Furundulla 2 – di Benigno Moi
Assodato che le vignette non vanno spiegate (ma anche che sono un sasso buttato come spunto di riflessione) per ognuna trovate almeno un link
https://www.monde-diplomatique.fr/2020/04/LAMBERT/61620
dove si analizza che “le politiche di austerità hanno abbassato la barra di altezza privando i servizi sanitari delle loro capacità di accoglienza. Nel 1980, la Francia aveva 11 letti d’ospedale per 1.000 abitanti. Ne restano solo 6. Negli Stati Uniti, i 7,9 posti letto per 1.000 abitanti registrati nel 1970 si sono ridotti a 2,8 nel 2016. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), l’Italia aveva 922 posti letto riservati a “casi gravi” per 100.000 abitanti nel 1980. Contro 275 trenta anni dopo.”
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Coronavirus-dilemma-mascherine-ecco-come-e-quando-usarle-9047c5a3-dd80-4e0e-8aa1-acd629d18e90.html
http://www.governo.it/it/articolo/decreto-iorestoacasa-domande-frequenti-sulle-misure-adottate-dal-governo/14278
https://www.agi.it/cronaca/news/2020-03-15/corobavirus-covid-19-pasqua-vaticano-papa-francesco-7540292/
Infine, su uno dei temi purtroppo sempre attuale – si parla poco ma ancor meno si fa – i bambini che stanno in carcere con le madri detenute, propongo un disegno del 1984, realizzato nel carcere di Cuneo, dove scontavo una pena per partecipazione a banda armata e associazione sovversiva:
e, naturalmente, “chi può metta, chi non può prenda“, come invita saggiamente a fare il panaro napoletano col cartello affisso sui cesti lasciati in strada in tempo di quarantena. Nel nostro caso, chi ha da suggerire altre letture o altre visioni sugli argomenti cui si si ispirano i disegni, non si faccia pregare…
L’origine del nome dato alla rubrica Furundulla si può invece scoprire qui: hastagasa