Anche nelle migliori famiglie…

Una lettera di Alberto Masala (su poesia, diritti civili, Venezuela ecc): con risposta “accorata” (di db)

Cari lettori e lettrici della Bottega,

scrivo per raccontare un episodio legato a una serata in cui era presente anche db (Daniele Barbieri).

Io, come immagino molti di voi, dal punto di vista etico – e di conseguenza politico – sono sicuro e convinto di appartenere a una delle migliori famiglie. Tutta la mia vita fino a oggi lo narra in maniera chiara e con la limpidezza dei comportamenti. La stessa limpidezza, appunto, che conservo fin dal ’68 e ’77, carica di energia desiderante, spontaneità no-profit, ingenua freschezza giovanile. “Va bene… bravo… avanti così…” mi direte “ma che ce ne frega della tua limpidezza? Molto probabilmente ne abbiamo altrettanta e forse più di te e non ci insegni proprio niente!”. È vero… sto annoiando ma prima di “tacermi” sentite l’antefatto.

Qualche giorno fa sono stato invitato dal caro e vecchio amico e compagno di strada Lance Henson a un evento di poesia. Ci ritroviamo in un’amata libreria del centro, Trame, di Bologna con la brava libraia Nico, lo stesso Lance, me, altri due bei poeti (l’ungherese, Gabor Gyukics, e il francese Manuel Van Thienen) e uno scarso – purtroppo – pubblico, attirato dall’iniziativa sui diritti dei popoli. Un bell’evento davvero, vista la qualità dei partecipanti. Prima di cominciare, Lance introduce un giovane venezuelano che, fuori programma ma per niente fuori contesto, timidamente ci racconta un po’ della sua storia personale rispetto a ciò che sta accadendo adesso in Venezuela. Naturalmente e senza alcuna analisi politica, il discorso si focalizza sulla giusta questione del rispetto dei diritti umani che laggiù traballa tragicamente. Non mi dilungo: tutto normale e accettabile.
Poi cominciamo noi. Ognuno legge i testi che aveva deciso. Per la cronaca (scusate se dico solo di me: lascio a db il compito di raccontare degli altri poeti) io leggo un testo sulla tragedia di Gaza ed un altro sul dramma infinito delle basi militari che occupano la Sardegna.

Alla fine del reading, naturalmente, si va tutti a bere un bicchiere per continuare a stare insieme.

A quel punto il timido studente del Venezuela mi presenta una giovane signora che ci aveva raggiunto con marito e due splendide bambine, la quale mi dice essere la figlia del sindaco di Caracas, arrestato e perseguitato. Parliamo delle violazioni dei diritti umani. Mentre mi racconta i fatti, mi sento toccato e concordo con lei su molte cose, compresa la questione che il regime di Maduro è dittatoriale e sanguinario. Niente da obiettare.

Poi mi chiede se posso fare una dichiarazione in merito. Io mi schernisco, le faccio notare che qualsiasi cosa dica non conterà e non sposterà nulla, ma lei, giustamente, obietta che hanno bisogno della solidarietà di tutti.
Solidarietà? Non mi tiro indietro! Sono filmato mentre dichiaro che i venezuelani non si devono sentire soli perché il mondo sta osservando e le violazioni dei diritti non potranno restare impunite. Mentre parlo, nella mia mente scorrono le immagini di repressione che abbiamo visto negli ultimi tempi e, sopratutto, mi riecheggiano con commozione le stesse sensazioni e le stesse battaglie che mi appartenevano ai tempi di Pinochet e di Videla.
Pochi secondi e finisco. La signora mi ringrazia calorosamente. Due carezze alle simpatiche bambine, una stretta di mano al cortese marito, e vanno via. Mi siedo a finire la birra con i miei amici. (Per la cronaca, anche Lance e il suo simpatico traduttore erano stati filmati prima di me).

Ieri ricevo una notifica su Twitter. Vado a vedere. C’è il mio filmato con un’infinità di “like”. Sono venuto malissimo: sembro un vecchio di 100 anni che pateticamente si salva solo perché biascica cose importanti contro la dittatura… i prigionieri politici… i diritti umani. Le stesse cose che nella mia “ottima famiglia” – dalla quale eravamo partiti – diremmo tutti.
Ma il problema dov’è? Eccolo:

Subito dopo il mio, scopro altri filmati della signora. Il primo a spasso con l’onorevole Giorgia Meloni e poi altre due dichiarazioni: Antonio Tajani di Forza Italia, presidente del Consiglio d’Europa, e udite udite… l’inenarrabile Ignazio La Russa.
Mi hanno fregato! Va bene… mi hanno fregato. Sui diritti umani non ritiro niente, resto della stessa opinione, ma sui fascisti… beh… viva la mia ingenuità. Che coglione…

Ma succede anche nelle migliori famiglie che nasca un figlio così coglione…

Alberto Masala, 25 settembre

UNA NOTA DI DB

Dopo aver ringraziato Alberto, un veloce chiarimento e un ragionamento sul Venezuela e sugli “appelli”.

Scrive Alberto: «lascio a Daniele il compito di raccontare degli altri poeti)». Infatti volevo raccontare alcune emozioni della serata – e soprattutto mettere i testi – già sabato 23 ma un contrattempo me lo ha impedito; lo farò sabato 30 nell’abituale spazio serale delle poesia (che di solito gestisce la “cicala” e io… in sua assenza).

