I Rom e le Rom de La Barbuta contro…

lo sgombero del 6 settembre – comunicato di «Cittadinanza e Minoranze»

Tra il 5 e 6 agosto scorsi l’Ufficio Speciale RSC del Comune di Roma, che è alle dirette dipendenze della sindaca Raggi, ha notificato ai venti nuclei familiari presenti nel campo de La Barbuta l’intimazione a lasciare “liberi da persone e cose” entro il 6 settembre i containers che lo stesso Comune aveva a suo tempo loro assegnati. Ma i Rom e le Rom de La Barbuta non ci stanno ad attendere passivamente di essere sgomberati. Già nel luglio 2020 le stesse famiglie avevano spiegato alla Sindaca e all’UNAR (in una lettera inviata per posta certificata) che senza un lavoro stabile e riconoscibile, senza poter esibire una busta paga e, in molti casi, anche senza documenti – risultando apolidi di fatto per la dissoluzione dello Stato della Jugoslavia – erano nella obiettiva impossibilità di prendere in fitto un appartamento quand’anche in presenza della promessa del Comune di provvedere al pagamento del fitto per i primi due anni. E che per questi motivi non avevano potuto sottoscrivere il “Patto di Responsabilità”, come loro richiesto, che prevedeva un impegno che non avrebbero potuto mantenere. Né la Sindaca, né l’UNAR hanno dato risposta e ora l’Ufficio Speciale RSC preannuncia lo sgombero forzoso a mezzo delle forze dell’ordine. Le venti famiglie resistono giustamente quindi alla intimazione del Comune a mezzo di una diffida legale nei confronti dell’Ufficio Speciale RSC perché desista dal dare seguito al provvedimento e con un esposto-denuncia al Prefetto a cui chiedono di intervenire con i poteri che gli derivano dall’essere il Rappresentante Territoriale del Governo di uno Stato di Diritto, per impedire che il Comune compia un’azione palesemente illegale. QUI SOTTO i testi della diffida e dell’esposto. L’associazione di promozione sociale Cittadinanza e Minoranze sostiene senza riserve la resistenza delle venti famiglie Rom minacciate di sgombero e, confidando che i media vogliano dare voce e visibilità alla loro protesta, invita i cittadini e le cittadine consapevoli che la democrazia o tutela i diritti di tutte e di tutt- a partire da quelli delle ultime e degli ultimi – o non è, a manifestare la propria solidarietà verso chi resiste ad un provvedimento evidentemente irregolare del Comune di Roma.

Roma 30 agosto 2021– Cittadinanza e Minoranze

Al signor Prefetto di Roma Matteo Piantedosi

protocollo.prefrm@pec.interno.it  

Signor Prefetto,

siamo i/le rappresentanti dei nuclei familiari del “Villaggio attrezzato” La Barbuta, che tra il 5 e 6 di questo mese hanno ricevuto dall’Ufficio Speciale RSC del Comune di Roma l’intimazione di “lasciare libero da persone e cose entro e non oltre il 6 settembre 2021” il modulo abitativo che lo stesso Comune aveva loro assegnato anni prima.

Sorvoliamo sul fatto, ancorché di grande rilievo sia sotto il profilo della appropriatezza del procedimento sia sotto quello politico, che, come si legge nelle lettere di intimazione, il provvedimento è in “esecuzione della Memoria di Giunta Capitolina n. 53 del 9 luglio 2021” e non di un atto dotato di effetti esecutivi, come un’Ordinanza Sindacale o una Delibera di Giunta oppure di Consiglio Capitolino e neppure di una Determina Dirigenziale; sicché pare che un provvedimento di tale gravità in una materia così delicata sia attivato senza che si possa sapere di chi sia la responsabilità amministrativa e politica della operazione.

Non è possibile, però, sorvolare sulle conseguenze gravissime che si avrebbero se lo sgombero coattivo venisse effettuato. Infatti:

  • un centinaio di persone, fra le quali molte della terza e quarta età, non poche malate, altre affette da irrecuperabili disabilità, nonché donne e bambini/e, resterebbero per strada con pregiudizio grave della loro già precaria salute. Ciò in presenza della pandemia da Corona Virus potrebbe facilmente dar luogo al moltiplicarsi dei contagi;

  • decine di giovani e di adulti, sradicati dalla rete di relazioni costruite negli anni che hanno loro consentito di svolgere i “lavoretti” da cui trarre di che vivere, vagherebbero per la città alla ricerca di cosa inventarsi per sbarcare il lunario;

  • qualche decina di bambini/e sarebbero nella impossibilità di adempiere all’obbligo scolastico e resterebbero senza istruzione e senza la possibilità di una corretta socializzazione, con le inevitabili conseguenze.

Si aprirebbero cioè seri problemi sia sul piano della salute pubblica sia su quello dell’ordine pubblico. Ambedue ricadono nel campo, signor Prefetto, delle sue precipue competenze. Senza dire della evidente violazione dei diritti costituzionali di decine di cittadini e cittadine e della inosservanza delle disposizioni che vietano di operare sgomberi senza predisporre idonee alternative abitative.

