Podemos: aggiungi la speranza a tavola e in Comune

Ada Colau Alcaldesa di Barcellona

Ada Colau Alcaldesa di Barcellona

di Valentina Bazzarin

Osservando e studiando quel che sta avvenendo in questi giorni a Barcellona mi sono imbattuta in questo video (in spagnolo e sottotitolato in inglese) durante il quale Gala Pin (Barcelona en Comú), Francisco Jurado (Demo 4.0, OpEuribor), Marta Cruells (Barcelona en comú), Pablo Carmona (Ganemos Madrid) and Guillermo Zapata (Ahora Madrid) discutono di attivismo, partecipazione e politica serenamente seduti a tavola. Sono cittadini attivi, ricercatori universitari e femministi. Ahora Madrid e Barcelona en Comu’ sono le due liste civiche supportate anche da Podemos, ma non due liste civiche “di” Podemos come sbrigativamente titolato dai media italiani.

Sono uomini e donne dall’aspetto ordinario, che chiacchierano come buoni amici. Il discorso fluisce con pochi tagli e stacchi di regia tra una pietanza e l’altra, scavando la coscienza di chi capisce quanto basta lo spagnolo e vuole investire una mezz’oretta per capire a fondo cosa sta accadendo in Spagna.

La prima cosa che mi colpisce è la scelta di condividere i temi della campagna e le proposte di governo con un linguaggio, un’ambientazione e una metafora che appartengono al quotidiano mediterraneo – caprese, spaghetti e tovaglia a quadretti rossi compresa – invece di affidare il messaggio agli stili e agli schemi della comunicazione politica o della propaganda.

La domanda del titolo del filmato e che viene rivolta ai partecipanti è “qual è la ricetta per governare una città?”. Prima di tutto dobbiamo mettere in tavola la SPERANZA che è come il sale di ogni pietanza. La speranza nasce con la partecipazione alle assemblee del 15M di quattro anni fa e, molte delle persone che hanno costruito il percorso politico a partire dal movimento ad essa, hanno aggiunto il pepe, ovvero la socializzazione della politica in tutta la sua profondità promuovendo quella che i quattro protagonisti definiscono “una radicalizzazione democratica”.

La democrazia si regge in parte sulla rappresentanza, ma anche in questo caso si impone una riflessione sul quale modello di rappresentanza sia coerente con il processo innescato dall’acampada di Porta del Sol. Secondo i quattro commensali la rappresentanza ha alcune caratteristiche fondamentali: non deve essere forzata e non può essere una tutela per pochi che se la possono permettere o trattenuta da chi l’ha conquistata attraverso l’impegno. Ad un padre impegnato tutto il giorno tra lavoro e famiglia, che non ha tempo per l’attività politica diretta, deve essere garantito il diritto di essere rappresentato. Ma alla compagna di questo uomo, la madre dei bambini, che invece vuole impegnarsi sul territorio deve essere garantito allo stesso tempo il diritto di essere eletta come rappresentante. Inoltre la discussione sottolinea come la rappresentanza debba evitare di ricadere negli schemi del “paternalistico” o del “patriarcale”.

In Spagna fin dalle acampade del 2011 il movimento femminista ha ritrovato vigore, idee ed alleanze. Nonostante sia ancora difficile introdurre le questioni di genere in tutte le politiche portate avanti dai governi locali e nazionali, la presenza del movimento femminista nelle arene di dibattito ha incrementato la consapevolezza di vivere in una società ancora fortemente patriarcale per molte giovani spagnole, ha permesso una sollevazione di massa contro la legge sull’aborto che schiacciava violentemente il corpo della donna sotto il peso di un imbarazzante bigottismo o opportunismo e sta sviluppando nuove forme di conciliazione famigliare che permettono a molte attiviste la militanza politica, senza per questo trascurare la famiglia. Una delle foto più belle circolate nei giorni successivi alla vittoria di Ada Colau a Barcellona ritrae dietro le quinte madri e padri delle lista Barcelona En Comu’ che in attesa di parlare coccolano i loro figli (piccolo inciso nostrano: ce la vedreste voi la Moretti nella stessa situazione e senza photoshop?)

Tweet di Ada Colau

Tweet di Ada Colau

Un ultimo punto del video sul quale vorrei soffermarmi è la riflessione sul nuovo modello di conflitto che viene proposta nel filmato. Il conflitto oggi va oltre la contrapposizione “movimento VS istituzioni”. Gli attori implicati in questa situazione di conflitto sociale generalizzato stanno dentro e fuori le istituzioni e con loro è necessario affrontare il tema delle soluzioni a favore di cambiamenti verso modelli economici che si distinguano dal neocapitalismo che genera disuguaglianze e povertà e per promuovere una società solidale.

Valentina Bazzarin
Valentina Bazzarin lavora stabilmente come ricercatrice precaria (assegnista) all'Università di Bologna sin dal 2009, anno in cui ha ottenuto il Dottorato in Psicologia Generale e Clinica. Collabora in maniera saltuaria con la Bottega e con il Barbieri, scrivendo e descrivendo quel che vede e pensa durante i suoi numerosi viaggi.

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