Yvonne Madelaine Brill ovvero la propulsione spaziale

di Barbara Bonomi Romagnoli

Il giorno dopo la morte di Yvonne Madelaine Brill avvenuta il 27 marzo 2013, all’età di 88 anni, così si leggeva sul New York Times: «Sapeva preparare un eccellente manzo alla Stroganoff, ha seguito suo marito di lavoro in lavoro e si è presa otto anni di pausa dal lavoro per crescere tre figli». Un simpatico e maschilista necrologio, di quelli che non mancano mai, a sottolineare che dietro una grande donna c’è sempre un maschio. Sì perché nel caso specifico senza il lavoro di Brill – scienziata nata in Canada di origini belghe e naturalizzata negli Usa – non avremmo il sistema di propulsione spaziale che permette il buon funzionamento di satelliti, navicelle e sonde spaziali, ossia qualcosa di indispensabile anche per le nostre telecomunicazioni di massa.

Quale sarebbe stato il ruolo del marito in tutto questo ancora non è chiaro. Quelle poche frasi hanno aperto un dibattito nei media anglosassoni come racconta la collega Daelli su OggiScienza: «Tra i commentatori indignati e irritati, non è mancato chi ha usato l’ironia, chiedendosi come suonerebbe la vita dei grandi scienziati di sesso maschile se venisse usato lo stesso taglio narrativo e qualcuno ha anche infilato, fra un tweet e l’altro, il rammarico di non poter leggere la ricetta di quello Stroganoff». Il New York Times accusò il colpo e non tardò rettificare il necrologio.

A distanza di quasi dieci anni dall’accaduto, la vita e la ricerca di Brill è ancora poco nota, almeno in Italia, fuori dagli ambiti accademici: un altro modello di donna che ha rotto gli schemi e per questo poco raccontata.

Volle andare a scuola dopo aver avuto notizia delle peripezie di Amelia Earhart, la prima donna a pilotare un aereo attraverso l’Oceano Atlantico, e cercò di iscriversi al programma di ingegneria dell’Università di Manitoba quando aveva 18 anni ma le venne negato. Un campo estivo obbligatorio per chi studiava allora ingegneria non disponeva di strutture per una donna e il preside si rifiutò di cambiarle per accogliere Brill. Non si arrese e si laureò in matematica e chimica attorno ai 20 anni e quell’offesa iniziale la rese molto risoluta dinanzi alle discriminazioni di genere che subì anche durante la sua carriera. Sembra che il suo motto fosse «Resta allegra e non arrabbiarti quando vieni insultata». Si ritiene che sia stata l’unica donna a lavorare sui missili negli Stati Uniti negli anni ’40. Dopo l’università infatti si trasferì a Los Angeles per lavorare per Douglas Aircraft e il suo primo impegno consisteva nel calcolare le traiettorie per un potenziale satellite. Successivamente lavorò anche per la Nasa sulle ricerche per i razzi che avrebbero contribuito alle missioni nello spazio. Per anni si concentrò su un suo personale progetto di ricerca inventando un sistema che ha consentito ai satelliti di utilizzare il carburante in modo più efficiente: è stato utilizzato per mantenere i satelliti in orbita dal 1983 e rimane lo standard del settore.

Un breve video è qui:

https://www.youtube.com/watch?v=6LP2Ni0c1Bg

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

 

Redazione
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Un commento

  • Andrea Ettore Bernagozzi

    Aggiornato con le attuali tecnologie, il sistema di retrorazzi che ha fatto atterrare sul suolo marziano il rover Perseverance lo scorso 18 febbraio è la più recente applicazione della propulsione con idrazina ideata da Yvonne Brill. Grazie per questa preziosa scor-data.

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