Si scrive Crc ma forse si pronuncia crac

    Dalle parti della Cassa di Risparmio di Cesena: il caso della Lugo Immobiliare spa, maxi esposizioni bancarie e montagne di sofferenze

di Davide Fabbri (*)

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Tornano le mie inchieste su Crc, ovvero Cassa di Risparmio di Cesena, una banca arrivata al tracollo, finanziariamente morta, poi salvata dall’ingresso di 280 milioni di euro del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. Oggi desidero narrare una mia inchiesta, durata mesi, che riguarda una delle maggiori esposizioni bancarie della Carisp Cesena, che non ha mai trovato eco sulla stampa ufficiale: è il caso della Lugo Immobiliare spa, fino all’altro ieri in mano al presidente Germano Lucchi, commercialista e immobiliarista, ex presidente del cda della Cassa di Risparmio di Cesena, ex braccio destro degli imprenditori cesenati della holding della carne Arnaldo e Francesco Amadori.
Il dato clamoroso da cui partire è che nel corso degli anni la Cassa di Risparmio di Cesena si è esposta finanziariamente con la Lugo Immobiliare spa per oltre 40 milioni di euro. E’ la seconda esposizione bancaria di sempre; viene solamente dopo quella col gruppo immobiliare di Pierino Isoldi (esposizione bancaria di oltre 47 milioni di euro).
Un’altra anomalia è la composizione societaria della Lugo Immobiliare spa: il socio più importante (col 40% delle quote sociali) è la Fondazione Cassa di Risparmio e Banca del Monte di Lugo; poi la Cassa di Risparmio di Cesena spa detiene il 15% delle quote sociali (avendo ereditato analoghe quote dalla acquisita Banca di Romagna).
Pertanto controllore e controllato sono lo stesso soggetto.
Sono diverse le operazioni e investimenti immobiliari – decollate o mai decollate – legate ad enormi esposizioni bancarie della Cassa di Risparmio di Cesena nei confronti della Lugo Immobiliare spa.
Ne elenco solo tre, fra le principali e più importanti: la costruzione di un nuovo quartiere a Lugo di Romagna (“Canale dei Mulini”), l’acquisizione di un’area produttiva dismessa a Lugo di Romagna (“Acetificio Venturi”) con l’idea di trasformarla in centro commerciale Conad (questa trasformazione non si è ancora realizzata), acquisizione di altra area produttiva dismessa, questa volta a Faenza (area ex Sariaf).
Una delle cose immediate fatte dall’ex presidente della Cassa di Risparmio di Cesena Catia Tomasetti è stata quella della sostituzione degli amministratori della Lugo Immobiliare spa. Una necessaria discontinuità con le gestioni allegre del passato. Al posto del presidente Germano Lucchi – presidente della Lugo Immobiliare per diversi anni – è stata nominata Virginia Filippi, di Roma.
Virginia Filippi è stata direttore generale della Federcalcio, nominata dal commissario Guido Rossi. Ha un curriculum importante: due lauree, una in lingua e letterature straniere moderne conseguita in Italia, l’altra in Civilization presso l’università di Cambridge con l’aggiunta di due master in ingegneria gestionale e marketing.
Tornando alle vicende burrascose della Cassa di Risparmio di Cesena, vorrei ribadire una riflessione fatta da tempo.
La banca ha largheggiato nella concessione degli affidamenti. Enormi esposizioni bancarie nei confronti di società e imprenditori immobiliari, con scarse garanzie. Sono stati concessi prestiti, affidamenti allegri persino a soggetti già insolvibili, e poi non si prestavano soldi a chi ne aveva veramente bisogno.
Come sanno tutti, esiste il segreto bancario, la banca non fornisce le singole posizioni debitorie di società e di persone: per il rispetto del segreto bancario tali esposizioni non possono essere rese pubbliche. Da una mia difficile indagine interna alla banca, risultano le seguenti e pesanti situazioni di crediti deteriorati: 47 milioni di euro di esposizione bancaria col Gruppo Isoldi; 40 milioni di euro di esposizione bancaria con la Lugo Immobiliare spa; 40 milioni di euro per il nuovo Quartiere “Europa” di Cesena (Gruppo Querzoli – Nuova Madonnina – Sacchetti Nello e Walter); 25 milioni di euro con Sapro spa.
In definitiva: una banca in crisi profonda, strozzata da una montagna di sofferenze e crediti deteriorati. Azionisti vessati che si sono visti pressoché azzerare il valore delle proprie azioni. Una ragione in più per chiedere con determinazione alla Procura della Repubblica di Forlì l’accertamento delle responsabilità sulla cattiva gestione della banca negli anni passati. Per ottenere un minimo di risarcimento dei danni nei confronti degli azionisti della banca.

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(*) Davide Fabbri è blogger indipendente e portavoce Comitato Difesa Risparmiatori Carisp di Cesena. E’ spesso ospite in “bottega”. Se volete leggere gli altri suoi post sulle vicende della Cassa Risparmio di Cesena dovete andare in “cerca” e poi digitare «Crc». (db)

Davide Fabbri

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