Chi ha ucciso Eugenio Gallina

25 aprile e oggi – 6

C’è chi lavora per una Treblinka “ecocompatibile”… Con un racconto/poesia di Mark Adin (*) continua il “monografico” – appunti e idee, ovviamente senza pretese di completezza – sulla Resistenza di allora e su un buon uso della memoria ma anche sui fascismi e sulle lotte dell’oggi

25aprile-Fogliazza

E’ il 2007 oppure il 2008. In uno slum della periferia morta di una città morta, qualcuno si imbatte in un corpo riverso a terra. Il corpo viene trasportato in ospedale, dove un medico ne certifica il decesso. Si tratta di un mendicante molto conosciuto in città: un uomo mite, rispettoso e schivo. E’ il becchino ad accorgersi, nel riordinarne i lunghi capelli arruffati, di un minuscolo buco in zona occipitale.

E’ il foro di entrata di una pallottola di piccolo calibro. L’uomo è stato ucciso con un colpo di pistola alla nuca. Le indagini vengono chiuse: senza esito alcuno. Il suo nome era Eugenio Gallina, uomo dai modi di rara eleganza, indimenticato clochard.

Nel percorrere

solitari i confini

border-line friendly

caminànt delle metropoli

ammorbati e fetenti

muti testimoni a noi stessi e

spettatori di noi

ignoranti

ignoranti di loro

divenuti cibo per noi ignari cannibali

Eccoli giungere

intossicati dal freddo

nei carapaci di cartone

bevono l’antigelo

perfusi dai caldi vapori amici

esalati da una grata

grati alla grata dunque

Ma arriva qualcuno

che getta benzina

e qualcun altro la accende

proprio come incendiare mondezza

nella terra dei fuochi

ma voi siete ostinati

impermeabili all’infamia

miserabile

del finto benessere

avete implacabile fame

e sete di gloria

paria

dalla mitezza esemplare

raggiunti dal calcio del portinaio

sentinella di un tratto di strada e un androne

presidiato e munito

voi gravame fastidioso

allontanati dal centro

centri-fugati

espulsi dalla volgarità del corpo

caduti sulla terra

cacati dal tafanario

del leviatano orrendo

siete voi lo sterco del moloch

Voi che impaurite i bambini

e i cani vi abbaiano

e il benestante vi sputa

e il prete vi ammonisce

e lo skinhead vi mena

state un passo più in là

per noi che non vogliamo vedervi

Ma io vi scorgo lo stesso

piazzati

da consumate strategie

tendere imboscate

nei luoghi del mio passaggio

Fastidiosi pezzenti

cialtroni

fuori dai coglioni!

Ah no?

E allora ecco l’annuncio:

proclamo

l’accurato sterminio

Tranquilli !

vi manderemo presto

a sentire l’odore di minestrine

dannate e servite

da buone istituzioni e

da mogli di managers

ex puttane

da vive s’intende

mantenute da tristi moneymaker$

fatti di coca e di viagra

affetti da ricuccismo conclamato

portatori sani

di astuzie da pizzicagnolo

Non sono più chic i vagoni piombati?

Carrozziamoli almeno Pininfarina!

L’abbiamo pagata tutti, no?

Dico la famigerata bolletta

la bolletta della luce!

Possiamo essere fieri

di aver contribuito

da buoni cittadini consumatori

ad ammortizzare le spese

per la corrente elettrica

abbiamo così finanziato

gli elettroshock alla Merini,

da buoni cittadini

d’altronde siamo contribuenti

l’abbiamo fatta finalmente cantare

la pazza

la troia dagli occhi ferrigni

le abbiamo inserito la spina nel culo

e azionato il carillon

e allora eccome se ha cantato!

Elettricità e poesia

un connubio futurista

Cristo dalla sua croce

in croce

guarda al padre suo

nel travisamento dell’agonia

implora una pietà che non lo soccorre

pronuncia il Nome,

lo scaglia inutilmente nel cielo

un cielo come i nostri

opaco senza colore

soffocato da fumi

un cielo che non può più respirare

che dà l’angoscia

che resta chiuso

stretto alla gola

neppure Lui risponde

nemmeno quando suo figlio lo chiama

E allora che cazzo vuoi tu

che lo ciancichi lo bestemmi

mugoli, sei fradicio di dolore

col tuo tetrapak di tavernello trucido

non lo vedi che sei patetico?

trangugeresti tutto il folonari del mondo

I ragazzini hanno schiantato petardi

per suscitare una scheggia di terrore

nei tuoi occhi cisposi

piccoli dilettanti

so ben io come fare

voi sarete stoccati per bene

prima di essere termovalorizzati

Ci sono scienziati ed esperti

che hanno finalmente inventato

a servizio dell’uomo

una Treblinka ecocompatibile

Resuscita il corpo morto

vecchio Frankestein

alè un colpo d’ala!

Rianima il cadavere dell’amore!

Dio lo fulmini

che riprenda a vivere!

Scocca vitale scintilla!

La creatura si mette all’impiedi

richiamata alla vita

vagherà come pazza

coi bulloni al collo

la camminata goffa

le scarpe pesanti

incontrerà una bambina

coglierà il suo fiore

con la delicatezza di un chirurgo

che guarisce

in un lago di sangue

Mostra le Orrende cicatrici!

Atterrisci la folla che urla!

Esibisci inutilmente la forza immane

ancorchè

un angelo ti ammonisce

non farti raggiungere

dai padri di famiglia

ti vogliono morto

Tu sei lo scandalo

loro

hanno forche

hanno croci

hanno torce

fotoelettriche e stroboscopi

microchip

tu la creatura la pasqua

loro la pecora Dolly

e tette di plastica

che restano gelide al tatto

Oh cadavere dell’amore

ridato alla vita

ricucito dalla pietà e dalla scienza

tu sei lo scandalo tanto atteso

Prima che ti abbattano

con le scuri e le mazze,

compi il tuo destino!

Dacci una prova

della nostra esistenza in vita

che ci restituisca al mondo!

E tu dottor Frankestein

provaci ancora

e ancora

e ancora

e ancora

Ritenta perdio!

Non c’è più tempo da perdere

stanno arrivando

con le fiaccole in mano

bruceranno le case

Noi aspettiamo

acquattati nei nostri rifugi

la sovrumana scintilla.

(*) Questo testo è tratto da «Panflè» di Mark Adin. Per lungo tempo, sempre il lunedì alle 12, “Mark” è stato una presenza importante in questo blog, poi bottega. Ma un lunedì si poteva leggere questo post: Mark Adin oggi non c’è. E da allora aspettiamo, anzi bramiamo il suo ritorno. Abbiamo fatto una cosa “romantica”. Sapete cosa accade – nello sport – quando un campione lascia? La sua maglia viene ritirata, il suo numero non si usa più. E alle ore 12 del lunedì quando non c’è Mark questo spazio resta vuoto. Oggi però “Mark” è tornato, per il 25 aprile: a raccontarci una fra le storie del nuovo fascismo, ben nutrito dalle indifferenze di quella gente che si crede “per bene”, con il suo disprezzo per le vite “di serie B”. (db)

 

LA VIGNETTA è di FOGLIAZZA


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