Quel Babbo venuto dal freddo

Puntata 191 di «Ci manca(va) un Venerdì» del noto astrofilosofo Fabrizio Melodia

“Babbo Natale da me / non è mai venuto / forse perché il camino in casa non ce l’ho mai avuto, / forse non riesce ad atterrare sui tetti perché ci sono troppe antenne, / forse gli han chiesto il superbollo sulle renne, / forse ha paura di qualche scippo, | magari è afflitto perché lo scambiano per il Gabibbo / ma per me è da qualche parte in equatore / che se la vive da nababbo coi diritti d’autore!” rappano alla grande gli Articolo 31.
Se J-Ax e Dj Dado non le mandano a dire, qualcosa di vero c’è nella credenza di un vecchietto grassoccio vestito di rosso che se ne va in giro a dispensare doni ai bambini buoni (ma perchè solo a loro)?
E’ la prima cosa a cui molti bambini, soprattutto di area cattolica e occidentale, smettono di credere appena crescono, ma in realtà la figura di Babbo Natale ha origini antichissime, quasi quanto il Natale stesso.
Infatti, mentre la prima fonte scritta che attesta la celebrazione del Natale il 25 dicembre risale nientemeno che al cronografo del 354 d. C. (un calendario romano scritto e illustrato dal calligrafo Furio Dionisio Filocalo), sempre nel IV secolo abbiamo l’apparizione di San Nicola di Myra, nientemeno che un vescovo cristiano di una città turca. Tale figura sarebbe stata assimilata anche nel folclore germanico, associato alla figura del dio Odino, che molti bambini oggi stanno riscoprendo grazie ai kolossal Marvel incentrati sulla figura di Thor e di suo padre.
Nel folclore teutone e anche inglese, Wotan/Odino conduceva una grandiosa battuta di caccia durante il solstizio d’inverno insieme alle altre divinità, i bambini lasciavano gli stivali appesi in casa e Odino li riempiva di dolciumi e regalie.
Andando molto avanti, in epoca moderna il mito di Babbo Natale diventa per primo lo Spirito che rappresenta la Bontà del Natale, di cui ci parla anche lo scrittore inglese Charles Dickens nel celeberrimo “Canto di Natale”. Qui viene rappresentato con abiti verdi, a ricordare sempre la sua origine boschiva e divina, porta un copricapo liturgico, i suoi aiutanti scendono dai tetti per lasciare i doni nelle scarpe dei bambini. E vola su un cavallo bianco.
Le renne da dove vengono? Sempre dai miti germanici, bisogna ricordare che le renne, come alci, caprioli e simili, rivestono un ruolo assai importante nella mitologia nordica, in quanto cari alla divinità Isa; sono ad esempio traghettatori di anime e dediti per lo più a riti notturni.
E il vestito rosso? Sarebbe colpa nientemeno che della Coca Cola, la quale, negli anni ‘30 del secolo scorso, avrebbe usato l’immagine di Babbo Natale cambiando i vestiti verdi con il rosso e il bianco, i colori della propria scritta.
Questo dunque è il motivo per cui Babbo Natale non va per il camino dei bambini più poveri? Babbo Natale è solo la somma di molte leggende folcloristiche che sono poi diventate pubblicità di successo nei Paesi più ricchi?
Gli manca più di qualche venerdì a quelli che vogliono credere ancora a Babbo Natale? Forse ci potrebbe essere qualcosa di più, per questo lascio la inconcludente conclusione alla poetessa Emily Dickinson: ”Babbo Natale viene con un Sorriso e una Lacrima. Babbo Natale è stato derubato, non da Ladri ma da Angeli. I Bambini pregheranno Babbo Natale?”.

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

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