Il caso degli alpini (Rsi) e del forzitaliota Novelli

di Gian Luigi Bettoli (*)

Alpini “partigiani”, alpini fascisti e un deputato di Forza Italia.

Il caso del “Reggimento Alpini Tagliamento” e l’onorevole Roberto Novelli da Cividale del Friuli

Partiamo citando la fonte, e poi spieghiamo perché si tratti di una cosa scandalosa.

 

02 maggio 2022 (da “Il Friuli”)

Nella nottata ignoti hanno rimosso il nastro applicato alla corona di fiori dell’Associazione in onore del Reggimento Alpini Tagliamento davanti al cippo commerativo dei caduti in combattimento per la liberazione di Cividale del Friuli il 1° maggio 1945. Ogni anno in occasione della ricorrenza l’amministrazione comunale depone una corona di fiori, a cui da qualche anno si aggiunge quella dell’Associazione, poiché uno dei quattro caduti faceva parte del Reggimento. L’anno scorso la corona era stata addirittura rimossa, quest’anno è stato strappato solo il nastro, mentre sono rimasti intatti gli omaggi floreali del Comune e dell’ANPI, deposto per la prima volta nella storia proprio quest’anno. Ne dà notizia il deputato di Forza Italia e vicesindaco di Cividale del Friuli Roberto Novelli.

Di tre composizioni due sono state ignorate, mentre una è stata nuovamente oggetto di vandalismi. Guarda caso quella di un’Associazione legata alla storia del Reggimento Alpini Tagliamento, militari italiani confluiti nella primavera del 1945 nella Brigata Osoppo per liberare l’Italia dai tedeschi e impedire l’avanzata dei partigiani di Tito. Non conosciamo chi ha materialmente compiuto il gesto, ma non è difficile trovare la matrice politica. Nonostante il trascorrere del tempo e gli autorevoli inviti ad archiviare una volta per tutte le lacerazioni della seconda guerra mondiale – ricorda il deputato – c’è ancora chi, in certa sinistra, vicina o parte stessa dell’ANPI, persevera pateticamente nel creare ed alimentare polemiche insensate, dando spunto a poveri di cultura e di spirito di vandalizzare monumenti e memorie, così come successo a Cividale. Rivolgo un appello a chi ha strappato il nastro poche ore fa e a chi rimosse la corona l’anno scorso: venite allo scoperto e dite le ragioni delle vostre epiche gesta di resistenza al fascismo. Per dirla con un nostro illustre corregionale, Pierpaolo Pasolini – che perse il fratello, partigiano della Osoppo, per mano dei partigiani comunisti – c’è un fascismo degli antifascisti, fuori tempo e fuori dalla ragione. Un atteggiamento che, guarda caso, fa il paio con un coerente approccio dell’ANPI anche sulle questioni di attualità: quel che conta non è l’ideale di libertà, ma l’affermarsi di una visione del mondo di impronta comunista”, conclude Novelli.

 

Prescindiamo subito dall’episodio, miserabile in sè, degli anonimi danneggiamenti notturni; sempre a dar fede al deputato forzitaliota; che è indubitabilmente nostalgico, come testimonia questo articolo di tre anni fa: https://www.ilgiornalediudine.com/cronaca/il-deputato-novelli-rende-omaggio-al-rgt-alpini-tagliamento-reparto-della-repubblica-sociale-italiana/:

Fonte: https://www.ilgiornalediudine.com/cronaca/il-deputato-novelli-rende-omaggio-al-rgt-alpini-tagliamento-reparto-della-repubblica-sociale-italiana/ – 3 febbraio 2019

 

Certe cose si debbono fare a viso aperto, rivendicandole: se mi fossi trovato di fronte a una corona intitolata al citato reparto, a maggior ragione il 25 aprile, l’avrei sbattuta in strada senza se e senza ma. Mi stupisco, semmai, che la cosa possa essere passata sotto silenzio finora, fino alla ennesima presa di posizione del parlamentare, indubbiamente chiara sui suoi riferimenti storico-politici.

