Squarci di Haiti.. nella poesia di Paul Laraque

di Sandro Sardella   

sardella-paullaraque

le notizie le immagini devastanti agghiacciano .. come è possibile

tanta furia tanta miseria per questo popolo già martoriato dal

terremoto del 2010 .. da colonialismi e dittature tristemente

famose e vergognose .. ??!! ..

ho osato .. ho sforbiciato alcune strofe dal lungo poema “La sabbia

dell’esilio” di Paul Laraque (pubblicato da Multimedia Edizioni di

Salerno nel 1994 e tradotto da Giancarlo Cavallo) .. ..

sentire una delle grandi voci dei Caraibi .. che testimonia la storia

drammatica dello sfruttamento della popolazione di colore .. che

rivendica l’originalità della propria cultura creola .. che lotta contro

l’imperialismo .. che canta la bellezza della sua terra .. la tenerezza

dell’amore .. che vive “La sabbia dell’esilio” .. .. sentire .. ..

(P.S: nel 1989: «Fistibal/Slingshot» – Port-au Prince/San Francisco, traduzione di Jack Hirschman )

 

La sabbia dell’esilio

… … …

isola di palme verdi

e di sabbia bionda

come la straniera

isola di montagne incantate

i cui alberi musicanti sono stati tagliati

isola di contadini neri

braccati dagli uccelli voraci della fame

isola abbandonata

sulle ali di schiuma degli uragani

cavalli impazziti del’apocalisse

le zattere vacillanti della speranza

trasportano i tuoi figli allucinati

verso le nuove rive della disgrazia

isola separata dal resto del mondo

isola legata al resto del mondo

dalla cavità della terra

alla cavità del cielo

l’acqua apre e chiude il cerchio

l’acqua chiuse il ciclo della notte

col prisma dei colori del giorno

ne ho abbastanza

dei tuoi dèi

che si nutrono di te

dei tuoi canti

che distillano la loro sofferenza nel mio sangue

delle tue danze

che lasciano l’impronta dei tuoi passi nella polvere

della mia vita

ne ho abbastanza

dei topi della tua miseria

delle piattole della tua paura

dei serpenti della tua magia

dei corvi della tua disperazione

dei rospi vischiosi della tua rassegnazione

dei granchi divoratori dell’esilio

ne ho abbastanza

delle tue fughe nell’immaginario

delle tue fughe attraverso le frontiere e il mare

delle tue fughe folli da inferno a inferno

ne ho abbastanza

dei tuoi zombi

che assillano i miei giorni e le mie notti

ti scuota improvviso il vento della collera

e cada infine la maschera del tuo destino tragico

mi trasporti sulle sue ali l’uragano popolare

perché nascano gli uomini in mezzo ai lampi

abolita ogni traccia del tempo degli assassini

sulle terre dilavate dalla rivoluzione

fioriranno gli alberi della nuova stagione

… …. ……

la spiga di un voce cresce

fino all’estrema punta del grido

… … …

terra ad alta combustione

terra che trema per sradicare le stelle

terra in cui le fiamme bruciano le messi

terra che inghiottisce gli alberi e la linfa

… ….

terra dove le sirene hanno palazzi sottomarini

terra delle praterie blu dell’infanzia

terra dove le porte di cristallo dei fiumi

s’aprono su delle negre che danzano

. ……………………………..

Redazione
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