Scor-data: 9 gennaio 1799

Muore Gaetana Agnesi, in cattedra… senza insegnare

di Daniela Pia (*)

Sette lingue arrivò a parlare Gaetana Agnesi, studiosa che sin da ragazza fu capace di coltivare interessi molteplici; nata il 16 maggio 1718 da una famiglia benestante, crebbe circondata dal bailamme di altri 20 tra fratelli e sorelle, fra loro Maria Teresa (più piccola di due anni) divenne una famosa compositrice e clavicembalista. La lungimiranza dei genitori riconobbe in Gaetana, fanciulla del settecento, i segni di un’intelligenza fuori dal comune che non poteva essere ignorata e fu valorizzata con dedizione. All’età di 21, manifestò anche la volontà di prendere i voti, ma vinta dalla resistenza paterna, si dedicò allo studio dell’algebra e della geometria. L’incontro che le cambiò la vita avvenne nel 1740, quando conobbe il monaco Ramiro Rampinelli grazie al quale le si aprirono le porte delle frequentazioni illuministe: conobbe Cesare Beccaria, autore di «Dei delitti e delle pene», il saggio rivoluzionario contro la pena di morte e la tortura, i fratelli Verri e il poeta Giuseppe Parini, che erano tra i frequentatori della sua casa. Abile conversatrice era capace di tener testa, stupendo per la sua arguzia, a molti uomini illustri del tempo. Pubblicò, in italiano, un lavoro sul calcolo infinitesimale, dal titolo «Istituzioni analitiche ad uso della gioventù»: fra i suoi obiettivi quello di rendere i princìpi base dell’algebra, della geometria analitica e del calcolo differenziale e integrale, comprensibili ai giovani; descrisse nel dettaglio la “versiera”, una curva dalla forma a campana, esprimibile in analisi matematica, con una funzione cubica, studiata anche dal matematico Pierre de Fermat. Le sue considerazioni ebbero grande risalto anche fuori dai circoli della penisola italiana e furono tradotte in francese. Il papa Benedetto XIV la scelse come docente di matematica e filosofia all’università di Bologna, eppure, nonostante fosse riconosciuta come una delle menti più brillanti del suo tempo, non poté mai insegnare… il pregiudizio contro le donne le sbarrò la strada.

Persino l’imperatrice Maria Teresa d’Austria, sovrana illuminata a cui aveva dedicato il suo trattato, riconobbe in lei la grandezza di una mente rara. Un secolo dopo, nel 1860, il professore Rinaldo Marcucci Ricciarelli le dedicò un elogio «diretto alle progressiste di Europa», ne elogiò le doti e gli studi con parole intrise di ammirazione indicandola come esempio di quell’Italia che sia andava costruendo. Carlo Pepoli la definì: «donna che invece / di sedersi plaudita / su cattedre in aule magne / amò / celarsi benedetta pietosa / nell’aure meste di ospedali / assistendo consolando curando / infermi». Mettendo in risalto la scelta compiuta dall’Agnesi alla morte del padre, nel 1752, quando si risolse ad abbandonare la ricerca e lo studio per diventare una filantropa. Con i soldi che aveva racimolato dalla vendita dei preziosi gioielli che le erano stati donati dall’imperatrice si dedicò alla realizzazione di una struttura per offrire ricovero alle persone con problemi psichici e si trasferì a vivere presso le stanze dell’Ospedale Maggiore. Su richiesta dell’arcivescovo di Milano, il cardinale Pozzobonelli, nel 1771 prese la direzione del reparto femminile del Pio Albergo Trivulzio dove lavorò senza tregua per 26 anni. Il suo impegno si profuse anche come consigliera di materie teologiche dello stesso arcivescovo, che nel 1768 la nominò «priora della dottrina cristiana», per l’opera prestata nella catechizzazione del popolo. Morì a Milano, dove era nata, il 9 gennaio 1799. Troviamo il suo nome oltre che fra le pagine dei libri terrestri su Venere, dove le è stato dedicato uno dei crateri.

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 9 gennaio avevo, fra l’altro, queste ipotesi:
1897: Cartagena raccontata da Evangelisti; 1855 (forse): nasce Anna Kuliscioff; 1882: nasce Pavel Florenskj; 1904: nasce Giorgio La Pira; 1908: nasce Simone De Beauvoir (in blog un anno fa); 1913: nasce Richard Nixon, l’imbroglione; 1923: muore Katherine Mansfield; 1950: Modena, strage delle Fonderie; 1959: nasce Rigoberta Menchù (già in blog); 1968: Monaco, processo per strage nazista di Meina; 1964: muore Halide Edip Adivar; 1993: la tremenda vicenda di JeanClaude Romand; 2006: legge contro mutilazioni genitali. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo. (db)

Redazione
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