Scor-data: 31 dicembre 1968

«Quella notte davanti alla Bussola»
parole e musica del Canzoniere pisano (*)  

Quella notte davanti alla Bussola

nel freddo di San Silvestro
quella notte di Capodanno
non la scorderemo mai.

Arrivavano i signori
sulle macchine lucenti
e guardavano con disprezzo
gli operai e gli studenti.

Le signore con l’abito lungo
con le spalle impellicciate
i potenti col fiocchino
con le facce inamidate.

Eran gli stessi signori
che ci sfruttano tutto l’anno
quelli che ci fanno crepare
nelle fabbriche qui attorno.

Son venuti per brindare
dopo un anno di sfruttamento,
a brindare per l’anno nuovo
che gli vada ancora meglio.

Non resistono quei compagni
che li han riconosciuti
ed arrivano i pomodori
ed arrivano gli sputi.

Per difendere gli sfruttatori
una tromba ha squillato
quando già i carabinieri
hanno corso ed han picchiato.

Come son belli i carabinieri
quando picchiano con le manette
i compagni studenti medi
dai quattordici ai diciassette.

E non la smettono di picchiare
se il colonnello non alza un dito
sono l’immagine più fedele
del nostro ordine costituito

Già vediamo i carabinieri
che si stanno organizzando
per iniziare la caccia all’uomo
con pantere ed autoblindo.

Non possiamo andare via
né lasciare i dispersi
siamo ormai tagliati fuori
per raggiunger gli automezzi

Decidiamo di resistere
e si fan le barricate
sono per meglio difenderci
dalle successive ondate.

Dalla prima barricata
alla zona dei carabinieri
sono circa 40 metri
tutti sgombri e tutti neri.

Quando cominciano ad avanzare
uno di loro spara in aria
i compagni tirano sassi
per cercare di fermarli.

Loro si fermano un momento
poi continuano ad avanzare
non è più uno soltanto
sono in molti ora a sparare.

Dalla prima barricata
vediamo bene le pistole
ma dalla seconda i compagni pensano
che siano solo castagnole.

Ci riuniamo tutti insieme
alla seconda barricata
e gli sbirri tornano indietro
vista la brutta parata.

Ancora un’ora di avanti indietro
noi con i sassi loro sparando
e tutti crediamo che sparino a salve
anche da dentro un’autoblindo.

Ma ad un tratto vedo cadere
un compagno alla mia destra
il ginocchio con un buco
e il sangue sui calzoni

Mi volto e grido «Sparan davvero!»
e corro indietro di qualche passo
due compagni portano a spalle
il ferito nella gamba.

Correndo forte sulla strada
con alle spalle i carabinieri
vedo Ceccanti colpito a morte
trasportato sul marciapiede.

Malgrado gli sforzi per aiutarlo
è difficile trovar soccorso
mentre gli sbirri ti corrono dietro
e non ti danno un po’ di riposo.

Trovata un’auto utilitaria
e portato via Ceccanti
non ci resta altro da fare
che scappare tutti quanti.

Forse alla Bussola per questa notte
i padroni si sono offesi
loro che ci offendono e che ci uccidono
per tutti gli altri dodici mesi.

Sarebbe meglio offenderli spesso
e non dare più loro respiro
tutte le volte che lor signori
capitano sotto il nostro tiro

A questo punto sembra opportuno
fare qualche considerazione
sulle diverse e brutte facce
che ci mostra oggi il padrone.

Lui ha i soldi per comprarci
il lavoro per sfruttare
i suoi armati per ucciderci
la tv per imbrogliare.

Non ci resta che ribellarci
e non accettare il gioco
di questa loro libertà
che per noi vale ben poco.

Non ci resta che ribellarci
e non accettare il gioco
di questa loro libertà
che per noi vale ben poco.

Questa ballata – scritta dal Canzoniere pisano e cantata da Pino Masi – racconta la contestazione di operai e studenti davanti al costosissimo La Bussola di Focette, in Versilia, che venne repressa nel sangue. Gli studenti hanno uova e sputi, i carabinieri armi da guerra che usano. Alla fine sono una quindicina i feriti, il più grave è Soriano Ceccanti (16 anni, figlio di un operaio della Piaggio di Pontedera) che rimane paralizzato. Ceccanti parteciperà alle Paraolimpiadi: tira di fioretto e spada. Ai Giochi di Seoul 1988, Barcellona ’92, Atlanta ’96 e Sydney 2000, conquista 4 medaglie d’argento e 5 di bronzo, individuali e a squadra, oltre a un oro mondiale nel 1990 in Olanda. Fonda anche una compagnia teatrale che si esibisce davanti ai detenuti e poi una ong, in collaborazione con una donna paraplegica congolese: «abbiamo iniziato progetti di scolarizzazione e avviamento al lavoro o autosufficienza alimentare a Kinshasa. I bambini disabili, in Africa, sono soprattutto poliomielitici. Ed essendo sempre stato, il Congo, la pattumiera d’Europa, qui arrivano rifiuti tossici di ogni tipo, che nel tempo hanno fatto nascere molti focomelici».

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili ma sinora sempre evitati) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.

Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su www.radiazione.info.

Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… vi aggiorneremo. (db)

 

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