Amianto nei tubi? Se c’Hera… dormiva

di Vito Totire (*)

Per Hera e i sindaci l’amianto delle reti acquedottistiche è tabù

400 milioni investiti fra città e provincia? Sarebbero quelli che servono per liberarci dall’amianto, per non berne più e per evitare l’inquinamento indoor. Continua la “propaganda” di Hera con effetti ipnotici sui sindaci.

Hera ricorre a molti strumenti di “distrazione di massa” compreso quello classico della “beneficenza”; scopriamo infatti una commovente iniziativa, attraverso una insospettabile «Herasolidale», per donare un furgone alla Cucine popolari. Ne riparleremo in altra occasione ma intanto ai “poveri” sarebbe meglio fornire acqua salubre oltre a un furgone, magari elettrico. Intanto però si ripropone il problema del rapporto fra prevenzione, profitti e investimenti. Agli inizi degli anni 2000 si ipotizzò (non da parte nostra) che la bonifica dell’amianto delle reti, nell’area bolognese, costasse 250 milioni di euro: PER NOI ERA DA FARE SUBITO!

Ben prima di noi fu Cesare Maltoni a “consigliare” al progenitore di Hera (Amga) di evitare l’uso di tubazioni in cemento amianto; era pre-legge 257-1992, un periodo difficile per la prevenzione; dunque l’appello rimase VOX CLAMANS IN DESERTO! UNA OCCASIONE PERSA!

Hera dopo i nostri appelli (iniziati almeno nel 1999) ha continuato a intervenire sul cemento-amianto solo a fronte delle rotture senza una strategia di bonifica degna di questo nome. I sindaci, ipnotizzati da Hera (ipnosi atipica secondo i canoni freudiani in quanto associata alla riscossione di utili) hanno taciuto preferendo aderire alla bufala dell’amianto “innocuo se ingerito” (tesi sostenuta da Arpa in Consiglio comunale a Bologna) e comunque non pericoloso se distribuito in “basse” quantità.

A questa scelta di rimozione psicologica noi opponiamo quella della necessaria rimozione fisica dell’amianto.

Nell’ottobre 2021 l’Unione Europea ha “sposato” la rivendicazione che noi sosteniamo dal 1999 ma né Hera né i Consigli comunali e regionali hanno mostrato di percepire il messaggio. Su questo tema siamo stati intervistati dalla tv belga (non da quella italiana). Da noi è più comodo fare gli “europeisti della domenica” e ignorare le indicazioni della UE negli altri sei giorni della settimana, quelli appunto nei quali i Consigli si riuniscono. E la Regione Emilia-Romagma – che sull’amianto ha istituito una “cabina di regia” – ha fatto sapere in un seminario ECM il 3 marzo 2022 che si sta iniziando a censire l’amianto delle tubazioni: alla faccia!!!

Così ha comunicato che l’anagrafe degli ex-esposti ad amianto non è ancora pronta!

Invece la UE (22 anni dopo l’inizio della nostra “campagna”) dice:

– Non esiste, nell’esposizione ad amianto e a cancerogeni, una soglia quantitativa di esposizione che, per quanto bassa, possa essere considerata “sicura”; ha così ribadito quanto sostenuto unanimemente dalla comunità scientifica da numerosi decenni

– LE RETI CONTENENTI AMIANTO VANNO BONIFICATE

Quanto amianto c’è nell’acqua “potabile” ?

  1. Per ottenere i dati dalla Ausl di Bologna bisogna chiederli …quaranta volte e ogni volta sono più lacunosi; gli ultimi relativi al 2021 ci sono stati forniti, dopo numerose insistenze, ma solo per i primi mesi; ci è stato fornito solo con il range (massimo-minimo) senza indicazione dei punti di prelievo, senza indicazione circa il tipo di amianto (come se crisotilo e anfiboli fossero equivalenti); la questione è irritante anche alla luce della propaganda di cui sono protagonisti alcuni esponenti del PD che hanno magnificato la svolta della UE sul diritto alla conoscenza; è ora che i dati di interesse pubblico vengano messi on line appena disponibili senza costringere i cittadini, come si è detto, a chiederli 40 volte; ma le istituzioni non si preoccupano della ergonomia nelle relazioni con i cittadini, costringendoci a sprechi di energie per acquisire dati quasi fossero segreti di Stato
  2. La Ausl non ha mai voluto discutere i criteri della scelta dei punti e dei momenti per i prelievi; cosa bevono infatti i cittadini bolognesi nella fase il cui tubo in cemento-amianto si sta rompendo fino alla produzione del cosiddetto “fontanazzo”? Mistero
  3. La Ausl rifiuta, da anni, di comunicare i dati sui siti delle rotture delle tubazioni; di recente alla domanda ad hoc su un evento di via Jussi a San Lazzaro abbiamo avuto conferma che l’intervento ha riguardato il cemento-amianto; non che sia stata per noi una sorpresa: l’occasionale presenza di amianto nell’acqua di Sav Lazzaro era nota anche prima
  4. Dalla Ausl di Romagna NESSUNA RISPOSTA alle numerose sollecitazioni circa i dati sull’amianto; eppure potrebbe essere che la situazione in Romagna sia peggiore di quella dell’Emilia visto che l’unica circostanza in cui l’acqua è stata monitorata con microscopia TEM (quella che l’UE consiglia di utilizzare con l’ultima risoluzione che abbiamo citato) ha evidenziato un picco di 2.5 milioni di fibre per litro d’acqua; “ovviamente” il dato non risulta e non è stato acquisito dall’Istituto Superiore di Sanità.

