tre libri di Amara Lakhous
di franz (*),
può capitare di scoprire che uno degli scrittori italiani più bravi è algerino
La zingarata della verginella di via Ormea – Amara Lakhous
un giornalista calabrese a Torino, il suo direttore padronale e razzista (si chiama Salvini, sarà una coincidenza), storie di pregiudizi e di persone vere, mica di ideologie, speriamo che la realtà si avvicini al romanzo, dove tutto sembra possibile, la realtà sembra ingessata, incancrenita, senza vie d’uscita, senza fantasia (non è un gioco di parole).
il suo giornalista-investigatore è nel solco dei migliori personaggi della letteratura europea, che è molto meglio di quella degli Usa, per i miei gusti.
ogni libro che passa Amara Lakhous cresce, per stile e capacità di non far chiudere il libro fino alla parola fine, ed è un onore per la letteratura italiana (meritatamente o no, chissà) avere uno scrittore così bravo.
non perdetevelo, l’unica controindicazione è che poi molti altri scrittori che crede(va)te bravi saranno un po’ ridimensionati.
Un pirata piccolo piccolo – Amara Lakhous
Hassinu racconta in tre giornate una città e un mondo che diventa insostenibile e l’unica via di salvezza è la fuga.
ha qualche amico, qualche parente, un lavoro che sta per evaporare, vive in una società corrotta e violenta, in un mondo che non è tanto estraneo al nostro, in parte almeno.
si sentono arie di Albert Cossery e Nagib Mafhuz e Ala al-Aswani, di quel mondo urbano delle città dell’Africa del nord (o del Mediterraneo del sud, a scelta).
parafrasando Bertolt Brecht si può dire che “Sventurata è la terra che produce emigranti e profughi”.
non è perfetto, ma è un libro che merita.
Contesa per un maialino italianissimo a San Salvario – Amara Lakhous
un giornalista un po’ investigatore, un po’ mediatore “culturale” nel suo quartiere, un omaggio a Jean Claude Izzo, un pasticciaccio brutto che può andare a finire male, e altro, per un romanzo che si legge davvero bene.
e a dimostrazione che i libri “gialli” raccontano la realtà come tanti saggi, senza annoiare un minuto.
a me è piaciuto molto, non entrerà nella storia del romanzo, ma neanche sfigura di fronte a tanti colleghi titolati, provateci, trascorrerete un paio d’ore piacevoli.