Ius Soli: giocare sulla pelle altrui

Un intervento di Domenico Stimolo (*) e un appello – dal Friuli Venezia Giulia – su «Il dialogo».

Aspettando il 21 ottobre.

Nuovi diritti di cittadinanza: “giocano” sulla pelle dei bambini

di Domenico Stimolo

Ultradestre, destre, centristi, semicentristi, esperti di equilibrismo, pentastellati, rimasugli di tutte le risme, voltagabbana, retori egocentrici, tengo famiglia, professionisti dell’egoismo, quaquaraquà a tempo pieno, “professionisti” improvvisati della politica, falsificatori di notizie, esperti nello stare a galla etc congiurano contro i bambini, creature innocenti.

Sono pronti a tutto pur di negare il riconoscimento del diritto di cittadinanza ai bambini e ragazzi – figli di profughi e migranti –  nati, cresciuti e acculturati in Italia, che attualmente vivono nel limbo dell’assoluta negazione della cittadinanza. Rigettano gli obiettivi, peraltro non “estremisti” della proposta di legge (largamente mediata) già approvata nella Camera dei Deputati il 10 ottobre 2015.

Ufficialmente accampano le motivazioni più stravaganti, parecchi tentano la famosa e famigerata salita sugli specchi. Certo c’è un nucleo duro e famelico, abbastanza grande e variegato in loghi e composizioni, che in maniera esplicita manifesta i propri intendimenti contro i diritti civili e umani. Hanno come basamento il razzismo più becero e violento. In molti casi, in maniera più o meno diretta, inneggiano ai “fasti” della dittatura fascista, quella della razza eletta, espertissimi e feroci  nella persecuzione delle persone etichettate diverse.

Il resto della composita cordata come riferimento e guida ha essenzialmente l’ipocrisia, cioè la convenienza politica, giusto nel solco del “che ne viene a me?”.  Ogni mattina misurano quotidianamente gli spostamenti d’aria dell’avvelenamento delle coscienze, che in maniera ossessiva e falsificatrice vengono seminati a tempo pieno dai templari della politica e da imperturbabili gazzettieri, infiltrati in tutti i segmenti informativi, giusto per fare buffonesco spettacolo.

I nemici della solidarietà e dei fondamentali diritti umani, distillatori scientifici dell’odio e della paura, sono sempre più sulla breccia,  in continua azione contro i diritti universali della dignità umana,  codificati nel nostro Paese in maniera imprescindibile dalla Costituzione. In questi ultimi anni, complice la perversa strumentalizzazione della strutturale crisi economica che continua a colpire ampi strati della popolazione, con disagi e povertà sempre crescenti, grandi rotture si sono determinate nella coesione democratica  e nell’incapacità (molte volte appositamente voluta) di adeguate risposte sociali.

Le tossine del “dagli al nemico” – individuato negli emarginati e negli indigenti, indigeni, rom, profughi, migranti – hanno raggiunto conseguenze inimmaginabili fino a poco tempo addietro, colpendo in maniera eccezionale anche le ONG che prestano azione umanitaria nel soccorso in mare. Tutto questo è ancor più incredibile per un Paese da sempre imperniato (almeno per la gran parte della popolazione) sui valori di solidarietà propugnati dal cattolicesimo. E da laico esprimo vivo apprezzamento sulle precise posizioni assunte dalle strutture principali della Chiesa cattolica a sostegno della proposta di legge.            

Le forze politiche costituenti la maggioranza di Governo sono state molto rilassate e guardinghe, con l’occhio rivolto al numeroso “can che abbaia”. Nel lungo arco di tempo dei ventiquattro mesi, trascorsi dall’approvazione da parte dei deputati, potevano benissimo sottoporre la proposta legislativa  al voto del Senato, specie in momenti favorevoli negli equilibri governativi. Invece, con grande alacrità si sono impegnati in maniera indefessa nel progetto della riforma costituzionale ma il referendum del 4 dicembre dello scorso anno ha sancito la batosta dell’insana legge, spazzando via i desideri egocentrici del comando.

Ora, sui diritti di cittadinanza – la riforma promossa dal grandissimo cartello civile e democratico rappresentato dal logo «L’Italia sono anch’io» –  è arrivata la dichiarazione di resa. La grande maggioranza “arcobaleno” retta da tanti transfughi del precedente centro-destra si è rotta, pur continuando nella normale amministrazione delle cose. Sulla “madre di tutte le battaglie civili” i centristi, che tradizionalmente si definiscono cattolici, abbandonano, distillando lacrime. Eppure i bambini e i ragazzi interessati alle nuove regole di cittadinanza sono oltre 800.000. Però i “centristi” laconicamente affermano: «non è il momento». Una rappresentante di primo piano del governo, Elena Boschi, afferma «oggi non ci sono i numeri in Parlamento». Aspettano, a loro dire, “tempi migliori”, con la prossima legislatura. Banalmente non considerando che bisognerà ripartire da zero, bruciando cinque anni, e che con i tempi che corrono dalla prossima composizione parlamentare (dato altresì le rilevanti mutazioni intervenute nelle tecniche elettorali) potrebbe essere impossibile costituire una maggioranza che approvi.