Ed ecco il mio piccolo ragionamento sul Venezuela. Io, al contrario di Alberto, non definisco «il regime di Maduro dittatoriale e sanguinario» perché le informazioni in mio possesso – molte le trovate anche sulla bottega, soprattutto grazie al lavoro di David Lifodi – sono assai diverse da quelle offerte (anzi martellate) dalle tv e dai grandi giornali italiani e non solo, Maduro non è esente da critiche e di certo violazioni dei diritti umani vi sono state da parte del suo governo; ma sanguinari e golpisti sono secondo me una parte dei suoi oppositori (non a caso sostenuti dagli Usa, interessati al tanto petrolio del Venezuela non alla “poca” democrazia): francamente sono alcuni di loro a somigliare ai Videla e ai Pinochet non l’attuale governo venezuelano. Le tante menzogne organizzate e strombazzate, mescolate alle omissioni di voci differenti, danno un’immagine diversa del Venezuela? Non mi sorprende: è accaduto e accade per altri Paesi (ma anche sui No-Tav e su chi si oppone alle servitù militari in Sardegna che da decenni avvelenano il territorio e le persone con l’uranio detto impoverito e altri orrori).

Chiarito questo anche io non ho difficoltà a dire che sempre e ovunque bisogna protestare se i diritti umani degli oppositori vengono calpestati dai governi o dalle multinazionali: anche nel caso di oppositori che in molti casi sono a dir poco “odiosi” (e talora organizzano veri e propri delitti) come quelli venezuelani, i quali però devono ovviamente essere processati se commettono crimini non per le loro opinioni.

Quanto allo stare in compagnia con i fascisti o simili, potrebbe capitare a chiunque un infortunio. Se mi chiedono di mettere una firma per difendere i nativi dell’Amazzonia non posso sapere se dopo di me firmerà anche (per motivi oscuri?) uno dei due Matteo più schifosi dell’Italia d’oggi. E’ un problema di contesto, anzi di “montaggio”. Come sa chi è appassionato di cinema, fin dall’inizio Ėjzenštejn e Pudovkin – nell’immagine appunto la scena di un suo film – o Vertov e tutti gli altri registi delle “origini” spiegarono – e mostrarono con famosi esperimenti – che il montaggio “è tutto”. Se io vengo “montato” in mezzo a due fascisti sembra che faccia il loro stesso discorso anche se sto dicendo altro. [db… anche lui figlio, a volte coglione e altre volte discolo, della stessa famiglia, una delle “migliori” o se preferite delle “meno peggiori”]

 

Redazione
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4 commenti

  • Grazie Daniele. Ho messo “mi piace”, ma mi riferisco al tuo commento. io infatti non mi sono piaciuto affatto e continuo a non piacermi per non aver cercato di sapere di più sull’attuale situazione del Venezuela. Quando la tipa mi ha abbordato, io non ero abbastanza preparato e lucido. Anche se certe cose che dici sul petrolio e gli oppositori le avevo già intuite. Ma solo a naso… perciò avevo tutte le insicurezze di chi non è preparato davnti alle certezze di chi invece si era preparato bene. un abbraccio – a.

    • Ho letto l’articolo di Alberto e il commento di Daniele.
      A prima vista, guardando agli avvenimenti venezuelani e alle immagini che girano in rete e in tv, non la si può non pensare diversamente da Alberto.
      Talvolta, io stesso mi sono posto delle domande. Poi approfondendo e cercando di capire, mi sono sempre più rafforzato nelle mie convinzioni e cioè che spesso le immagini sono manipolate e che il Venezuela bolivariano è sotto un attacco politico e mediatico. Ad esempio, le violenze attribuite ai colectivos chavisti sono in realtà proprie dell’opposizione, ma spacciate per attività violente di esponenti del Venezuela bolivariano. E’ su questo che i grandi media sguazzano e ne approfittano, su tutti la nostra Repubblica.
      Certo, la presidenza Maduro non è esente da critiche e il dibattito resta appunto aperto, penso ad esempio alle perplessità e alle critiche espresse più volte da un latinoamericanista di prim’ordine come Roberto Massari, che certo non può essere accusato di essere connivente con i media mainstream.
      A volte fare una narrazione sempre controcorrente non è semplice, come dimostra il caso di Geraldina Colotti, con il manifesto che alla fine evidentemente ha pensato, secondo me sbagliando in maniera notevole, che i suoi articoli fossero troppo di parte.
      Un articolo piuttosto equilibrato, anche sulle difficoltà del processo bolivariano, è pubblicato sull’ultimo numero di Le monde diplomatique.

  • ed eccola qui la rassegna stampa che leggerò e che consiglio a tutti! https://www.labottegadelbarbieri.org/dibattito-aperto-sul-venezuela/
    l’unica colpa del Barbieri è averla pubblicata il 27 agosto, un periodo in cui l’attenzione sulle cose del mondo è di bassa intensità – ma rilanciamola ora per i distratti come me!

  • Caro Daniele
    L’ingenuità è pessima consigliera, soprattutto quando è in corso una martellante campagna internazionale (come tu giustamente ricordi). Alberto Masala è caduto in trappola.

    Dei diritti umani non interessa nulla nè all’opposizione venezuelana (meno alla parte fascista della stessa), nè agli Stati Uniti che lavorano da tempo per un “regime change”.
    Spero che questo almeno sia chiaro.

    Sul giudizio dell’esperienza venezuelana, sarebbe molto utile averne una conoscenza diretta e non mediate. Aiuterebbe a non prendere cantonate imbarazzanti.

    Un abbraccio e buon lavoro

    Marco

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