«Cronache del boomernauta»: ovvero…

Gaia e le metatecniche selvagge. “DALLA CINA CON AMORE:” un’anticipazione dalla narrazione di Giorgio Griziotti (a seguire l’indice del libro, che è stato appena pubblicato da Mimesis, con prefazione di Giuliano Spagnul)

 

 

DALLA CINA CON AMORE

 

Durante una delle sue prime avventure nel tempo, il Boomernauta si ritrova in Cina nei primi anni del decennio 2030. In quel paese, che era ormai il più avanzato nell’integrazione di tecnologie e vita, il governo, molto più interessato a egemonizzare la produzione mondiale che a calmare le convulsioni della biosfera, decide di sfruttare un incredibile dispositivo che piega il tempo per far lavorare tutti di più… ma i corpi si ribellano…

 

Nell’Impero di Mezzo già dai primi decenni del XXI secolo la penetrazione delle tecnologie nella vita era la più avanzata ed era letteralmente impossibile viverci senza essere immersi nel bioipermedia. Ma nella débâcle ecologica che minacciava da vicino la Gov Neolib, la Cina, che pure era coinvolta, restava per certi versi un indecifrabile continente disciplinare. Per chi stava in basso sembrava che il Paese facesse un po’ banda a parte e non fosse completamente integrato, specie dal punto di vista finanziario, al resto del mondo anche se questa si sarebbe rivelata una prospettiva illusoria. Al punto che i techno-tycoon locali, fra i più ricchi del mondo, avevano difficoltà a emanciparsi dal PoSt/ato gestito dal Partito. I dirigenti del Partito, si dicevano molto più preoccupati dal benessere dei lavoratori, dall’organizzazione di produzione e consumo e dall’affermarsi del Paese come la più grande potenza tecnologica che da un’egoistica salvezza spaziale o marziana. La simbolica nave ammiraglia tecnologica era Grande Balzo, il più potente computer quantistico mondiale. Ma come tutte le potenti corazzate anche Grande Balzo avrebbe trovato il suo siluro hacker.

E quando venne craccato ci si accorse che al suo interno girava un modulo software che per comodità chiameremo time machine.

Benché il laboratorio nazionale di informatica quantistica di He-fei1, che lo aveva progettato, rivendicasse per Grande Balzo una potenza di calcolo miliardi di volte superiore a quella dei super-computer tradizionali, in realtà questa manna restava teorica e non completamente utilizzata. Nonostante la prodezza tecnologica della sua architettura e i suoi 127K qubits, i cinesi si erano rassegnati a utilizzare il sistema operativo Free Quantum, ultimo grande progetto del comune della Free Software Foundation, anche se certo non ne gradivano la trasparenza e le regole FOSS2.

Tutto ciò era di dominio pubblico, nessuno però sapeva che in una start-up della Innoway di Pechino, la Silicon Valley cinese, era stato sviluppato un software capace di cambiare la percezione del tempo dandogli una piega diversa. Questo flusso veniva trasmesso a un utente tramite un’app e un dispositivo mobile denominato time glas- ses3, una speciale versione di occhiali “smart”. Il sistema richiedeva però una grande potenza di calcolo per ogni singolo utente e solo un megacomputer quantistico avrebbe potuto pilotare una moltitudine di utenti simultanei. Intuendo le prospettive biopolitiche dei time glasses, l’amministrazione cinese prese il controllo della start-up e lanciò il progetto “Lunga primavera”. L’obiettivo ufficiale era il miglioramento della qualità di vita delle maestranze e quello ufficioso, l’aumento della produttività.

Indossando i time glasses connessi, ogni maestranza poteva lavorare perlomeno dieci o dodici ore al giorno, avendo l’impressione che ne fossero trascorse solo sette od otto, nonostante il suo corpo restasse ancorato all’UTC4.