In questo contesto la posizione più ineffabile è quella del Movimento 5 Stelle, già astenutosi durante il voto nella Camera dei Deputati (ottobre 2015) e dichiarando lo stesso atteggiamento sul voto al Senato.   Su una questione di tale portata hanno interamente cambiato posizione. Infatti il 24 giugno 2013 presentarono una proposta di legge (c. 1204), firmata da decine di deputati 5 stelle, che nei fatti risulta perfettamente allineata (per alcuni aspetti migliorativa) dell’attuale. Poi, per ragioni incomprensibili, hanno assunto posizioni totalmente divergenti. Oggi, disconoscendo che nella gran parte dei Paesi europei sono vigenti da tempo normative – con modalità più o meno differenziate – che riguardano il riconoscimento della cittadinanza ai figli degli immigrati, richiamano l’assoluta necessità «di una discussione ed una concertazione con gli Stati dell’Unione Europea, per avere regole uniformi». Seguendo questo indirizzo, avendo chiara la situazione di grande melmosità e divergenze in essere in Europa sui profughi e migranti, in Italia tutto verrebbe  rinviato ad anni assolutamente imprecisabili. Del resto cosa si ci poteva aspettare considerando che attualmente nel Parlamento Europa il Movimento 5 stelle fa parte del Gruppo EFDD (Europa della Libertà e della Democrazia Diretta) costituito da partiti dichiaratamente di destra?

Il fronte civile e democratico in Italia si muove in maniera attiva e il 21 ottobre si terrà a Roma una grande manifestazione: «Giustizia ed uguaglianza contro il razzismo» (**) organizzato da un ampio schieramento di strutture sociali, associative e politiche.

L’approvazione della riforma sulla cittadinanza è inserita in maniera prioritaria nella piattaforma che promuove il corteo.  

Si può supporre che il Governo metta ai voti al Senato la nuova legge, in rispetto e dovere ai canoni fondativi della nostra Repubblica, al di là dei numeri compositivi nominali della maggioranza, facendo leva sulle libere coscienze che possibilmente non mancano, e non tanto sugli ordini di scuderia?

Concetto augurabile ma molto coraggioso. Nel Governo però mancano i presupposti ideali complessivi e le donne e gli uomini  con energia democratica adeguata. Altri tempi, purtroppo, dai “Padri Costituenti”.

(*) sempre di Domenico Stimolo vedi Ius soli: giù la maschera e a ciascuno il suo. Ma in “bottega” vedi anche Non si nasce razzisti, ce lo insegnano con l’Appello di docenti ed educatori per lo ius soli e lo ius culturae (e un testo di Alessandro Ghebreigziabiher)

(**) cfr 21 ottobre: tutte/i a Roma

UN APPELLO (***)

Riteniamo doveroso contribuire a far sì che la conoscenza da parte dell’opinione pubblica del Disegno di Legge 2092 «Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, e altre disposizioni in materia di cittadinanza» (cosiddetto ius soli temperato e ius culturae), sia il più possibile chiara ed esauriente. Consideriamo altresì improrogabile la sua approvazione al Senato nella stessa formulazione con cui è stato approvato alla Camera ancora nell’ottobre 2015.

Osserviamo che, in base ai requisiti da esso fissati, la cittadinanza (ius culturae) non viene concessa ai figli appena nati da donne arrivate sui barconi, ma ai bambini nati in Italia o entrati prima dei 12 anni, che abbiano frequentato regolarmente per almeno 5 anni uno o più cicli scolastici e, se si tratta di scuola primaria, l’abbiano conclusa positivamente.

