Covid: di piante medicinali e altri rimedi in Centroamerica

Manuali di piante medicinali della popolazione garifuna, Honduras e di Camoeche, Messico

di Maria Teresa Messidoro (*)

Honduras, comunità garifune.

Joseph Chatoyer, noto anche come Satuyé, è considerato un eroe dal popolo garifuna, in quanto simbolo della storica resistenza alla colonizzazione europea alla fine del 1700, nella seconda guerra del Caribe, combattuta strenuamente contro l’impero britannico. Con la morte di Satuyé, avvenuta in circostanze a tutt’oggi non ancora storicamente accertate, i francesi ritirarono il proprio appoggio al popolo garifuna, esiliato dall’Isola San Vicente prima nell’inospitale isola di Baliceaux (dove più della metà della popolazione morì) e poi nell’isola di Roatan, di fronte alle coste dell’Honduras.

La tradizione popolare racconta che Satuyé possedeva un amuleto che lo rendeva immortale, ma che Barauda, la sposa principale, sua perenne compagna, oltre che consigliera fedele e preziosa alleata, proprio il giorno dello scontro frontale con l’esercito inglese, lo abbia nascosto per costringere il suo sposo a porre fine alla guerra. Così non fu: purtroppo, Satuyé perse la vita, ma il ruolo di Barauda nella cultura garifuna è vivo ancora oggi.

Non c’è da stupirsi allora che a metà giugno venga diffuso in rete dalla Red Nacional de Defensoras de Derechos Humanos en Honduras un prezioso libretto, una piccola esposizione “di quel cumulo di conoscenze e pratiche che il popolo di Barauda vuole offrire alla gente di ogni dove, in un momento in cui la paura fa perdere la bussola, dando più potere a coloro che ci hanno sottratto tutto, coloro che  sono i veri responsabili di questa pandemia, che sta distruggendo la vita di migliaia di esseri umani” (1)

Il testo, Medicina ancestral garifuna, alternativas para combatir el coronavirus, è stato elaborato da COFRANEH, la Organización Fraternal Negra Hondureña, al termine di alcuni incontri in cui donne appartenenti a comunità garifune hanno scelto di condividere antiche ricette di medicina naturale.

Così, sfogliandolo, scopriamo ad esempio l’importanza dell’acqua di mare, barana in lingua garifuna, che come ben sanno i popoli originari di questa terra, possiede almeno 83 dei 118 elementi della tavola periodica, rendendola ricca di preziosi sali.

Oppure ci fanno conoscere la gran varietà di infusi, come quello a base di cannella, foglie di limone, juanilama e cancerina, una pianta che stimola il sistema immunologico, purifica il sangue, aiuta a ridurre le ulcere e si raccomanda anche contro le varie forme cancerogene. La cannella poi, come mi hanno sempre insegnato anche le mie amiche e compagne salvadoregne, è un autentico toccasana: possiede una grande quantità di magnesio, diminuisce il colesterolo cattivo, regola lo zucchero nel sangue, combatte il cancro, aiuta a ridurre il peso e …  previene l’Alzheimer!!

L’ultima parte è dedicata alla descrizione di cos’è il COVID, quali sono i sintomi, quali le possibili conseguenze e le precauzioni da assumere per combatterlo.

Per gli amanti delle lingue autoctone, inoltre, l’introduzione è bilingue, avvicinandoci ancora di più alla sapiente cultura garifuna.

Sfogliare questo testo significa anche non dimenticarci cosa sta succedendo oggi in Honduras: come scrive Giorgio Trucchi su Peacelink, il 18 luglio di quest’anno, uomini armati hanno fatto irruzione nelle case di quattro attivisti della comunità garifuna di Triunfo La Cruz, sequestrandoli insieme ad una quinta persona. Proprio l’organizzazione OFRANEH punta il dito contro lo stato dell’Honduras, responsabile di attacchi sistematici contro l’organizzazione e quasi sicuramente dell’assassinio di venti esponenti delle comunià garifune nello scorso anno. (2)

Soltanto pochi giorni fa, ancora su Peacelink, sempre Giorgio Trucchi rilancia l’appello per l’immediata liberazione dei prigionieri politici, ad oggi ancora rinchiusi nelle carceri honduregne, un vero inferno.

