Il regalo di natale di Gentiloni & C.

Quando l’ex-sinistra diventa destra è la peggiore destra che vince

di Turi Palidda

Per questo Natale i signori cattolici ferventi del PD come la stragrande maggioranza del parlamento italiano hanno pensato bene di offrire un regalo multiplo al popolo italiano ovviamente in vista delle prossime elezioni che tutti loro sperano si giochino su chi è più razzista, militarista, sicuritario-pro-sbirri e in generale neo-liberista nel campo delle politiche economiche e sociali:

1)     Gentiloni ha promesso l’impegno – che sarà votato dal Parlamento – di inviare una nuova missione militare in Niger in nome della guerra ai trafficanti di migranti, cioè in nome del proibizionismo razzista europeo; nel frattempo l’ineffabile Minniti gioca a recitare l’umanitario facendosi fotografare con in braccio un bimbo di neo-rifugiati e promettendo che farà arrivare in aereo un migliaio di profughi;

2)     Lo ius soli non sarà votato né in questa legislatura né molto probabilmente neanche alla prossima, vista la concorrenza crescente fra tutti i partiti per mostrare chi è più razzista;

3)     Come promesso già mesi addietro da Gabrielli, da Minniti e da altri, i funzionari e altri operatori delle polizie condannati e/o inquisiti per le violenze al G8 di Genova – e anche dopo in molteplici occasioni – non saranno espulsi dai ranghi di tali “integerrime” forze baciate dal diritto all’impunità e quindi dal diritto a commettere reati, comprese torture visto che la legge votata dal Parlamento permette di coprire queste pratiche (come ha stigmatizzato persino l’ONU).

 

Tutto ciò fa parte dell’epilogo a cui è approdato il processo portato avanti con zelo dal PD sin dai tempi di Violante e del D’Alema capo del governo, sino a Renzi e ora Gentiloni; un partito che ha infine conquistato il ruolo di principale referente della lobby militar-poliziesca italiana e del neo-liberismo conducendo l’Italia a Paese che annaspa per stare con le prime due potenze europee e per questo offre i servigi auspicati da Merkel e Macron. Una performance degna della “migliore” tradizione italica di mentecatti della politica che ovviamente provano a non farsi mancare nulla del neoliberismo che aumenta la povertà, aumenta l’emigrazione dei giovani, taglia fondi alla sanità pubblica, alle scuole, alle università e alla ricerca e anche alla cooperazione in Africa, per darli a banche, alle lobby dei principali settori più influenti nel Parlamento, alla lobby militaropoliziesca [1] e non fa nulla per risanare le situazioni a rischio di disastri sanitari, ambientali ed economici [2] e, dulcis in fundo, di fatto favorisce il rigurgito del neofascismo, del razzismo. Ricordiamoci che lungi dal trattarsi di una questione di nostalgia, il fascismo di oggi si combina con un razzismo che è “popolare” perché esalta la “difesa degli italiani” (e degli europei) contro gli immigrati “usurpatori” del nostro benessere e della nostra democrazia: una “perfetta” legittimazione della inferiorizzazione e schiavizzazione dell’immigrato o rifugiato che sia, che quindi non deve avere alcun diritto o lontana uguaglianza con il “cittadino” italiano il quale merita la tutela della sua superiorità. Va da sé che l’impegno guerriero di Gentiloni si inscrive bene in questa prospettiva e si è visto quanto Minniti sia apprezzato dai seguaci della destra. Come visto già in passato, quando l’ex-sinistra diventa destra è la peggiore destra che vince proprio perché la grande maggioranza dei politici e dei media accredita i discorsi della destra.

Se dobbiamo prepararci a un’Italia che diventa come l’Austria, l’Ungheria e la Polonia in un’Europa sempre più reazionaria e razzista, sarà meglio cominciare a pensare molto più seriamente a come praticare antifascismo e antirazzismo militanti.

25/12/2017

[1] Cfr http://milex.org/, http://milex.org/2017/09/09/video-le-spese-militari-italiane-spiegate-in-4-minuti/; Dinucci («il manifesto», 31 ottobre 2017), la spesa militare italiana cresce sempre più a causa anche della costruzione di un “pentagono” d’Italia vicino Roma, delle trenta missioni militari all’estero (attualmente in 20 Paesi) e di nuovi armamenti; le missioni all’estero sono finanziate con un fondo del ministero dell’Economia e delle finanze. Vedi anche Manlio Dinucci, «A Ghedi 30 caccia F-35 con 60 bombe nucleari», su «il manifesto» del 28 novembre 2017; e poi Dinucci «Guerra nucleare il giorno prima. Da Hiroshima a oggi: chi e come ci porta alla catastrofe» (Zambon, 2017).

[2] Cfr «Resistenze ai disastri sanitari, ambientali ed economici in Mediterraneo», AgenziaX, 2018 (in stampa)

LA VIGNETTA – di MAURO BIANI – è stata scelta dalla redazione della “bottega”.

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