Cosa sia stato il “Reggimento Alpini Tagliamento”, per una volta, lo chiarisce bene l’incipit della pagina di wikipedia loro dedicata:

Il Reggimento alpini “Tagliamento” fu un reparto autonomo aderente alla Repubblica Sociale Italiana ma sottoposto alla diretta amministrazione militare tedesca e quindi di fatto sottratto al controllo della RSI, costituito il 17 settembre 1943 dal colonnello Ermacora Zuliani (provincia di Udine) e da Piero Pisenti, ministro della giustizia della Repubblica di Salò.

Ad abundantiam, rinviamo sia alla pagina wikipedia relativa al colonnello Zuliani, che a un altro sito sugli “alpini di Salò”.

Quindi: fascisti, a mezzadria tra la repubblica satellite di Salò ed i nazisti, visto che le province nordorientali d’Italia dal 1943 erano state annesse al Terzo Reich. Ed in quanto tali furono impegnati nella lotta contro i partigiani jugoslavi fino alla fine della guerra… salvo il passaggio all’ Osoppo il 29 aprile 1945 (per la cronaca: l’insurrezione nazionale era stata proclamata il 25 antecedente…)

Pardon, nella vulgata nostalgica nazionalpopolare (e non ci riferiamo a quello che si può dir di loro: fascisti fino all’ultimo, salvo il salto della quaglia provvidenziale dell’ultima ora nel futuro regime democristiano-atlantico) i partigiani erano e rimangono “titini”, ad onta del fatto che l’Armata Popolare di Liberazione della Jugoslavia, e i suoi connessi reparti sloveni dell’Osvobodilna Fronta – che combattevano contro il fascismo dal 1941 – fossero uno dei maggiori eserciti delle Nazioni Unite (gli “Alleati”), mentre la maggioranza degli italiani avevano atteso la fine del 1943 per “tradire” i genocidi nazisti, e manco tutti lo fecero.

Non solo contro i partigiani sloveni, comunque, come ricorda, su questo sito, Renzo Della Valentina, nel suo articolo in cui ricorda la partecipazione di questi sedicenti “alpini” fascisti al massacro dei partigiani friulani dell’11 febbraio 1945 ad Udine.

A questo punto, appare evidente l’operazione ideologica: gli alpini sono sempre alpini (santi ed angelicati, anche quando invadevano e violentavano popolazioni straniere), gli slavi sono sempre selvaggi s/ciavi (“schiavi”, per i non venetofoni), e l’ideologia del potere confonde – nella notte tutti i gatti sono bigi – fascismo, politici clericali della “prima” repubblica e berlusconismo e simili della “seconda” (i “buoni”) ed i loro trinariciuti oppositori: socialcomunisti ieri ed Anpi odierno (i cattivi, obviously). Nel frattempo, il voto unanime del Parlamento per l’istituzione della “Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli alpini” permette di congelare pro futuro la (deludente) situazione odierna, e trasformare ogni parlamentare locale in novello storiografo di regime.

Ma forse l’on. Novelli non si rende conto di quale svarione autolesionistico stia compiendo. Se pensiamo all’accordo dell’ultima ora tra i fascisti del Reggimento Alpini Tagliamento e la Osoppo; se ricordiamo che il comandante osovano Aldo Specogna fu poi un comandante dell’organizzaione “O” e di “Gladio”… si finisce per avere il dubbio che il comandante garibaldino “Giacca”, al Porzus, non avesse poi tutti i torti, nel paventare un accordo per rovesciare il fronte resistenziale.

Insomma, on. Novelli: se lei continua ad insistere, riuscirà a trasformare il più tragico errore politico compiuto da un reparto partigiano garibaldino, in una lungimirante previsione di cosa sarebbe stata l’Italia del resto del Novecento. Io, fossi in lei, lascerei perdere.

Gian Luigi Bettoli

(*) da http://www.storiastoriepn.it

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