.

Fonda diverse organizzazioni di facciata come la Lega mondiale contro l’imperialismo e il Fondo di assistenza internazionale per i lavoratori per diffondere l’ideologia comunista. Dà istruzioni al proprio assistente, il membro del Comintern Otto Katz, di andare negli Stati Uniti per ottenere appoggi per varie cause pro-sovietiche e antinaziste (Katz fonderà in seguito la Lega antinazista di Hollywood insieme a Dorothy Parker).

Per celare ulteriormente l’origine delle sue operazioni crea anche altre organizzazioni di facciata che a loro volta ne controllano altre in un sistema di scatole cinesi. I servizi segreti dei Paesi occidentali e di quelli fascisti generalmente si riferiscono a queste organizzazioni come al “Münzenberg Trust”. Inoltre Münzenberg si serve di queste organizzazioni per realizzare redditizie operazioni finanziarie (Münzenberg manteneva un alto tenore di vita ed era conosciuto con il soprannome di “Il milionario rosso”).

Dopo aver diretto la gestione all’interno del Comintern del caso Sacco e Vanzetti del 1925, Münzenberg diventa responsabile della Lega contro l’Imperialismo, creata a Bruxelles nel 1927. Ottiene quindi il suo più grande successo con il contro-processo che organizza a Londra in cui riesce a far attribuire la colpa per l’incendio del Reichstag ai nazisti. Durante il contro-processo lui e il suo staff producono la maggior parte delle prove che poi serviranno a dimostrare la responsabilità dei nazisti nell’incendio. Nel 1933 e nel 1934 il “Münzenberg Trust” pubblica due libri di grande successo, «Il libro nero dell’incendio del Reichstag e il terrore hitleriano» e il suo seguito, «Il secondo libro nero dell’incendio del Reichstag». I due libri vengono ampiamente accettati dagli storici come riportanti fatti reali fino al 1960 quando il giornalista Fritz Tobias dimostrerà come i due testi contengano numerose imprecisioni e informazioni false. Ad esempio, Tobias svela come i tunnel segreti che si supponeva che i nazisti avessero usato per entrare e uscire dal palazzo senza essere visti fossero in realtà condutture dell’acqua.

Fra il 1933 e il 1940 Münzenberg vive spesso a Parigi. Alcuni suppongono che durante questi anni di esilio egli possa aver avuto un ruolo nel convincere Kim Philby a lavorare per l’Unione Sovietica, ma non ci sono prove certe. L’argomentazione principale a sostegno di questa teoria è che Philby viene ingaggiato dai servizi sovietici tramite una delle organizzazioni del “Münzenberg Trust”, la Società mondiale per l’assistenza alle vittime del fascismo tedesco, con sede proprio a Parigi.

Nel 1934 l’influenza politica di Münzenberg raggiunge gli antipodi, dove la sua organizzazione del Comintern invia Egon Kisch a partecipare al congresso pan-australiano del Movement Against War and Fascism (un’emanazione del partito comunista australiano). Quella che avrebbe potuto essere semplicemente una visita di basso profilo da parte di uno sconosciuto scrittore ceco attrae invece l’attenzione della società australiana quando il governo conservatore di Joseph Lyons dichiara Kisch «indesiderabile come abitante o visitatore del Commonwealth» e tenta di espellerlo dal Paese. Incapace di produrre una qualsiasi prova legale del fatto che Kisch sia un comunista, il progetto del governo fallisce clamorosamente e Kisch diventa un popolare oratore, diffondendo ovunque il messaggio del Comintern di Münzenberg. Tuttavia il tentativo di creare un’organizzazione unitaria contro il fascismo in Australia alla fine terminò con un nulla di fatto.

Fino al 1936 Münzenberg rimane leale a Stalin e agli obiettivi della politica estera sovietica. È del tutto consapevole dell’enormità dei crimini di Stalin: ha visto di persona lo sfruttamento del lavoro di schiavi nella costruzione del Canale Mar Bianco-Mar Baltico, durante la quale morirono circa 100.000 prigionieri ed è testimone del tradimento del partito comunista tedesco in ossequio agli scopi della politica estera sovietica. Tuttavia non rompe ugualmente con Stalin. Invitato pressantemente a rientrare a Mosca dal compagno del Kpd in esilio Walter Ulbricht, Münzenberg rifiuta, sospettando che sarebbe stato coinvolto e liquidato proprio in quelle purghe staliniane che le sue organizzazioni dedite alla disinformazione avevano cercato di nascondere (anche Ulbricht sa queste cose e più tardi aiuterà Stalin ad eliminare i tedeschi “sleali” che combattono al fianco dei repubblicani in Spagna). Münzenberg continua a lavorare al servizio della causa antifascista in tutta l’Europa occidentale, dove riveste un ruolo nel reclutamento di uomini e nell’acquisizione di armamenti sovietici per le Brigate internazionali che combattono per la repubblica nella Guerra civile spagnola.