Per la fase sperimentale vennero scelte delle “volontarie” nelle grandi fabbriche della Rabbitconn a Shenzhen; si trattava perlopiù di giovani donne addette alla catena di assemblaggio degli smartphones a cui era stato promesso il premio di un giorno off.

Nel periodo di test si limitarono le durate delle giornate lavorative e fu un successo. Le partecipanti alla fine del loro turno erano più distese e di buon umore, anche se poi, bene o male, la stanchezza fisica riaffiorava. che si trattasse di “un miliardo di dollari nel laboratorio nazionale di Hefei per le scienze dell’informazione quantistica con esperti provenienti da una serie di discipline come la fisica, l’ingegneria elettrica e la scienza dei materiali.”

Quando alla Rabbitconn si sparse la voce di questa app straordinaria i volontari si moltiplicarono, tanto che fu difficile accontentare tutti subito. Rari erano quelli che restavano piuttosto riservati perché intuivano che, nonostante le dichiarazioni ufficiali, si trattasse di far passare la pillola di giornate eterne e di ore straordinarie non pagate. Ed infatti andò proprio così: il governo lanciò in gran pompa il progetto “Lunga primavera”, integrandolo al programma dei Crediti Sociali (SCS)5. Ogni lavoratore che aderiva avrebbe ricevuto 50 punti nella red list dei meriti, mentre il pagamento delle ore straordinarie fu rimesso in causa. Come previsto, i manager allungarono le giornate di lavoro e regolarono la time machine al massimo quando c’erano periodi di punta della produzione in fabbrica Negli stabilimenti, le timide proteste vennero subito messe a tacere dai sindacati governativi, in modo che il sistema potesse essere allargato ad altri settori.

Il vero obiettivo del governo, infatti, non erano solo gli operai delle grandi fabbriche già in via di robotizzazione, ma tutti i lavoratori di qualsiasi condizione e non solo i salariati. Nel mirino c’erano le attività cognitive, che includevano anche il telelavoro. Precari e free lance potevano “usufruirne” e nella Innoway dove fra gli startupper ormai vigeva la regola 996: lavoro dalle 9 di mattina alle 9 di sera, 6 giorni alla settimana, il sistema avrebbe funzionato alla grande.

Il governo contava su questo dispositivo così disrupting per consolidare l’egemonia cinese che si stava affermando, mentre gli Stati Uniti stavano in una guerra civile cronica che li stava indebolendo e paralizzando. In realtà c’erano parecchi problemi dello stesso tipo anche in Cina, fra l’altro causati dalle grandi opere di modifica del territorio fra i quali l’immensa Diga delle Tre Strozze. Tuttavia il governo cinese e il suo gigante distaccamento di SecurServ strettamente controllati dal Partito, poco integrati all’AltaSfera Ecofin e al suo progetto High Frontier (o forse legati da un entanglement quantistico6), facevano del loro meglio per tenere la situazione sotto controllo e nascondere al massimo i problemi. Quello che interessava ai dirigenti cinesi era il previsto grande balzo in avanti della produzione. Poi, esportando il sistema nel resto del globo grazie agli accordi con i techno-tycoon, il controllo mondiale delle nuove modalità di quel che resterebbe della produzione sarebbe stato assicurato. Dopo un periodo di espansione quasi geometrica dei time glasses in ogni settore produttivo, emersero i primi rumori su qualche scompenso sociale. Le giovani operaie con famiglia si lamentavano, per esempio, che restando per gli straordinari non si rendevano più conto di quando era l’ora di andare a far la spesa e che spesso arrivavano a casa troppo tardi per preparare la cena. E le fidanzate non riuscivano a spiegare al partner come avevano potuto bucare l’appuntamento amoroso.