Attualmente in Honduras ci sono circa 22 mila persone detenute in 28 strutture, in un sistema penitenziario militarizzato e sovraffollato. Una situazione divenuta ancora più drammatica con l’esplosione della pandemia del COVID, dato che in questo momento ci sarebbero almeno 2000 persone contagiate e secondo alcuni osservatori 25 sarebbero già morte in carcere. I prigionieri politici coinvolti sarebbero una decina, tra cui appunto gli ultimi arrestati della comunità garifuna, per cui si richiede a gran voce l’immediata scarcerazione. (3)

 

Messico, Campeche

A maggio di quest’anno, poco distante dal territorio garifuna, l’organizzazione Ka’ Kuxtal A.C. de Los Chenes, nella regione messicana di Campeche, ha proposto in rete un manuale sull’uso delle piante medicinali tradizionali del popolo Maya, per proteggere il sistema respiratorio e rafforzare il sistema immunitario.

Nell’introduzione si sottolinea che non si stanno proponendo delle medicine che possano sconfiggere il COVID, ma si vuole far riferimento alle tradizioni maya perché “i nostri antenati hanno saputo proteggersi di fronte a infinite minacce, e questa che si sta vivendo oggi è una nuova, provocata dall’avarizia e dall’ambizione di pochi che mettono in pericolo la vita di tutta l’umanità” (4)

L’unica possibilità è che ciascun popolo “ricerchi nel proprio territorio le proprie medicine, usandole, difendendole e proteggendole”.

In questo testo scopriamo ad esempio che rimedio efficace contro la tosse sono le foglie ed i fiori di bounganville; o che il frutto di nopal, avvolto in foglie di banano, è un ottimo cataplasma per affrontare problemi respiratori.

Si dimostra così che i saperi e le pratiche della medicina naturale, tradizionale e popolare, si tramandano in Messico, come in altri paesi latinoamericani da una donna all’altra, da madre in figlia.

Campos Navarro, studioso messicano, nel 2016 ha pubblicato un libro con l’Università Nazionale Autonoma del Messico, UNAM, dove si raccontano storie come quella di Rosita Ausenzio, ora curandera, nativa di Puácuaro, Michoacán, che molto ha imparato dalla zia. (5)

E’ inoltre risaputo che nei quartieri bene di Città del Messico, molto spesso ci si rivolge alle domestiche indigene per le diagnosi di malattie e somministrazione di rimedi tradizionali.

A dimostrazione che le donne latinoamericane, nonne, madri e novelle spose, giocano un ruolo fondamentale per la salute delle proprie famiglie, anche se ancora oggi questo ruolo è spesso ignorato o nascosto, sottovalutato o trascurato.

Conoscere, diffondere e leggere i manuali delle organizzazioni femminili honduregne e messicane può dunque aiutare a far emergere queste conoscenze tradizionali.

Oltre a far bene alla nostra salute, al tempo della pandemia.

 

 (1)  https://im-defensoras.org/2020/06/medicina-ancestral-garifuna-alternativas-para-combatir-el-coronavirus/  qui il libretto scaricabile http://im-defensoras.org/wp-content/uploads/2020/06/GUIA-MEDICINAL-GAR%C3%8DFUNA-PARA-COMBATIR-EL-COVID19_BC.pdf

(2) https://www.peacelink.it/latina/a/47891.html

(3)  https://www.peacelink.it/latina/a/47901.html. Molto interessante, anche se datato, un testo del 2012 di Francesca Garegallo sulla storia libertaria del popolo garifuna https://francescagargallo.wordpress.com/ensayos/librosdefg/garifuna-garinagu-caribe/

(4) https://desinformemonos.org/plantas-medicinales-del-pueblo-maya-en-tiempos-del-covid-19/  qui il manuale scaricabile https://www.educaoaxaca.org/wp-content/uploads/2020/05/Plantas-Medicinales-del-Pueblo-Maya-May20.pdf

(5) https://www.resumenlatinoamericano.org/2020/07/17/mexico-medicina-tradicional-casera-herencia-matriarcal/

 

(*) vicepresidente Associazione Lisangà culture in movimento, www.lisanga.org

Teresa Messidoro

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