Nel 1937 però la situazione cambia: espulso dal Kpd con accuse pretestuose, Münzenberg alla fine decide di opporsi apertamente a Stalin. Tornato a Parigi diventa uno dei capi degli emigrati tedeschi antifascisti e antistalinisti. Il suo nuovo giornale, «Die Zukunft», diventa un precursore per l’«Encounter» e altre pubblicazioni dell’epoca della guerra fredda.

Il suo tempo sta per scadere. I suoi collaboratori più stretti (Karl Radek, Heinz Neumann e molti altri comunisti tedeschi) vengono fucilati o portati alla morte con i lavori forzati nei campi di lavoro sovietici. Sua cognata, Margarete Buber-Neumann viene incarcerata a Karaganda. Nel 1940 il Nkvd fa in modo che venga riconsegnata a Hitler, finendo per salvarle involontariamente la vita. Dopo aver passato gli anni della guerra in relativa sicurezza nel campo di concentramento di Ravensbruck, alla fine del conflitto la donna fuggì, raggiungendo la salvezza sotto forma delle truppe anglo-americane e sfuggendo all’avanzata di quelle sovietiche.

Nel giugno 1940 Münzenberg scappa da Parigi, dove stava realizzando trasmissioni radiofoniche antinaziste, per sottrarsi all’avanzata dei tedeschi. La sua fuga finisce nei boschi del sud della Francia, dove una squadra di sicari dell’Nkvd riesce a raggiungerlo e a impiccarlo ad un albero.

Fin qui Wikipedia che in bibliografia cita 7 testi: solo uno è italiano, «Willi Münzenberg: il megafono di Stalin» (2013, Siena: Edizioni Cantagalli) di Martino Cervo che essendo caporedattore centrale alla redazione milanese di «Libero» non sembra proprio la persona giusta per raccontare una storia di comunisti.

Il secondo Willi Münzenberg che qui vi propongo (o almeno vi accenno) è quello degli appunti del mio amico – fratello in sogni ribelli e socio di scrittura, ben più che amico dunque – Riccardo Mancini che nel 2007, poco prima di morire, mi scriveva che era sua intenzione scrivere un libro su questa persona… che a me era, fino ad allora, del tutto sconosciuta.

Scherzando scrissi a Riccardo «sollevami da un baratro di oblio o di cupa ignoranza» e lui mi rispose così.

«Incredibile che nessuno lo abbia sentito nominare… Ho trovato un bel po’ di materiale su questo personaggio completamente rimosso dalla storiografia. Amico personale di Trotsky e di Lenin (con lui sul treno “famoso”) oltre che di Einstein, Thomas Mann, Vassily Kandinsky…. diventa nel 1919 il responsabile della propaganda dell’Urss in Europa e Usa; è membro del Politburo fino al ’35 quando deve scappare a Parigi inseguito dagli uomini di Stalin; è l’inventore delle “marce della pace” e di tutte le associazioni di sostegno degli intellettuali di sinistra antifascisti e antinazisti. Ha messo su una decina di case editrici e un centinaio di giornali di propaganda antinazista in Europa e Usa, qualche decina di associazioni. Raccoglie un sacco di soldi in giro per il mondo e li riporta tutti a Mosca (dove, unico fra tutti i leader di partito, va in giro sempre vestito elegantissimo. con una macchina lussuosa e con la manicure personale). Nel ’40 è a Parigi ricercato dalla Gpu e dalla Gestapo ma anche dai servizi statunitensi… e scompare. A ottobre viene trovato vicino alla frontiera con la Svizzera con un filo di ferro intorno al collo un corpo in avanzato stato di decomposizione (irriconoscibile dunque ) con i suoi documenti addosso. Sto raccogliendo i materiali e voglio scrivere un libro sulla sua vita. Mi sembra incredibile che sia stato completamente rimosso: l’unico posto dove ancora lo studiano – ma decontestualizzato – è a Scienza della Comunicazione come uno dei più geniali comunicatori e propagandisti».

Una impostazione ben diversa da Wikipedia.

Altro non so dirvi.

Se non che mi sarebbe piaciuto leggere il libro di Riccardo.

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 14 agosto avevo, fra l’altro, queste ipotesi: 410: Alarico saccheggia Roma; 1489: Ferrucci ucciso dal rinnegato Maramaldo; 1865: nasce Pietro Gori; 1900: si conclude la rivolta dei “boxers”; 1942: primi deportati a Padova; 1947: nasce il Pakistan; 1952: decolla l’espressione “Terzo Mondo”; 1956: muore Brecht; 1968: Sardegna, le balle dello sbirro Grappone; 1971: l’esperimento di Stanford; 1982: istituita negli Usa la giornata dei «code talkers» navajo. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo.  (db)

Redazione
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