Avrai sorelle

Poesie di Nadezda Nim e riflessioni di Massimo Teti
***
Avrai sorelle che risaliranno
la corrente contromano,
che sfileranno filo per Filo il destino
che ti è stato cucito addosso
Che scuoteranno la polvere dai giorni
pesti, senza fare rumore,
senza dire che hai fatto ècolpatua
telavevodetto
Avrai sorelle, ragazza, con cui
prendere a pugni tutto quello che ti
fa a pezzi,
con cui inventare parole nuove
quando quelle che ci sono non
bastano
Avrai sorelle che pescheranno stelle
nei laghi e nei lavandini per
illuminati gli occhi
ogni volta che il mondo deciderà che
devi tenerli spenti
Avrai sorelle con cui sgranchirti le ali
perché siano salde nella tempesta
Avrai sorelle che in questa tortuosa
battaglia per aver diritto a noi
stesse
daranno da bere alle tue molotov e da
riposare alle tue ferite
Sarai sorella di una schiera
disordinata e ostinata di ordinarie
combattenti
Di ogni sconosciuta sorella
che ha deciso
di armarsi di rabbia
e di alzare la testa
***
Questa è una poesia scritta da Nadezda Nim, che dà il titolo al suo libro:
“Avrai sorelle frammenti di sorellanza, memoria e libertà”.
Si tratta di un libro che raccoglie poesie e brevi frammenti che hanno come tema dominante la condizione femminile, la lotta quotidiana fatta dalle donne per uscire da secoli e secoli di patriarcato, e che nonostante siano state fatte molte conquiste ancora perdura nei comportamenti dei maschi all’interno delle coppie, nei luoghi di lavoro, e che sfociano troppo spesso nei femminicidii, ahimè sempre più frequenti. Le poesie di Nadezda sono un grido di dolore, una chiamata a raccolta di tutte le donne a prendere consapevolezza che la lotta non è finita, che c’è ancora cielo da conquistare.
Ma anche, anzi soprattutto gli uomini dovrebbero leggere queste poesie, per prendere consapevolezza e abbandonare definitivamente quella forma di superiorità e paternalismo nei confronti delle donne, che è atavico, lascito di secoli di “educazione cattolica”, trasmessa anche dalle nostre madri, anche in chi si ritiene aperto e solidale. E sicuramente leggere le poesie di Nadezda ci può aiutare in questo. Per quanto riguarda la qualità delle poesie di Nadezda non sono io all’altezza di descriverne la bellezza e la forza espressiva. Bisogna leggerle. E viverle, come ho fatto io.
Ecco un altro esempio:
La bella addormentata
Prima di essere offerta in sacrificio
verrai bardata come un cavallo
farcita di perle
come una conchiglia assente
Nastri tra le trecce,
trine a stringerti il respiro bianco
Sangue di topo sulla tua bocca
che – te l’avranno detto-
sta meglio chiusa
e polvere di cielo frantumato
sui tuoi occhi
che non hanno ancora
visto il mondo
Costringeranno i tuoi piedi
in piccoli gioielli di cristallo
nemici della corsa e del salto
Ballerai il tuo primo ballo
l’ultimo
Ti incoroneranno
vittima sacrificale,
Non prima di averti eletta
principessa per un giorno.
Non prima di aver profumato le tue
carni
e tinto le tue mani e le tue orbite
Non prima di averti resa fragile
Come una torta di panna a quattro
piani
Non prima di averti sussurrato
all’orecchio
tutte le bugie della terra
in tutte le lingue del mondo
Ti mostreranno la vastità
e l’ebbrezza
per mangiarti meglio
Per meglio soffocarti
nella sontuosità spregevole della
gabbia
Sanguinerai
pungendoti forse ad un
vecchio fuso arrugginito
-la maledizione della tua culla:
è femmina.
Per cento anni dormirai
col Valdorm sul comodino
Sulla torre più alta.
Per cadere meglio.
Uno sconosciuto ti prenderà nel sonno
un pezzo d’anima che non ti avevano
detto
E ti risveglieranno i vagiti e i morsi
dei figli affamati
quelli che non ti è dato scegliere se
mettere al mondo o
lasciare nella terra opaca del possibile
Ti sveglierai in tempo
per tessere trine per la tua secondogenita:
una femmina.
Con gli occhi grandi e la parola
sempre sulla punta della lingua
Le insegnerai a tacere
e a brillare
come una stella morta
secoli prima
Con le tue ceneri
verrà riscaldata la tua casa
verranno cotti
la fame e il freddo
Prima di essere offerta in sacrificio
si taglierà i capelli
e si romperà il naso
Affilerà ogni imperfezione
Per farne un’arma
Non sufficientemente graziosa per il
tritacarne,
scamperà al destino
Vivrà i dirupi
Saprà di salsedine
e benzina
Non cercatela,
non azzardatevi a salvarla
L’unica cosa che possiede
è se stessa
E un coltello.
***
da Nadezda Nim, Avrai sorelle frammenti di sorellanza, memoria e libertà.
***
alexik

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