L’amianto è il problema “unico” nell’acqua?

Affronteremo – o meglio, riaffronteremo – a breve questo argomento in relazione a :

  1. Pozzi inquinanti da organo clorurati di origine industriale
  2. C’è un obiettivo comunque pertinente e urgente: tenere gli organalogenati di origine non industriali entro il limite guida di un microgrammo con conseguente abbattimento dei livelli oggi registrati.

Sulla questione generale della salubrità dell’acqua occorre un’indagine epidemiologica ma pare difficile che venga avviata dal livello istituzionale se lì ancora si nega l’esistenza del problema. John Snow è considerato il fondatore della moderna epidemiologia perché constatò l’epidemia di colera in atto e girò casa per casa per redigere la mappa degli approvvigionamenti idrici; altrettanto occorre fare a Bologna e in tutto il mondo per osservare la relazione fra acqua e salute.

I programmi e gli investimenti di Hera devono essere sottoposti al vaglio popolare; non basta l’avallo da parte di sindaci che, a volere essere eufemisti, non hanno dimostrato nessuna autonomia.

(*) Vito Totire è portavoce della Rete europea per l’ecologia sociale

 

Redazione
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Un commento

  • da VITO TOTIRE
    Hera, pubblicità ipnotica: distribuisce 2.2 miliardi sui territori e …fibre di amianto gratis

    Su una pagina del QOTIDIANO NAZIONALE (a pagamento?) compare la ennesima pubblicità ipnotica di Hera corredata dal rassicurante sorriso del dirigente a vita (?) del quale ormai non si scrive il nome tanto è famoso;
    l’articolo risulta essere “riproduzione riservata” (!);
    ci dà una informazione utile: agli azionisti sono stati distribuiti 217,9 milioni, alla pubblica amministrazione 115.1 milioni; se ci fermiamo qui superiamo le risorse economiche ipotizzate nel 2002 per la bonifica delle reti in amianto del territorio della provincia di Bologna;
    ora ai dirigenti di Hera e a chi ha tratto profitti dalla attività della “multiutilities” dobbiamo ricordare:
    – Le reti vanno bonificate; noi lo ripetiamo, con insistenza dal 1999; oggi lo sollecita la UE con la risoluzione del 21 ottobre 2021
    – I sindaci in qualità di autorità sanitarie locali devono con urgenza esprimersi sul tema.
    Di ogni danno alla salute che dovessimo riscontrare sarà chiamato a rispondere che sapeva e non è intervenuto
    La Ausl di Bologna fa ostruzionismo ma i dati completi relativi al 2021 prima o poi li dovrà “concedere”; ad ogni modo la distribuzione di fibre di amianto nelle abitazioni è ampiamente documentata e va riletta (da parte delle istituzioni ché da parte nostra la lettura correttala abbiamo già fatta) alla luce delle puntualizzazioni fatte dalla UE (inesistenza di una soglia di sicurezza, necessità di lettura dei campioni con la microscopia TEM , metodo analitico che quando è stato adottato in E-R ha evidenziato fino a 2.500.000 di fibre per litro di acqua “potabile”)
    Quando le “istituzioni” prenderanno atto che “il re è nudo” sarà troppo tardi.
    Qualcuno sta già pensando allo “scudo penale” : in Italia il rimedio è facile ma non scontato.
    Vito Totire, AEA-Associazione esposti amianto e rischi per la salute
    Bologna, 9.5.2022

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