Scor-data: 3 ottobre 1928

Nasce il futurologo Alvin Toffler

di Fabrizio Melodia (*)

«Il cyberspazio è la terra della conoscenza e l’esplorazione di quella terra è il più alto compito a cui la nostra civiltà è chiamata»: così scriveva il futurologo, come lui stesso si definisce, Alvin Toffler che domani spegne 86 candeline.

Una vita spesa all’esplorazione dei mezzi di comunicazione di massa e del loro impatto sulla società e la cultura circostante.

Si potrebbero dire dunque studi di fantascienza, dato che Toffler come il suddetto genere, si occupa dell’impatto che la tecnologia ha avuto e avrebbe avuto sulla società, «lo choc del futuro» secondo la sua azzeccata definizione.

Nel suo libro «La terza ondata» (1980) descrive proprio il processo di nascita della società moderna, dividendolo in ondate. La Prima Ondata è caratterizzata dai «vecchi media», quelli che lui definisce “chirografici” (dal greco “keir” che significa mano e “grafein” cioè scrivere) ovvero la scrittura e la stampa. Spinto dalla necessità, soprattutto economica all’inizio, di comunicare oltre le barriere del tempo e dello spazio, l’uomo imparò presto a fissare le informazioni su un supporto permanente (pietra, argilla, papiro, carta) e codificando l’informazione con un sistema di scrittura universalmente condiviso, dapprima pittografico, poi iconografico e infine alfabetico, dapprima sillabico e successivamente fonetico. Tale messaggio, come una semplice lettera, può dunque venire trasportato e decodificato dal destinatario.

Nella stessa ondata secondo Toffler – con il quale mi trovo assolutamente concorde – è l’invenzione della stampa a caratteri mobili da parte del signor Johann Gutemberg, in quanto la stampa non fa altro che quello che prima si faceva a mano, ovvero fermare un testo scritto su un supporto per farlo circolare in modo puntuale ed efficace. In questo caso, il risultato è un numero notevolmente maggiore di testi che prima erano appannaggio solo dei monasteri dove gli amanuensi lavoravano duramente a mano. Con il tempo e con i miglioramenti della tecnologia l’informazione stampata arrivò alle masse, garantendo dunque una maggiore crescita culturale e sociale.

L’industrializzazione del 1800 e 1900 porta con sé la Seconda Ondata: la nascente industria capitalistica avrebbe richiesto la comunicazione rapida a distanza sempre di più, favorendo in breve tempo la nascita del telegrafo, del telefono, del cinema, della radio e della televisione.

Questi mezzi di comunicazione offrivano straordinarie possibilità: innanzitutto consentivano di inviare lo stesso messaggio a un numero elevato di destinatari contemporaneamente (per questo sono denominati mezzi comunicazione di massa). Il volume di informazioni aumentava in maniera straordinaria.

La cultura d’èlite era un ricordo: ormai tutto poteva essere alla portata di ogni persona, in grande quantità e in brevissimo tempo, anzi “in tempo reale” come si disse, senza più attendere i tempi di spedizione e di arrivo del messaggio. Una rivoluzione senza precedenti. Secondo il sociologo Marshall McLuhan così la Terra si rimpicciolisce: le distanze non sono più percepite come insormontabili e il mondo diventa un “villaggio globale” dove tutto è raggiungibile.

La Terza Ondata coincide grosso modo con la fine del secondo millennio (secondo la numerazione cristiana beninteso) con l’avvento dei “Self Media”, ovvero cellulari, Internet ma anche dvd, televisione satellitare e realtà virtuale. Se prima i mass-media inviavano tante informazioni ma gli utenti potevano anche essere pochi, ecco che il nuovo millennio porta informazioni di continuo, alla portata di tutti; e almeno teoricamente ogni persona è fruitore come produttore di notizie.

Una realtà sotto gli occhi di tutti: dal primo computer che occupava un intero edificio si è arrivati al tablet e all’ I-Phone 6, mentre l’incrocio tra fotocopiatrice e telefono ha dato origine al fax che a sua volta, grazie alla videoscrittura, genera la posta elettronica; i costi bassi permettono a chiunque (o quasi) di disporne.

La comunicazione diventa “Social Recording” ovvero tutti possono girare video con i cellulari o con la fotocamera reflex o compatta, montarli con i software, anche gratuiti, in circolazione, e farli girare su Internet gratuitamente con le piattaforme YouTube e Vimeo, per citare le più note. Il cerchio si chiude: tutti sono collegati in permanenza con tutti.

Toffler studierà con sua moglie Heidi anche il fenomeno della “guerra disarmata” (libro uscito in Italia nel 1994) dove le Tre Ondate vengono usate per studiare le guerre sotto un altro punto di vista rispetto a quello prospettato da studiosi come Richard Rosencrance con «In Rise of the Trading State», Paul Kennedy con «Ascesa e declino delle grandi potenze», Edward Luttwak con il concetto di «Geoeconomia», Fred Bergsten e Lester Thurow. Mentre costoro continuavano lo studio delle guerre dal punto di vista economico, Toffler e sua moglie teorizzavano uno “scontro tra le civiltà delle tre ondate”: le tre economie vigenti – ovvero la fisiocratica (dove domina ancora la natura), l’industriale e l’economia della conoscenza – si scontrano, formando un vero e proprio agglomerato in cui hanno la meglio le civiltà meglio interconnesse rispetto alle zone più povere e legate ancora ai media della prima ondata.

«Ciascuna società ha le sue esigenze economiche, politiche e militari. In questo mondo tripartito, la civiltà della Prima Ondata fornisce le risorse agricole e minerali, la civiltà della Seconda Ondata provvede al lavoro a basso costo e alla produzione di massa, mentre la civiltà in espansione della Terza Ondata afferma un nuovo dominio basato sulle metodologie con cui crea e sfrutta la conoscenza» scrivono i coniugi Toffler.

Davvero un quadro molto plausibile, condotto con il rigore scientifico ma anche l’affabulazione fantascientifica, una ricerca inquietante perché sotto gli occhi di tutti.

Auguri, signor futurologo.

(*) Ricordo – per chi si trova a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 3 ottobre avevo, fra l’altro, queste ipotesi:
1889: nasce Carl Von Ossietsky; 1943: truppe tedesche a Kos (già in blog); 1945: arrestato Finocchiaro Aprile; 1967: muore Woody Guthrie; 1993: tre pacifisti uccisi sul ponte di Vrbanja. Ma sarebbe stato interessante costruire una miscellanea sulla proposta (avanzata anni fa) di dedicare il 3 ottobre alla memoria delle vittime africane del colonialismo italiano. E come ricordate il 3 ottobre di un anno fa c’è stata l’ennesima strage a Lampedusa…

Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo. (db)

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

  • Assai interessanti le analisi di Toffler (io ho letto molti articoli ma dei suoi libri solamente “Lo choc del futuro”) ma ho una domanda: non ha lavorato troppo per i “poteri forti”?

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