Negli startupper della Innoway si diffondeva invece “la cultura del materasso”7, messo sotto la scrivania e su cui stendersi un momento prima di crollare mantenendo la ormai consolidata tradizione del “no sleep, no sex, no life”. Una maledizione che li perseguiva con lo stesso accanimento con cui loro correvano dietro al miraggio di Jack But il mitico fondatore di Aladdin, il più famoso dei techno-tycoon cinesi. La perturbazione dei ritmi biologici fondamentali prodotta dalla distorsione quotidiana del tempo stava producendo però un altro tipo di disturbo ancora più inquietante.

Dopo brevi momenti di catatonia i soggetti tenevano propositi a prima vista incoerenti o deliranti che, però, se si faceva attenzione, rivelavano una forma di reazione lucida a una vita quotidiana di quattordici ore di lavoro. Forze disorganizzate e sotterranee esplodevano in modo incontenibile in reazione a un sistema che “nel processo di produzione generava una forte carica schizofrenica contro cui il sistema stesso avrebbe poi scatenato tutto il peso della sua repressione”8.

Questo significa che quando due particelle quantistiche sono entangled, le proprietà quantistiche di una particella possono essere istantaneamente influenzate dalle proprietà dell’altra particella, anche se le particelle sono fisi- camente separate l’una dall’altra a una qualsiasi distanza. Qui il Boomernauta forse si esprime in senso ironico sul fatto che comunque esisteva un legame fra la finanza cinese e la Gov Neolib.

Queste crisi erano un tentativo d’uscire dall’insostenibile spaesamento temporale, volontariamente accettato per aderire al “sogno collettivo” a cui erano stati esortati negli ultimi discorsi della compagna Guo segretaria dell’ufficio politico del Comitato Centrale del Partito. Ma ora, il sogno si era trasformato in incubo.

Gli specialisti governativi avevano assimilato il fenomeno a una nuova forma di burn-out che era già molto diffuso in Cina a quell’epoca. Avevano comunque raccomandato di ridurre gli sbalzi eccessivi e improvvisi nei cambiamenti di percezione del tempo per cercare di mantenere l’essenziale degli aumenti di produttività.

Ma ancora una volta gli esperti si sbagliarono. Non si trattava di burn-out, ma “di un processo schizo che solo l’attività rivoluzionaria impedisce di trasformarsi in produzione reale di schizofrenia”9.

E fu questo il pulsante che fece scattare l’improvviso passaggio fra i due poli, ordine e caos, che fanno parte di un’alternanza storica per i cinesi.

E quando “grande fu la confusione sotto il cielo: la situazione divenne eccellente”.

In un primo momento più che di una ribellione si era trattato di un rifiuto talmente totale e biologico che aveva provocato un aumento vertiginoso di suicidi, ma soprattutto un’ondata di schizofrenia come reazione alla modifica della percezione del tempo a fini di aumento della produttività. Che fosse una forma schizo era stata la prima diagnosi del Ministero della Sanità cinese che però nello stesso tempo era impotente tanto a contenerla che a curarla. Non si potevano trattare gli “schizo-tempestosi”10 come si faceva con i “normali” pazzi o come il PCC (Partito Comunista Cinese) faceva con certi avversari politici, cioè rinchiudendoli negli ospedali psichiatrici. Erano veramente troppi e fare un tentativo in questo senso avrebbe portato al risultato inverso di quello desiderato.

Gli “schizo-tempestosi” erano agitati e farneticanti. Sentivano voci che suggerivano loro di volere tutto e subito. Soprattutto “subito” visto che dopo il trattamento ricevuto, il tempo non aveva più la valenza a cui erano stati educati nell’infanzia. Il tempo era una dimensione fondamentale, immaginatevi se per esempio mediante un artificio foste costretti a vivere, o anche semplicemente a lavorare con una dimensione in meno, magari in due dimensioni come in un fumetto o su uno schermo. Non sareste traumatizzati anche voi?

Erano ufficialmente considerati malati gravi dalle istituzioni, ma la stessa cosa non avveniva nelle interazioni con il resto della popolazione. Nonostante l’emarginazione a cui erano sottoposti, in realtà le loro allucinazioni si muovevano nel profondo, e intorbidavano le acque sociali. Ed i primi segnali di esasperazione cominciarono a manifestarsi.