Non è vero, infatti, che il Comune proponendo agli abitanti del Campo de La Barbuta di sottoscrivere il Patto di Responsabilità abbia offerto un’alternativa abitativa valida, poiché il Patto prevede impegni che non tutti i nuclei familiari a cui è stato proposto sono in condizioni di mantenere. Ciò alla Sindaca Raggi e all’UNAR è stato fatto tempestivamente presente con la lettera del luglio del 2020 inoltrata per posta certificata, di cui le alleghiamo copia. In tale lettera coloro che non avevano potuto firmare il Patto, oltre a spiegarne le obiettive ragioni, avanzarono anche una controproposta e si dichiararono aperti ad un confronto. Ma a quella lettera la Sindaca Raggi non ha dato alcuna risposta. E’ pure prevedibile che in sede di sgombero verrà proposto alle persone più fragili di lasciare le loro famiglie per ricoverarsi in un centro di accoglienza. Ma le pare, signor Prefetto, che sia questa un’alternativa abitativa? Non è, piuttosto, una pretestuosa scusa non conforme alla Legge?

Per tutte queste ragioni, Signor Prefetto, con il presente esposto/denuncia chiediamo a Lei, che è il rappresentante sul territorio del Governo di uno Stato di Diritto, di voler intervenire con i suoi poteri per impedire che il Comune di Roma compia l’illegalità di sgomberare gli abitanti del Campo La Barbuta.

Le chiediamo, inoltre, di voler ricevere una ristretta nostra delegazione per rappresentarle a viva voce maggiori dettagli della nostra critica situazione.

Restiamo in fiduciosa attesa e le presentiamo i nostri saluti..

Roma 27 agosto

Roma Capitale

in persona del legale rapp.tep.t. Sindaco Virginia Raggi

c. a. Ufficio Speciale Rom Sinti e Caminanti

in persona del funzionario responsabile

A mezzo PEC

protocollo.segretariato@pec.comune.roma.it

protocollo.ufficiospecialersc@pec.comune.roma.it

Oggetto: Riscontro comunicazione del 5.8.2021 – Atto di diffida a non effettuare lo sgombero forzato intimato

facciamo riferimento alla nota del 5 agosto 2021 con la quale Codesta Spett.le Amministrazione ha intimato i nostri Assistiti a liberare i moduli presenti nel villaggio attrezzato “La Barbuta” “entro il 6 settembre 2021”, per contestarne integralmente il contenuto e diffidare dall’adottare ogni atto che violi i diritti soggettivi ed inviolabili degli intimati.

In particolare, in primo luogo contestiamo la violazione della legge 241/1990, in quanto la suddetta comunicazione è del tutto carente degli elementi essenziali formali previsti ex lege per l’adozione dei provvedimenti amministrativi; essa risulta adottata, altresì, in violazione delle norme sul procedimento amministrativo nonché priva dei presupposti che la legge prescrive in relazione alle operazioni di sgombero.

Sotto distinto profilo, l’intimazione comunicata è illegittima nel merito atteso che non sussistono i requisiti di inevitabilità dello sgombero intimato, né prospettive di miglioramento del benessere dei soggetti coinvolti. Non sono state altresì formalizzate in lingua comprensibile per tutti gli interessati delle soluzioni alternative concretamente fruibili né vi è ad oggi la disponibilità di una struttura abitativa alternativa dotata di acqua, corrente elettrica, servizi igienici, accesso stradale e a servizi scolasticie che consenta di mantenere uniti i nuclei familiari. Come noto, inoltre, nel villaggio La Barbuta, sono presenti minori e soggetti disabili per i quali non è stata fornita assistenza alcuna.

Al riguardo giova evidenziare che la pratica degli sgomberi forzati è stata più volte oggetto di censura tanto in sede giudiziaria quanto da parte delle istituzioni comunitarie e sovranazionali, in quanto illegittima sotto numerosi profili. Essa comporta la violazione della CEDU, della direttiva 2000/43/CE,dell’art. E Parte V (relativo alla non discriminazione) in combinato disposto con l’art. 31.2 (sulla privazione di abitazione) della Carta Sociale Europea, dell’art. 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare e alla casa) e dell’art. 1 del protocollo N. 1 (protezione della proprietà) della Convenzione europea sui diritti umani, nonché della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia.

Tanto premesso, è appena il caso di rammentare che costituisce principio consolidato del nostro ordinamento la sussistenza della responsabilità civile diretta del funzionario che ha cura del procedimento per i danni cagionati a terzi in violazione delle norme di legge, dei diritti fondamentali costituzionali e dell’art. 6 della legge 241/1990.

Per l’effetto, si diffida Codesta Spett.le Amministrazione dal perpetrare sgombero alcuno del villaggio La Barbuta in quanto ciò costituirebbe violazione dei diritti dei soggetti coinvolti.

Resta inteso che nel caso in cui Codesta Amministrazione adotti lo sgombero forzato intimato, ci si riserva per agire in giudizio per la difesa dei diritti dei nostri Assistiti anche a tutela del risarcimento del danno subìto senza ulteriore preavviso e con aggravio di spese a Vostro carico.

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Un commento

  • Dopo cinque secoli di discriminazione e diaspore combattiamo ancora con amministrazioni capitolina che giocano al rimpallo delle responsabilità! Roma città nota per l’universalismo e l’accoglienza meriterebbe, forse, un sistema più pronto e capace di dare risposte e soluzioni concrete che non lo sgombero forzato nei confronti di chi un tetto sulla testa non lo ha mai avuto!

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