web analytics
La Bottega del Barbieri

Un’altra UE è possibile, anche sulle droghe

di Fuori Luogo (*)

L’International Drug Policy Consortium (IDPC) invita la Commissione europea a fare della nuova strategia sulle droghe un vero strumento di diritti, salute pubblica e giustizia sociale. Tra le priorità: superare l’approccio repressivo, rafforzare la riduzione del danno, proteggere la società civile e sostenere l’innovazione delle politiche.

L’International Drug Policy Consortium (IDPC) — rete globale che riunisce oltre 190 organizzazioni della società civile e comunitarie a cui aderisce Forum Droghe — ha accolto positivamente l’apertura della Commissione europea a una consultazione pubblica sulla nuova strategia antidroga dell’Unione. Ma al tempo stesso invita Bruxelles a non perdere di vista i principi fondativi dell’Unione: diritti umani, giustizia sociale e salute pubblica.

Secondo IDPC, il cui documento trovate tradotto su fuoriluogo, la nuova strategia europea deve andare oltre la tradizionale ossessione per la riduzione dell’offerta, un approccio che in decenni di politiche punitive ha prodotto scarsi risultati e gravi violazioni dei diritti. Occorre invece garantire un equilibrio reale tra prevenzione, riduzione del danno, trattamento e cooperazione internazionale, con una ripartizione equa delle risorse.

Al centro, sottolinea il network, deve esserci la società civile: in molti paesi europei le organizzazioni indipendenti sono sempre più sotto pressione, tra restrizioni, stigmatizzazione e tagli ai finanziamenti. Per questo IDPC chiede che la nuova strategia riconosca e protegga esplicitamente il ruolo di ONG e comunità, assicurando processi partecipativi trasparenti e un accesso equo ai fondi.

Un’altra priorità è il rafforzamento di un approccio basato sui diritti umani e sull’evidenza scientifica, allineato con le linee guida delle Nazioni Unite e con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Sul piano operativo, IDPC chiede che l’UE dia piena priorità alla riduzione del danno: ampliando e finanziando servizi essenziali come le stanze per il consumo sicuro, il naloxone da portare a casa e i programmi in carcere. La strategia dovrebbe includere un piano d’azione specifico, con obiettivi misurabili e un approccio olistico che affronti le vulnerabilità sociali e sanitarie delle persone che usano droghe.

L’organizzazione chiede inoltre di sostenere l’innovazione politica: in vari Stati membri esperienze di depenalizzazione o regolamentazione stanno aprendo nuove strade, che l’UE dovrebbe riconoscere e promuovere. Misurare i risultati in termini di salute e inclusione, non di arresti o sequestri, è la via per costruire politiche realmente efficaci.

Infine, IDPC invita l’Unione a mantenere un ruolo di leadership progressista nelle Nazioni Unite, promuovendo una posizione unitaria fondata sui diritti umani e assicurando la partecipazione della società civile nei processi decisionali internazionali.

Una strategia europea sulle droghe coerente con i suoi valori fondanti — conclude l’IDPC — può rappresentare un modello globale alternativo alle politiche di criminalizzazione e stigmatizzazione. Un’altra Europa è possibile, anche sulle droghe.

(*) https://www.fuoriluogo.it

________________________________________________________________________

Sulle droghe abbiamo un Piano

Fermiamo la guerra alla droga, contro il governo della paura garantiamo diritti civili e sociali

Il 7 e 8 novembre è stata annunciata la Conferenza Nazionale governativa sulle Droghe. Il copione appare già scritto dalle norme repressive approvate da questo governo: dal decreto anti-rave, al decreto anti-giovani (cosiddetto Caivano) che ha riempito di minori le carceri, sino alle norme che trasformano il codice stradale in una legge che criminalizza ulteriormente i consumatori di droghe. Il Decreto Sicurezza che viola, infine, la Costituzione restringendo le libertà individuali e per pura ideologia assimila una sostanza senza effetti psicoattivi, come la cannabis light, alle sostanze psicotrope vietate.