Né il governo cinese né il resto della governance mondiale, visto che molti Paesi per non perdere terreno nei confronti della Cina avevano aderito al franchising di Lunga Primavera, pur rendendosi conto dell’impasse, non volevano rinunciare ai benefici che la distorsione del tempo apportava loro in termini molto concreti di profitto. Secondo loro il Progetto avrebbe smentito anche Marx: non ci sarebbero state cadute del saggio di profitto!

Non poterono o non vollero vedere che gli schizo-tempestosi, pur non avendo le facoltà di organizzare le masse con le loro allucinazioni desideranti, erano inconsciamente riusciti a compattare classi che erano divise e che ormai si ribellavano un po’ dovunque. Una specie di avanguardia schizofrenica e caotica nello stesso tempo. Nel frattempo, grandi masse appoggiarono l’avanguardia delirante in un modo imprevisto: il movimento Tang Ping, ispirato al rifiuto del lavoro rivendicato dagli autonomi europei e diretto erede dei giapponesi Hikikomori e dei partecipanti alla Great Resignation11, entrò magicamente in non-azione. Tutto si fermò all’improvviso e nulla più funzionò mentre cominciò a scatenarsi il combattimento degli schizo-tempestosi. Delirante e confusa fu la lotta, ma anche fulminea e selvaggia. Gli schizo-tempestosi, che vi si erano gettati a corpo morto, sembravano tanto insensibili al dolore e alle amputazioni che la repressione infliggeva loro, che sia il governo cinese che la finanza mondiale dovettero cedere prima che il caos li travolgesse.

Tutti furono liberati da quel giogo immateriale della manipolazio- ne del tempo. La malattia schizo-temporale cessò come per incanto e anche una parte delle malattie autoimmuni che da essa dipendevano.

INDICE

Prefazione  di Giuliano Spagnul

Introduzione dell’autore 

IL RACCONTO DEL BOOMERNAUTA PARTE PRIMA

PANDEMIA MEMETICA

La High Frontier e i techno-tycoon

L’Ascesa dell’Altasfera Ecofin

Dalla Cina con amore

Dr. Strangelove

La setticemia della biosfera

È colpa del gene egoista?

Meme come vettore

Il morbo nekomemetico

Dal paziente zero ai Grandi Malati

L’autoimmunità di Gaia

Tutte le pandemie finiscono?

La Sfera Autonoma e gli alieni untori

Solo i nostri nemici ci capiscono

PARTE SECONDA

LA GOVERNANCE QUANTISTICA

E LE TECNOLOGIE DEGLI AFFETTI MULTISPECIE

La Governance Quantistica del capitale

WorldForce e nascita del sistema a tre fasi

Le guerre dei quattro elementi

I movimenti BSM

Controflusso e utopia

Massive Spatial Migration ovvero la Grande Fuga

Il progetto Man2Man

Tecnologie degli Affetti Multispecie

Il flop di Man2Man

Ur-fascismo e nucleare celeste

Una nuova dimensione si apre

Data Tsunami e Q.Oracle

TAM e rivoluzione multispecie

Ricchi e poveri

Le TAM e i mondi delle coscienze spontanee

Melancholia

PARTE TERZA GAMES TRANSP

Colonizzazione spaziale

Human stranding

Games e agency

Divagazione sulla storia delle interfacce

Interfacce Transp

La dernière chance

I Gamartivist e il morbo nekomemetico

Per mangiarsi bene a vicenda

Biomimesi

Il sogno dei Gamartivist

L’Asinara

Verso l’autonomia di un comune sconosciuto

EPILOGO

Una Grande Fuga molto agitata

Nel Far Far West si spara

Wormhole

Quello che la Gov Q non aveva previsto

La biomacchina neghentropica

Il cerchio si chiude

GLOSSARIO

 

Redazione
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