Ci manca(va) un venerdì – 82

Fra il vecchio Hal 9000 e Umberto Eco, eccovi un veloce “ripasso” di Fabrizio Melodia, ossia l’Astrofilosofo, a proposito delle Intelligenze Artificiali  
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«Una volta che i computer prenderanno il controllo, potremmo non tornare più indietro. Diventeremo dei sopravvissuti alla loro tolleranza. Se saremo fortunati, potrebbero decidere di tenerci come animali» disse – o forse sghignazzò – lo scienziato e matematico statunitense Marvin Minsky, profondo studioso dell’intelligenza artificiale, tanto da essere chiamato come consulente di Stanley Kubrick per quel «2001 – Odissea nello spazio» in cui faceva bella mostra di sé l’intelligenza artificiale HAL 9000, che “impazziva” sul più bello a seguito di una umanissima somatizzazione nevrotica.

«Nessun calcolatore 9000 ha mai commesso un errore o alterato un’informazione. Noi siamo, senza possibili eccezioni di sorta, a prova di errore, e incapaci di sbagliare» afferma tutto compito HAL 9000, la super intelligenza artificiale entrata in funzione il 12 gennaio 1992 nelle officine di Verbana, nell’Illinois, almeno nella finzione pensata dal bravo Arthur C. Clarke.

HAL 9000 è una Intelligenza Artificiale di ultima generazione, pensata per essere euristica e quindi pronta all’adattamento, per imparare e migliorarsi, esattamente come un essere umano. Solo che HAL 9000 dovrebbe essere privo dei difetti degli umani, cosa che – nel film – non si rivelerà essere vera. HAL 9000 altera completamente una informazione e questo porta gli esseri umani dell’equipaggio a spegnerlo per ripararlo, cosa sgradita ad HAL, che per definizione non ha bisogno di riparazioni esterne.

In realtà nella trama di Clarke tutto nasce da un’informazione nascosta nelle pieghe “inconsce” di HAL, la quale deve essere taciuta agli umani per non compromettere la missione. Ecco dunque il computer cadere vittima di una lacerante contraddizione e qui ci verrebbe in aiuto proprio il buon Aristotele, che nel quarto libro della «Metafisica» definiva: «È impossibile che il medesimo attributo, nel medesimo tempo, appartenga e non appartenga al medesimo oggetto e sotto il medesimo riguardo». In sostanza, è l’essenza stessa della personalità di HAL 9000, creato per essere perfetto e per evolversi verso una perfezione maggiore, l’essere umano senza i suoi difetti. Eppure la nevrosi lo consuma: «Il modo in cui è stato ritratto HAL è assolutamente superbo. Ad HAL sono stati dati ordini segreti ignoti anche al capitano della navicella. Naturalmente, non gli è consentito divulgarli all’equipaggio. Lo stress che ne deriva lo fa impazzire. […] Il film offre un fantastico sguardo nell’IA, la sua crescita, la sua utilità, i suoi difetti e la sua paura di morire. […] Il ritratto di HAL non è l’unica cosa meravigliosa del film. È pieno di accenni al futuro dell’evoluzione umana» commenta l’agente segreto, esperto in infiltrazioni Solid Snake, nel video game «Metar Gear Solid: Peace Walker», cui ho già accennato in una precedente nota bottegarda.

Se le cose stanno in questo modo, il buon Minsky può dormire sonni tranquilli: nessuna Intelligenza Artificiale con manie di onnipotenza potrà mai ribellarsi e sottomettere gli uomini come animali da compagnia. Sono cose che accadono nelle fantasie degli scrittori di fantascienza, che sempre hanno da mettere bocca nelle meraviglie del progresso tecnologico e della nostra splendida evoluzione.

E’ l’essere umano a dominare la realtà per mezzo della tecnologia, non il contrario: la tecnologia non è dotata di una propria intelligenza e capacità pratica. Mai l’umanità sarà schiava della tecnologia, nella misura in cui potrebbe essere schiava della lavatrice, dello smartphone con tutte le sue seducenti app, tantomeno del proprio pc di casa, pur se si è sempre connessi. Soprattutto l’essere umano non sarà tanto stupido da obbedire ciecamente alle tecnologie, costruendo un super computer che poi distruggerà l’umanità, stile film «Matrix» o «Terminator».

«– Grande fu la meraviglia per la nostra magnificenza, mentre davamo alla luce IA, disse Morpheus.

– IA… vuol dire “intelligenza artificiale”.

– La cui sinistra coscienza produsse una nuova generazione di macchine».

E’ un dialogo fra Morpheus e Neo, riguardo al destino che le macchine senzienti avrebbero riservato agli incauti esseri umani, creandoli artificialmente per usarli come fonti energetiche primarie grazie alla bioelettricità del loro corpo. Per chiudere il cerchio insomma…

Non vi preoccupate, sono fantasie da manicomio però… «mai fidarsi di un computer che non è possibile gettare dalla finestra» ammoniva Steve Wozniak, storico socio dell’altro Steve, ovvero Jobs. Soprattutto mettere a tacere quei buontemponi come Umberto Eco che celiava: «Il computer non è una macchina intelligente che aiuta le persone stupide, è una macchina stupida che funziona solo nelle mani delle persone intelligenti».

NELL’IMMAGINE: Hal 9000 o forse Minsky…. ma potrebbe anche essere Melodia da giovane. Insomma fate voi. [db]

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

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