E se ripudiassimo il debito?

di Francesco Gesualdi
Trovo assurdo che stiamo zitti mentre a Roma stanno demolendo servizi,
sicurezza sociale e beni comuni in nome del debito pubblico. La mia opinione
è che

 se proprio dobbiamo andare verso il pareggio di bilancio dobbiamo
farlo tassando i redditi alti, organizzando seriamente la lotta all’evasione
fiscale, impedendo la fuga dei capitali nei paradisi fiscali, riducendo le
spese militari, ritirandoci dalle missioni colonialistiche, riducendo gli
stipendi degli eletti, eliminando gli sprechi di palazzo.
Dotarsi di un sistema fiscale equo, eliminare i privilegi ed evitare lo
spreco di denaro pubblico è un dovere che abbiamo indipendentemente dal
debito pubblico ed è sbagliato parlarne solo quando c’è un attacco
speculativo contro lo Stato. Anzi, quello è proprio il momento in cui non
dobbiamo parlarne, perché altre sono le risposte da dare a banche,
assicurazioni e fondi di investimento che vogliono approfittare delle
difficoltà degli Stati per arricchirsi per sé. Quando questi signori,
genericamente definiti mercati, pretendono di prendere gli Stati alla gola,
vanno rimessi al loro posto, ricordando loro due cose:
1) la sovranità non appartiene ai mercati, ma al popolo;
2) l’interesse collettivo è preminente rispetto agli interessi individuali e
se lo Stato è in difficoltà deve uscirne salvaguardando i diritti di tutti e
i beni comuni.
Ecco perché penso che l’unica risposta da dare alla speculazione è il
congelamento del debito ossia la sospensione del pagamento degli interessi e
della la restituzione del capitale in attesa di tempi migliori. Una scelta
sostenuta da tre considerazioni:
1) oltre l’80% del debito pubblico è detenuto da banche, assicurazioni e
fondi in gran parte esteri;
2) il debito pubblico si è formato anche grazie ai contributi dati a banche
e imprese per tirarle fuori dal fallimento;
3) l’ammontare degli interessi (80 miliardi di euro all’anno pari al 20%
delle entrate tributarie) ha già ripagato abbondantemente il capitale
prestato originariamente, pertanto si tratta di una rendita pura.
Sollecito tutti ad esprimersi rispetto a questa presa di posizione, perché
non trovo giusto finire come i polli spennati e perché non va bene che in
nome dei guadagni di pochi seghiamo il ramo della democrazia su cui sediamo
e torniamo indietro di secoli rispetto a valori come equità, solidarietà,
diritti.

Francesco Gesualdi -  Centro Nuovo Modello di Sviluppo
(Fonte: http://www.movimentocivico.it/2011/08/29/e-se-ripudiassimo-il-debito/)
Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

4 commenti

  • GUADAGNI DEI POCHI…
    REGOLA BASE E FINALITA’ DEL CAPITALISMO
    E DELLA DEMOCRAZIA:
    NON C’E’ CHE RIFIUTARE IL SISTEMA.
    SARINA

  • Per la questione in genrale sul debito, si veda l’articolo sull’Islanda
    comparso in questo stesso blog: niente restituzione del debito, nuova costituzione, nuovo governo escludendo chiunque fosse stato precedentemente militante in un qualsiasi partito. Ma non è roba per italiani quella.
    E l’Argentina che ha fatto?
    Dovrebbe farlo anche la Grecia. Ma chissà a quel punto che fine farebbero molte banche tedesche piene zeppe di titoli di stato greci e italiani.
    Certo che la Germania vuole salvare la Grecia e l’Italia: è il modo migliore per salvare se stessa
    Marco

  • Sotto la creazione di denaro al momento non c’è più nulla, solo carta, o meglio solo bit, credo che la cosa più sana in questo momento per annullare la speculazione sia il default, annullamento totale del debito, ripartendo da zero, chiusura delle borse.
    I cosiddetti salvataggi hanno come fine il mantenimento dello status quo: alimentare la speculazione finanziaria che non si è mai fermata anzi, continua sempre di più ad incrementarsi, continuando ad arricchire i soliti noti, impoverendo tutti/e gli/le altri/e: per la legge dei grandi numeri la spirale può continuare praticamente all’infinito…
    Con la scusa della crisi la spoliazione dai diritti che si sta verificando è pressochè totale, occorre essere uniti/e, fare pressione e riappropriarci delle regole base di ogni democrazia, la sovranità appartiene al popolo e l’economia è al servizio delle persone e non il contrario, come ormai vorrebero farci credere.

  • COMUNICATO STAMPA SU AVVIO CAMPAGNA “CONGELAMENTO DEL DEBITO”

    Informiamo tutti i gruppi, movimenti, gestori di mezzi di informazione e tutte le persone interessate, che è stata lanciata la campagna “Congelamento del debito” per richiedere l’immediata sospensione del pagamento di interessi e capitale del debito pubblico italiano, con contemporanea creazione di un’autorevole commissione d’inchiesta che faccia luce sulla formazione del debito e sulla legittimità di tutte le sue componenti.
    Riteniamo che senza una decisa azione dal basso ed una decisa assunzione di responsabilità da parte dei suoi cittadini, questo paese è condannato ad una perdita progressiva di sovranità e ad un peggioramento crescente della qualità della vita dei singoli e della collettività.
    Pertanto invitiamo tutti coloro che condividono le finalità della campagna, non solo ad aderire sottoscrivendo l’iniziativa, ma anche a darne la più ampia diffusione con tutti i mezzi che ciascuno ha a propria disposizione.
    Per accedere al testo della campagna e alle modalità di sottoscrizione, basta collegarsi al sito http://www.cnms.it/campagna_congelamento_debito . Il sito contiene anche un forum di discussione per consentire a chiunque di portare il proprio contributo di idee e condividere documenti inerenti il tema.
    Vecchiano 22 Settembre 2011
    Per ulteriori informazioni rivolgersi a Francesco Gesualdi o a Aldo Zanchetta

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