La cittadinanza non viene concessa ai giovani ritenuti pericolosi per la sicurezza pubblica, ma a quelli che siano residenti legalmente da almeno 6 anni, che abbiano frequentato e ottenuto il titolo conclusivo di almeno un ciclo scolastico o di un corso triennale o quadriennale di formazione professionale.
La cittadinanza (ius soli temperato) non viene concessa ai nati da genitori che non vivono in Italia da almeno 5 anni, che non lavorano, non hanno reddito e non hanno un’abitazione conforme ai requisiti di legge.
Non è vero inoltre che i genitori stranieri acquisiscono automaticamente la cittadinanza una volta che il figlio l’ha ottenuta: per gli adulti, resta il requisito dei 10 anni di permanenza continuativa in Italia, oltre alla esclusione di chi sia stato oggetto di condanne o segnalazioni relative alla sicurezza pubblica.
Perché allora si ritiene necessario che le disposizioni contenute nel DDL 2092 che – come si vede – non è privo di restrizioni diventino al più presto legge? Oggi in Italia, ci sono circa 800.000, tra bambini e giovani, nati o che da anni vi risiedono, che frequentano da anni le scuole italiane, che parlano spesso solo l’italiano e che finalmente non sarebbero costretti ad una serie di disagi e limitazioni, tra cui l’impossibilità di viaggiare all’estero e di dover attendere il rinnovo annuale del permesso di soggiorno, con la relativa perdita di tempo e di denaro.

Ci sembra di conseguenza necessario che il DDL 2092 sia approvato al più presto anche perché garantirebbe la cancellazione di una norma di legge che condanna ancora oggi all’inesistenza alcuni bambini nati in Italia.
Infatti, a seguito dell’approvazione della legge n. 94/2009, ci sono bambini cui la lettera g del comma 22 dell’art.1 di quella legge nega il certificato di nascita. Il mezzo con cui ciò avviene non è diretto ma obliquo: l’imposizione, al genitore che voglia registrare la nascita di un figlio, della presentazione del permesso di soggiorno, documento di cui non dispone se migrante non comunitario irregolare.

Il comma 3 dell’art. 2 dello stesso DDL 2092 eliminerebbe questa ferita grave nella nostra legislazione, permettendo il ripristino di un diritto umano fondamentale, quale quello all’esistenza giuridica di ogni bambino come garantita dal certificato di nascita, sancito dalla legge 176/1991, ratifica della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (1989).

A questo riguardo, dobbiamo segnalare l’inaccettabile proposta di un emendamento soppressivo dello stesso comma, firmata da 8 senatori appartenenti a FI-PDL: se tale proposta di cancellazione fosse accolta, potrebbe accadere – come temiamo sia già avvenuto – che dei bambini nati in Italia restino ancora senza un nome, senza un’identità, senza una famiglia di appartenenza. Rimarrebbero così privati di tutti i diritti, con il rischio di essere vittime di varie forme di sfruttamento e di crimini.

Il Disegno di Legge sulla cittadinanza dev’essere quindi approvato al più presto al Senato per i motivi sopraesposti e anche perché favorirebbe una vera integrazione tra i giovani, di cui avvertiamo l’urgenza.

Associazioni firmatarie
Associazione Centro di Accoglienza e di Promozione culturale “E. Balducci” ONLUS;

Rete Radié Resch (Rete Nazionale);

Consiglio direttivo territoriale del Gruppo Immigrazione Salute Friuli Venezia Giulia della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni – GrIS Fvg;

Unione forense per la tutela dei Diritti Umani sez. FVG; “Le donne resistenti” (Udine);

Legacoopsociali Friuli Venezia Giulia; Senonoraquando? SNOQ? Udine;

Movimento di Cooperazione educativa (MCE), segreteria nazionale;

Movimento di Cooperazione Educativa (MCE), Gruppo territoriale Udine;

Movimento di Volontario Internazionale – MoVI ; Centro Culturale Luciano Tavazza del FVG;

Strada facendo” Manzano (Udine); .. Time for Africa (Udine); // ARCI Udine Pordenone;

ARCI Trieste; Donne in Nero – Udine; .. Rete Solidale PN;

Amici dell’Hospitale, S. Tomaso di Majano (UD); Dalla parte dei bambini Onlus Udine;

Gruppo volontari Roraigrande (PN); Comunità Nove- Itaca (Udine); Ospiti in Arrivo (Udine);

Associazione 0432 Basiliano (Udine); Coop Damatrà onlus (Udine);

ANTEAS FVG (Assoc. Nazionale Tutte le Età Attive per la Solidarietà Friuli Venezia Giulia);

Oikos onlus UD; Associazione di volontariato IL NOCE ONLUS, Casarsa della Delizia (PN);
Rete Numeri Pari FVG; Amici di Totò ONLUS, Colloredo di Monte Albano (UD);

La Tela (Udine); Comitato Pace e Convivenza Danilo Dolci (Compax) (Trieste);

LIBERA Coordinamento Provinciale di Udine; L’Arca della Pace UD; Welcome S. Vito (PN);

ACCRI –Trieste – (Associazione di Cooperazione Cristiana Internazionale)

(***) http://www.ildialogo.org/cEv.php – a cura di Augusta De Piero

LE VIGNETTE – scelte dalla “bottega” – SONO DEL “NOSTRO” AMATO MAURO BIANI.

 

Redazione
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