Crisi bancaria, perché la finanza è così fragile

La crisi bancaria è alimentata da problemi legati all’intero sistema bancario ma anche reputazionali dei singoli istituti.

di Andrea Baranes (*)

 

 

   immagine:  © Mikhail Seleznev/iStockPhoto (ripresa da valori.it)

 

 

mercati sono irrazionali. A dispetto di modelli matematici sempre più complessi e sofisticati per prevederne l’andamento, spesso sono poi sensazioni e comportamenti emotivi a guidarli. L’abbiamo visto negli ultimi giorni con la crisi bancaria e le vicende di Credit Suisse e Deutsche Bank in particolare. Sono bastate notizie in sé decisamente limitate per scatenare un’ondata di panico. Irrazionalità che porta a ripetere, come abbiamo già provato a spiegare quanto la fiducia sia fondamentale per il sistema bancario.

Facciamo però un passo in più. Quando si parla di “fiducia” nel sistema bancario, ci si può riferire almeno a due diversi ambiti. Uno legato alle fragilità dell’insieme del sistema, l’altro a caratteristiche specifiche della singola banca.

Interconnessione e debolezze del sistema bancario

Riguardo le prime, le fragilità dell’insieme del sistema bancario venute alla ribalta negli ultimi giorni sono principalmente due: la gestione dei tempi l’interconnessione. Sulla prima, per quasi tutte le banche gran parte delle entrate sono depositi “a vista” ovvero devono essere restituiti immediatamente su richiesta del depositante. Prestiti o altre operazioni finanziarie tengono invece i soldi in uscita “bloccati”. Se gira voce che potrebbe fallire, ci sarà una corsa a ritirare i propri soldi, trascinando la banca in una crisi di liquidità.

Riguardo l’interconnessione, basta osservare il moltiplicarsi di dichiarazioni degli ultimi giorni da parte di governi e banche centrali («non c’è un rischio contagio», «il sistema è sano», «sono casi isolati») per capire quanto la cosa preoccupi le istituzioni. Le connessioni tra banche che possono portare a un effetto domino nella crisi sono molteplici: le banche si prestano continuamente soldi sul mercato interbancario, e se viene meno la fiducia tale sistema si blocca, esasperando le difficoltà.

Inoltre, molte banche hanno partecipazioni incrociate le une nelle altre. E soprattutto, come già accennato, i mercati sono estremamente umorali e si muovono a ondate. Se «le banche sono in crisi» moltissimi investitori venderanno i propri titoli nel settore; prima ancora, i computer che seguono gli andamenti per raccomandare ai gestori di comprare o vendere si muoveranno tutti nella stessa direzione, colpendo l’intero settore.

Le fragilità delle singole banche

Se i fattori di fragilità sistemici sono quindi diversi, come detto altri elementi sono invece legati a caratteristiche specifiche della singola banca. Ovviamente le informazioni sulla sua solidità patrimoniale e i suoi risultati, ma per quanto detto finora sono forse ancora più importanti le notizie sulla sua reputazione e la fiducia di clienti e mercati. Elementi che solo in parte sono legati a dati “oggettivi” di natura economica e finanziaria.

L’importanza di valori immateriali quali reputazione e fiducia è una chiave di lettura fondamentale nelle recenti vicende che hanno interessato Credit Suisse e Deutsche Bank. Alcuni analisti segnalano che, dal 2000 a oggi, la banca svizzera sarebbe stata multata oltre 50 volte. 50 sanzioni in 23 anni, per un totale di circa 11,4 miliardi di dollari. Ricordiamo che, secondo le ultime notizie, UBS avrebbe versato una cifra dell’ordine dei 3 miliardi di franchi svizzeri (più o meno la stessa cifra in dollari) per acquistarla.

Forse ancora più interessante notare che si parla di 9-10 miliardi dollari di garanzie concesse dalla Svizzera a UBS per convincerla a procedere con l’acquisizione. Se le sanzioni a Credit Suisse vi sembrano spropositate, Deutsche Bank è riuscita a fare di peggio. Lo stesso sito di analisi segnala che in questo caso le multe ricevute dal 2000 sarebbero 79, per un totale di 18,5 miliardi di dollari. 79 sanzioni in poco più di 20 anni.

Credit Suisse e Deutsche Bank: da almeno 20 anni nomi associati a scandali, multe e sanzioni

Da un lato un simile importo pesa, e non poco, anche sui conti di simili colossi bancari. Dall’altro, come detto, i valori immateriali sono ancora più importanti. Da almeno 20 anni i nomi di Credit Suisse e Deutsche Bank sono associati con impressionante regolarità a scandaliindagini delle autorità di vigilanza, multe e sanzioni.

Anche quando non si tratta di comportamenti simili, le notizie non sono certo incoraggianti. Per fare solo un ulteriore esempio, il Financial Times, probabilmente il più diffuso organo di informazione in ambito finanziario, alcuni anni fa intitolava un articolo “La stupidità di Deutsche Bank sui derivati” definendo l’esposizione della banca tedesca in tali strumenti come “terrificante”.

C’è davvero poco da stupirsi e prendersela con i “mercati irrazionali” se, in una situazione di difficoltà del settore, basta uno starnuto per provocare il panico. Si, i mercati sono irrazionali. Ma se gli ultimi vent’anni li hai passati a costruirti una reputazione del genere, la vera irrazionalità è che clienti e investitori non ti abbiano voltato le spalle molto prima.

(*) Link all’articolo originale: https://valori.it/crisi-bancaria-finanza-fragilita/

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