«Carcere e covid»

Daniele Barbieri (*) sul libro di Sandra Berardi, scaricabile gratuitamente

«La situazione delle carceri italiane durante l’emergenza covid-19 già prima dell’annuncio del lockdown era esplosiva. […] Una società in preda alla paura di essere attaccata da un nemico invisibile, il covid-19, per combattere il quale i governi mondiali arrivano ad assumere, incontrastati, un controllo totale sulle libertà delle popolazioni; le decisioni governative vengono imposte a colpi di decreti quotidiani che la popolazione apprende attraverso i media. Una società il cui unico corpo è da salvare e preservare dalla possibile malattia, mentre una sua parte, quella che affolla le patrie galere, viene esclusa a priori dalle strategie di salvataggio dettate dall’emergenza sanitaria; forse perché era già considerata un cancro da estirpare più che un male da curare». Sandra Berardi introduce così il libro. Se credete che siano esagerazioni mi spiace dirvi che siete persone poco informate e dunque dovreste leggere questo libro che spiega, con la forza dei fatti, come il carcere resti «un mostro dai denti ben serrati» (così Francesca De Carolis presentando «Carcere e Covid»).

Poca informazione o «fake news», come chiarisce il sottotitolo, significa che se arriva un’emergenza Covid dietro le sbarre i media parlino invece di un’emergenza mafia, cioè di una losca manovra per far scappare gli ergastolani. E quando il 7 marzo 2020, dopo la sospensione dei colloqui familiari in tutte le carceri, scoppiano rivolte – con ogni evidenza spontanee – il coro giornalistico di tutto si preoccupa tranne che di chiedere spiegazioni su come e perchè sono morti 13 detenuti… oltretutto 7 sono stranieri e dunque nella gerarchia delle notizie “valgono” ancora meno.

Evidente che la più grande strage mai avvenuta nelle carceri italiane si dovrebbe leggere in relazione ad altri eventi: la “mattanza” di Santa Maria Capua Vetere (più di un anno perchè venga alla luce), la crescita dei suicidi nelle galere italiane, l’ergastolo ostativo, i martellanti richiami europei perchè l’Italia si adegui alle regole… Si ciancia d’altro. Mai che a qualche osservatore venga il dubbio: chissà se le carceri italiane sono sovraffollate o è la popolazione a essere sovraimprigionata.

Sandra Berardi ha fondato l’associazione Yairaiha nel 2006. Si batte per la tutela dei diritti umani, in particolare di quelli delle persone private della libertà. «Speriamo in un mondo senza più carcere» si legge nel sito.

Il libro parte raccontando la situazione nelle carceri pre Covid. Poi la paura del virus fra le sbarre, con gli appelli della società civile a cercare soluzioni ragionevoli. E «Uno sguardo all’estero. Cosa succede nelle carceri del mondo». Arriva il decreto legge dell’8 marzo 2020 e dilagano le rivolte. La stragrande maggioranza di politici, giornalisti e magistrati si ritrova unita nel non voler sapere chi, cosa, come, dove, quando e perchè. Erano delinquenti e tossici, colpa loro. Nelle conclusioni del libro Eleonora Forenza (ex parlamentare europea) torna sulle logiche mostruose delle carceri e sulla necessità di lottare «per un altro mondo possibile».

Il libro si può scaricare gratuitamente perchè «non esistono diritti d’autore, solo doveri»; così Jean Luc Godard citato da Marcello Baraghini, che anima questa nuova avventure della fenice e felice Stampa Alternativa. Eccolo: http://www.stradebianchelibri.com/uploads/3/0/4/4/30440538/berardi_sandra_-_carcere_e_covid.pdf

Sandra Berardi

«Carcere e covid»

Le strade bianche di Stampa Alternativa

(*) questa mia rececensione è stata pubblicata, tre mesi fa, nella pagina libri dell’edizione italiana di «Le monde diplomatique»

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

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