Ridurre le disuguaglianze? Una patrimoniale
di Danilo Tosarelli
In Italia ci sono 517 mila milionari. Sono quelli che detengono almeno un milione di dollari in ricchezza.
Poi ci sono 2600 persone che detengono un patrimonio superiore ai 100 milioni di dollari. Davvero quisquilie.
Nel 2024 l’Italia risulta l’ottavo Paese al mondo per ricchezza finanziaria con 6900 miliardi di dollari. Siamo poveri?
La precedono USA, Cina, Giappone, Germania, Gran Bretagna, Canada e Francia. Ricerca annuale BCG.
7 premi Nobel per l’Economia firmano un appello che rilancia la questione «tassazione sulla ricchezza estrema».
Ormai, il divario tra super ricchi e tutti gli altri è diventato un allarme da non trascurare. Si chiama disuguaglianza.
Questa disuguaglianza può sabotare il funzionamento ed il destino delle democrazie. Appare su Le Monde l’8 luglio.
L’appello invita la Francia ad assumere un ruolo di guida sul piano globale, approvando la famosa “imposta Zucman”
Il francese Gabriel Zucman propone una tassa minima del 2% per chi ha patrimoni superiori ai 100 milioni di euro.
L’economista è il direttore dell’Osservatorio fiscale della Unione Europea. Questa tassa riguarderebbe 1800 famiglie.
1800 famiglie francesi che potrebbero garantire entrate significative per finanziare welfare, sanità e transizione ecologica.
L’appello scrive che “con la tassa sugli ultraricchi la Francia può indicare la strada al resto del mondo”. I firmatari spingono.
“Oggi, miliardari come Musk o Bernard Arnault pagano sul reddito aliquote dello 0,1% in Francia e 0,6% in USA”. Incredibile.
” Non sono stati mai così ricchi, ma contribuiscono troppo poco ai costi comuni, rispetto alle loro reali capacità”. E il perchè?
Perchè sono in grado di mettere in campo sofisticate strategie di ottimizzazione fiscale che consente loro di “schermare”.
Chi invece si trova costretto a pagare tutte le tasse senza alcun vantaggio fiscale? Sono i lavoratori dipendenti e i pensionati.
Imporre una tassazione più equa ai patrimoni elevati non è una proposta ideologica. E’ una necessità democratica e sociale.
E’ vero che le ideologie hanno fatto un passo indietro, ma il capitalismo continua a radicalizzare la situazione. Non è vero?
Nel 2023 il tasso di povertà in Francia è salito al 15,4%. E’ il più alto degli ultimi 30 anni. 10 milioni di francesi sotto la soglia.
Gli economisti firmatari prescrivono ricette praticabili, se non fosse che il liberismo non ne vuole sentir parlare. Ecco le ricette.
“Redistribuzione, senso della misura, moderazione della disuguaglianza”. Vuoi dire, che sono forse concetti marxisti leninisti?
Zucman è da anni in prima linea nella battaglia per una maggiore equità fiscale. Lui si sofferma sulla grande elusione fiscale.
Ad esempio, in Italia tra il 2016 e il 2022 sono stati portati all’estero 150 miliardi di euro. Soldi sottratti a fisco e beni comuni.
L’esigenza transnazionale, di intervenire sulla fiscalità delle grandi fortune, è ormai un patrimonio condiviso tra gli economisti.
Questa grande battaglia di civiltà, perchè di questo si tratta, prosegue ormai da anni. Stiamo parlando di quasi 20 anni. Ecco.
Nel 2009, una comunità scientifica capitanata dal premio Nobel Joseph Stiglitz e dall’economista Jean Paul Fitoussi si ritrova.
Sono alla Luiss e propongono di favorire un nuovo welfare, che generalizzi il diritto universale a cure mediche ed educazione.
Per fare ciò, non si può prescindere dall’aumentare l’imposizione fiscale per i ricchi. Lotta contro i paradisi fiscali e l’evasione.
Nel 2011 ecco la “Robin Hood tax“. Mille economisti propongono ai Ministri del G20 una tassa sulle transazioni finanziarie.
Nel 2019 ecco la senatrice USA Elizabeth Warren. Vuole una “wealth tax” del 2% per patrimoni superiori ai 50 milioni di dollari.
Nel 2020 Stiglitz ed altri chiesero una “wealth tax” moderata. Una mediazione comunque utile, per ridurre le disuguaglianze.
Nel 2023 oltre 100 parlamentari proposero una tassazione annuale permanente sui patrimoni più alti nell’Unione Europea.
Nel 2024 ecco 134 economisti italiani con una patrimoniale progressiva sullo 0,1% più ricco. Per le successioni e le donazioni.
Adesso, nel luglio 2025 l’appello dei 7 premi Nobel per l’Economia, la cui proposta ho spiegato nella parte iniziale dell’articolo.
Questa volta l’appello è diretto ed ha un destinatario. Si invita la Francia “a cogliere l’occasione storica per aprire la strada”.
“Non serve attendere riforme globali per scegliere la strada della giustizia fiscale. Partiamo da qua, per invertire la rotta”.
Ancora una pressione politica forte e motivata. C’è consapevolezza che la situazione è grave, ma esistono anche le soluzioni.
Un recente sondaggio fatto da Oxfam, ci dice che 7 italiani su 10 sono favorevoli ad un’imposta europea sui grandi patrimoni.
