Mancano 4 dom al 18 dicembre

Conto alla rovescia… Aspettando e preparando il 18 dicembre, giornata di mobilitazione globale a difesa dei diritti di chi migra ma anche dei profughi.

PASSAPORTI PER TUTTI

di Paolo Buffoni Damiani

“Bamba” è una parola che ho imparato grazie alla mia extended family transatlantica. Da non confondere con “bemba”! Con quest’ultima espressione, in Perù (e probabilmente anche a Cuba e in altri paesi ispanofoni con una significativa presenza di discendenti di schiavi centroafricani), ci si riferisce alle labbra grandi e carnose delle persone d’origine africana. Con una rapida ricerca in internet, però, potete verificare anche voi che il termine in questione altrove ha una ben più ampio significato. In primo luogo, si riferisce a una popolazione e una lingua dell’Africa centrale. Ma a Trinidad e Tobago il termine è utilizzato per definire delle percussioni tipiche delle isole caraibiche: tamburi cilindrici con doppia membrana in pelle, un po’ più piccole delle più famose congas.

“Bamba”, invece, significa semplicemente “falso”, “falsificato”, “taroccato”.

Tutto questo per dire che l’altro giorno, quando m’è arrivato un messaggio multilingue tramite la lista del Migrants Global Action Day, avendone letto distrattamente solo le prime righe, dopo un virtuale salto sulla sedia, m’è scappato detto: “Chee?! Bamba!?! Più che altro, era un urlo. Intanto, pensavo “Passaporti bamba da distribuire in giro? Questi sono pazzi! Con ‘sta storia del 18 dicembre mondiale han perso completamente la testa!”. La gatta che vive in casa mia (scroccando pranzi e cene, ovviamente), a quel punto, m’ha guardato con occhi interrogativi e decisamente preoccupati. Quello sguardo di Negrita m’ha indotto a leggere meglio e per intero il messaggio. Allora, ho capito. L’idea è un altra. Il Comitato Internazionale di promozione della Carta Mondiale dei Migranti (ch’è tra i promotori della mobilitazione globale del 18 dicembre), in collaborazione con il movimento Utopia et Emmaus, stanno realizzando un copri-passaporto (non dei passaporti bamba, tontolone!) dedicati alla Cittadinanza Universale, su cui sarà riportato il primo articolo della Carta: “Poiché appartiene alla Terra, qualsiasi persona ha il diritto di scegliere il luogo della sua residenza, di restare laddove vive o di andare ed istallarsi liberamente e senza costrizioni in qualsiasi altra parte di questa Terra”. Insomma, un gesto e un oggetto simbolico di forte impatto evocativo, degli strumenti semplici per condurre un lavoro di sensibilizzazione capillare sulla libertà di movimento e sull’idea della cittadinanza universale.

Anche la mia coinquilina felina di pelo nero non può che essere d’accordo. Ciononostante, mi tratta con sempre maggior sufficienza.

 

Redazione
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