In questo quadro vanno inserite le reiterate dichiarazioni del Sottosegretario Mantovano, con delega alle politiche sulle droghe, sulla presunta inefficacia della Riduzione del Danno (RdD). Il Governo ignora decenni di evidenze e di studi, che dimostrano i suoi chiari risultati in termini di tutela e promozione della salute, di inclusione sociale, di prevenzione delle patologie infettive e dell’overdose, migliorando la convivenza civile e riducendo stigma e pregiudizi. La Riduzione del Danno/Limitazione dei Rischi si dimostra sempre più come una prospettiva politica, culturale e operativa necessaria per affrontare i continui cambiamenti indotti dal mercato ed i mutamenti sociali negli stili di consumo delle droghe.

Nel solco di questa storia già scritta, il Governo ha escluso, nella preparazione alla Conferenza Nazionale, tutte le organizzazioni della società civile esperta e delle Persone che Usano Droghe (PUD). Una scelta che segna una sostanziale differenza con la precedente Conferenza Nazionale del 2021 che aprì il confronto a tutti, approvando documenti innovativi per le politiche sulle droghe ed elaborando il Piano Nazionale sulle Droghe, non a caso ignorato dal governo Meloni.

La rete delle organizzazioni della società civile per la riforma delle politiche sulle droghe non intende rimanere in silenzio. Critichiamo in modo radicale questa impostazione e costruiremo il percorso verso una Contro-conferenza autoconvocata con una serie di iniziative sul territorio. Condivideremo con tutte le persone e le organizzazioni interessate le nostre proposte per un reale governo delle droghe, documentandone l’efficacia. Proporremo la nostra strategia e le pratiche necessarie per porre fine alla guerra alle droghe e alle persone che le usano, alle discriminazioni sociali, al razzismo istituzionale e allo stigma, e promuovere politiche attive rispettose delle conoscenze, delle esperienze, dei diritti e della salute.

Lo faremo chiedendo il coinvolgimento delle realtà sociali, dei territori, del mondo giovanile e studentesco, del mondo sindacale e del lavoro, promuovendo un dialogo con tutte le forze politiche disponibili. Lo faremo proponendo un ruolo da protagoniste alle città aderenti alla Rete ELIDE e chiedendo alle regioni di attuare i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) della RdD previsti dalle norme vigenti. Lo faremo con le reti europee della società civile e delle PUD e con tutti coloro che vorranno portare un contributo a questo percorso.

Il disastro del modello della guerra alla droga, in termini di inefficacia nel raggiungere qualsiasi obbiettivo di riduzione di domanda e offerta di droghe e al tempo stesso di danni collaterali generati, è ormai un’evidenza anche nei documenti ufficiali internazionali. È ineludibile un cambio di rotta radicale nelle politiche sulle droghe: l’asse va spostato dalla repressione e dal penale verso una strategia di governo sociale del fenomeno attraverso una completa e reale depenalizzazione e decriminalizzazione dell’uso di droghe e la regolazione legale della cannabis.

Abbiamo elaborato nel tempo proposte di legge basate su questi principi che intendiamo riproporre nel dibattito istituzionale, e abbiamo indicato – in più occasioni – una serie di misure intermedie per l’attuazione dei LEA RdD, per il cambio di paradigma del sistema pubblico nell’ottica della tutela della salute, per la limitazione del ricorso al carcere per le PUD potenziando le misure alternative alla detenzione territoriali e con una particolare attenzione alle madri recluse, in una logica di giustizia di comunità.

Governare le droghe è possibile.

Unisciti a noi, aderisci all’appello e costruisci insieme alla società civile per la riforma un percorso diffuso nel paese per fermare la guerra alla droga e garantire i diritti civili e sociali. Incontriamoci tutte e tutti a Roma il 6, 7 e 8 novembre 2025 per un grande momento collettivo di scambio, confronto e proposta.

Enrico Semprini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *