Fibre forti – di Mark Adin

Il primo libro del 2012 mi ha rimesso al mondo.  Mi trovavo in libreria e mi ha scelto lui. Ma andiamo con ordine. Se dovessi chiedermi quali sono i caratteri distintivi dell’essere provinciali, uno su tutti prevarrebbe nella mia classifica: il pregiudizio. Applicato, per fare un esempio, alla creazione intellettuale, avere pregiudizi significa che una cosa diventa vera, caricata di

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INTERVISTA DI NATALE – di Mark Adin

Dalla terrazza si vedono i tetti, e il vento spiffera con cattiveria, aumentando la percezione del freddo-umido padano. La cartolina retroversa, il disvelamento di Matrix con i suoi fumi, le sue sedimentate bruttezze, le spoglie di attività abbandonate, sta tutto dalla parte diametralmente opposta alla città oleografica, al centro della quale si stagliano l’erezione Antonelliana, “pantheon aereo”, e le linee

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Va’ avanti tu, che a me viene da ridere – di Mark Adin

Oggi arrivano le mazzate. E arrivano a pioggia, sui nostri gropponi. Non basteranno più quarant’anni di lavoro per andare in pensione prima del limite di età, che nel frattempo schizza più avanti, e il calcolo della pensione andrà fatto con il criterio contributivo per tutti, manco a dirlo peggiorativo, anche per coloro che la precedente riforma aveva tenuto al retributivo.

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Papè Satan, Papè Satan aleppe – di Mark Adin

“In nome di Dio, vattene!”. Se non fosse che, la riga dopo, il giornale menziona la fonte, ossia il composto, austero, pacatissimo Financial Times, la frase potrebbe essere intesa come la rituale invocazione di un esorcismo. Immaginare padre Amorth (esorcista accreditato) che brandisce il crocifisso e ripete, instancabile, “Esci da questo corpo!”, a un Brunetta-bambina che gli vomita in faccia

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