Voucher, referendum e diritti di chi lavora

una lettera di Gian Marco Martignoni e una “minima” storia esemplare (*)

Gmm-maurobiani

Cara direttrice,

l’altro ieri ho accompagnato all’Ispettorato del Lavoro di Varese un lavoratore straniero che si era recato in una nostra sede di zona per chiedere la regolarizzazione del suo rapporto di lavoro, in quanto è più di sei mesi che lavora in nero e non percepisce gli assegni famigliari, oltre a non poter godere dei suoi naturali diritti.

L’ho accompagnato perché mi ha detto che si era recato da solo all’Ispettorato, ma non capiva perché non avevano raccolto la sua denuncia e questo fatto lo aveva abbastanza contrariato.

Orbene non è stato facile denunciare il suo caso ma dopo un’ora e mezza di colloquio con un funzionario dell’Ispettorato abbiamo raggiunto il nostro obiettivo.

Nell’azienda in cui lavora sono ben quattro i lavoratori non in regola, solo che l’azienda distribuisce ogni settimana una parte del compenso per le giornate lavorate in voucher e l’altra in nero in contanti.

Per come è congegnata la normativa dei voucher l’azienda può non costituire un regolare rapporto di lavoro con il lavoratore e di conseguenza il lavoratore si trova nelle difficoltà di dimostrare che il suo rapporto di lavoro è completamente in nero e irregolare.

Per questa ragione abbiamo presentato come Organizzazione sindacale una richiesta di ispezione dell’azienda per i quattro lavoratori comunque non in regola, segnalando gli orari della loro prestazione lavorativa; mentre per il coraggioso lavoratore straniero abbiamo richiesto l’attivazione della conciliazione monocratica, ovvero un contraddittorio con l’azienda promosso dalla Direzione Territoriale del Lavoro, al fine di accertare l’irregolarità del rapporto di lavoro e far valere le sue richieste.

Anche per questi motivi è più che opportuno sostenere i tre referendum abrogativi promossi dalla Cgil, unitamente alla legge di iniziativa popolare sulla nuova carta universale dei diritti del lavoro.

Fraterni saluti

(*) Lettera inviata da Gian Marco Martignoni – della Cgil di Varese – a un giornale locale. LA VIGNETTA è di MAURO BIANI

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