Ancora un morto “suicida” nel carcere di Bologna, il 58° del 2024

… secondo i riscontri ufficiali. di Vito Totire ANCORA MORTE IN CARCERE NEL SILENZIO TOTALE DELLE ISTITUZIONI: NEANCHE GLI INUTILI COMMENTI DEL “GIORNO DOPO” VIVERE NEL CARCERE DELLA DOZZA E’ DI PER SE’ UN RISCHIO SUICIDOGENO Secondo le cronache “trovato morto” pare per impiccagione, le cronache aggiungono “nella afa rovente della cella”. Sembrerebbe di origini albanesi, anni 47, in attesa

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Spagna. Il turismo di massa uccide i quartieri

Le proteste (non) viste dalla stampa italiana. di Stefano Portelli, Victor Serri (*) Il primo luglio due sorelle di cinquanta e sessant’anni, nate e cresciute nello stesso appartamento del quartiere di Sant Andreu a Barcellona si sono buttate giù insieme dalla finestra del loro attico, poche ore prima che arrivasse l’ufficiale giudiziario per sfrattarle. Avevano accumulato un debito di novemila

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2024: è ora di demolire il carcere di Bologna

IL PERCORSO POSSIBILE PER CHIUDERE L’ABOMINEVOLE CARCERE DELLA “DOZZA” …E TUTTI GLI ALTRI di Vito Totire Si continua a consumare apertamente la sistematica violazione dei diritti delle persone private della libertà ma anche dei loro “custodi” (anche se  oggi portati fuori strada da sindacati corporativi e poco lungimiranti, per usare un eufemismo ) nonché della intera comunità che ha interesse

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La nuova fase di privatizzazione dei CPR…

… e le sue conseguenze. di Marika Ikonomu, Alessandro Leone, Simone Manda (*) Nonostante il sistema abbia dimostrato di non funzionare, i centri di trattenimento per migranti sono sempre più foraggiati. Per ridurre i costi, sono subentrati degli attori privati, sempre più grandi. Nel 2006, Giuliano Amato, all’epoca ministro dell’Interno del governo Prodi, delega alla commissione guidata da Staffan De

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L’estate più nera delle carceri italiane

di  Riccardo Rosa (*) È molto difficile prendere parola su quanto sta accadendo in questi giorni nelle carceri italiane. E non soltanto perché a chi è fuori spetta la responsabilità di cercare spazi di visibilità per vicende che accadono dentro gli istituti, e che quindi possono essere comprese, empatizzate, condivise e analizzate solo fino a una certa soglia oltre la quale è impossibile spingersi. È difficile

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