Nella stessa indagine risulta che l’idea ” meno tasse per tutti” non attecchisce. Le persone chiedono “meno disuguaglianze“
“Ci possono essere molte buone ragioni per le quali il nostro Paese potrebbe considerare un’imposta patrimoniale”. Davvero?
Sono queste le dichiarazioni rilasciate dall’ex ministra del Lavoro Elsa Fornero, in un’intervista rilasciata alla Stampa nel 2024.
E allora, visto che stiamo parlando del nostro bel Paese, vediamo cosa ne pensano i nostri politici sull’ipotesi Patrimoniale.
Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, taglia corto. “Finché Forza Italia sarà al governo non ci sarà nessuna patrimoniale“.
Giorgio Mulè, Forza Italia e vicepresidente della Camera dei Deputati, ha definito la patrimoniale “una punizione primitiva“.
Maurizio Gasparri, ha definito qualsiasi ipotesi di patrimoniale “assurda e provocatoria“.
Tommaso Foti, Capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera sostiene che l’idea di una patrimoniale “è un manifesto della sinistra”
Carlo Calenda è contrario, come fu contrario all’idea di tassare gli extra profitti bancari. Meloni lo accontentò e salvò le banche.
Elly Schlein, Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni sono d’accordo sulla possibilità di introdurre un’imposta patrimoniale. Ma poi?
Fratoianni di AVS, l’ha inserita nel suo programma per le elezioni europee. E’ certamente il più schierato e il più convinto.
La Schlein PD, ha dichiarato che “la patrimoniale non può essere un tabù“. Cita però un’implementazione coordinata in Europa.
Conte M5S è preoccupato, perchè il livello di concentrazione delle ricchezze favorisce “il capitalismo parassitario“. No bbuono.
Conte è anche lui favorevole ad un’implementazione su scala globale. Per ridurre la volatilità dei capitali si parta dall’Europa.
Non so se riusciremo mai a liberarci da questo nefasto liberismo. E’ basato su regole che ormai pochi mettono in discussione.
Il profitto è il dogma e non importa a quale prezzo. Persino le guerre ne sono un prodotto inaccettabile, ma la pace non arriva.
Deve andare avanti il più forte, per il quale creare le condizioni lecite, ma anche illecite, per diventare ancora più forte.
Mi vengono in mente i Palestinesi, ma anche tutti i deboli, sono considerati una fastidiosa zavorra. Anche le guerre servono..
Il liberismo attacca costantemente lo stato sociale, perchè serve per aiutare gli ultimi, quelli che vivono condizioni di vita difficili.
Il liberismo non vuole regole stringenti che riducono il potere dei ricchi. Un potere che va preservato con le buone o le cattive.
Privatizzare è la loro vera religione, perchè il pubblico è per i plebei come noi. Ecco perchè non va aiutato. Deve fare schifo.
Loro odiano il pubblico, perchè non ne hanno bisogno e non li riguarda. A loro non mancano i soldi per curarsi. Tu puoi morire.
Ma vogliamo parlare di pensioni? Vanno ridimensionate, per lasciare spazio alle assicurazioni private, che sono come Dracula.
Ci si sofferma sempre troppo poco su queste cose, perchè ormai si è accettato che queste regole siano le uniche possibili.
Margaret Thatcher, antesignana del neoliberismo negli anni 80, sosteneva che non esistono alternative a questo sistema.
Purtroppo la realtà le sta dando ragione, ma aumentano sempre più le ingiustizie provocate da questo sistema e le vittime.
Rosa Luxemburg sosteneva “socialismo o barbarie”. Personalmente ne sono ancora convinto, ma prevale il mio pragmatismo.
L’unica possibilità di progresso, è legata all’obiettivo della riduzione delle disuguaglianze. Una società socialista parte da lì.
Lo Stato assumerebbe un ruolo centrale nella gestione dell’economia, mirando innanzitutto a ridurre le disuguaglianze sociali.
Il liberismo è invece il sistema sociale che accentua le disuguaglianze. Ecco la barbarie. Genera guerre, violenza, sofferenze.
Oggi siamo ben oltre il liberismo. Non a caso gli economisti usano il termine “ultraliberismo”. E’ la sua interpretazione estrema.
Si basa su una concorrenza spietata, privatizzazione totale, assenza di welfare ed uno Stato che deve minimizzare il suo ruolo.
Oggi Trump è il più sfegatato tra i suoi sostenitori. L Ultraliberismo di Trump ci sta portando verso scenari davvero inquietanti.
L’Europa è totalmente in balia delle scelte che quest’uomo fa e non si intravedono importanti segnali di resistenza. Drammatico.
Mi piacerebbe raccontare un’altra storia, ma credo che il primo dovere della controinformazione sia quello di raccontare verità.
Continuo a pensare, che contrastare le disuguaglianze sia una grande battaglia di civiltà. Una tassa patrimoniale in Italia? SI’.
Un passo qualificante, che dovrebbe interessare sindacati, associazioni e partiti politici della sinistra. Apriamo la discussione.
Mi piacerebbe se ne tornasse a parlare, per mettere in campo i fatti. Aumento dei salari e patrimoniale. Torniamo nelle piazze.
In “bottega” cfr Ricchi da fare schifo: Patrimoniale e dintorni (con articoli di Giacomo Gabbuti, Francesco Gesualdi, Marco Bersani, Alberto De Nicola, Biagio Quattrocchi e un appello su “Il fatto quotidiano” ) e Patrimoniale o «Paperoni-ale»?