Il teatrino degli inesistenti

di Bozidar Stanisic

La vita è piena di miracoli. Sono a casa mia ma mi vedo seduto in un teatro,

pare sia molto antico. Una voce, recita in modo allegro: «La frase recentemente ripetuta dal presidente del governo sull’attuale impossibilità dell’estensione dei famosi 80 euro a quelli delle partite Iva e ai pensionati non è altro che un forte segnale soprattutto ai disoccupati senza reddito nessuno e ai giovani in primis. La lettura di questo segnale è chiarissima: io e il mio governo ci occupiamo di chi qualcosa già c’è l’ha, chi ci dà i voti, e non di voialtri né di chi ha oltrepassato 50 anni di vita ed è rimasto senza prospettiva lavorativa».

Silenzio.

Una voce, conosciuta a tutti i cittadini del paese:

«Voi, giovani, potete proseguire con la preparazione delle valigie».

Silenzio.

Poi si sentono i numerosi clic della chiusura delle valigie.

Silenzio.

Ma a ben ascoltare si odono voci da dietro le quinte:

– «E noi, presidente, noi non giovani?».

Voi, non giovani? Da dove vi fate vivi? Non vi vedo!

– «Ci siamo, ci siamo».

Non vi vedo!

– «Siamo nella nebbia…».

Hm, io non vedo nessuna nebbia… Vedo il sole, il Tevere e sento l’aria fresca…

– «Beato lei, presidente…».

Grazie… Ma davvero ci siete?

– «Ci siamo, presidente, ancora ci siamo però non sappiamo come andare avanti…».

Avanti? E’ un concetto che non appartiene a tutti perché non tutti sanno che cosa significa…

– «Va bene… Accettiamo di stare immobili ma vivi, almeno in qualche modo…».

Ah, come son bravo! Finalmente ho capito: voi, volete arrangiarvi come vi pare!

– «Certamente… Ma abbiamo provato tutto, presidente».

Tutto? E la vendemmia?

– «Sì presidente, ma non dura tutto l’anno».

E’ vero? Controllerò dal mio ministro se è vero, però se per puro caso risulta che non sia un lavoro durevole, voi non potete restare senza idee…

– «Idee? Quali idee, presidente?».

Come “quali idee”? Eccone una…

– «Siamo tutt’orecchie!».

A esempio, carissimi… (segue una lunga pausa)

– «Presidente? Ci sei?».

Come no! Io ci son sempre e ci sarò per sempre… (pausa) Chi piange?

– «Noi stiamo piangendo ma non importa. Se ci dai qualche idea…».

Certo… Pulire i giardini pubblici, a esempio.

«Quest’idea non è nuova, ma i giardini pubblici non sono numerosi…».

Non sono numerosi? E pulire le spiagge? E i boschi?

«Le spiagge? Ma noi non abbiamo più soldi per arrivare alle spiagge né ai boschi».

Hm, pensavo che fosse più semplice, tutto ciò… Però, qualche risorsa dovete trovarla…

– «Quale, presidente?».

Per esempio… Mica i vostri genitori sono tutti morti?

– «Beh, presidente, qualcuno li ha ancora, qualcuno no… Beati coloro che li hanno, perché i vecchi hanno una pensione…».

Ecco, dicevo: è una risorsa…

– «Ma noi vogliamo lavorare, vivere con dignità…».

Questo dialogo si ferma, poi ricomincia a tratti; a volte si spegne ogni voce, a volte si sentono rumori strani e alcune bestemmie.

Silenzio.

La musica di una marcia.

Una voce, allegramente:

«Chi non sa marciare con i tempi,

chi non sa marciare con i tempi…

(Pausa)

Dio, ho dimenticato la fine della filastrocca».

Silenzio.

Un attore vestito in bianco, con la maschera allegra sul volto:

«La vita è stata da sempre tale: qualcuno vive e governa, qualcuno lavora, qualcuno non lavora e sopporta tutto e, se non ci riesce…? (Pausa) Dio, pure io ho dimenticato la fine della strofa… Però, tutto ciò bisogna vederlo in una prospettiva ottimistica…».

Si sente un coro (solo il diavolo sa da dove arrivi) che canticchia:

«Certamente, nulla è nero…

Noi vogliam credere che è vero:

il Comune ha qualche fondicino

per dire addio a un caro nostro vicino,

un addio senza grosse pompe

diciamo anche per chi rompe

andandosene via da questo mare

ottimista, che vi pare?».

Correndo per la scena, un ragazzo in divisa a tutti conosciuta, salta di gioia:

«Certamente! I Comuni sono buoni. Parola di boy scout! Grazie mille, anche se questa pista teatrale sembra troppo socialista».

Silenzio.

Un uomo con il volto troppo serio recita con la candela in mano, anche se è chiaro che siamo a mezzogiorno: «Però, però… Tutta la colpa non è di questo giovanotto prosperoso, probabilmente bis-bisnipote di Guicciardini che conosceva bene sia la sete del potere degli influenti, che l’egoismo dei sudditi. Anzi, credo che prevalga la colpa di chi tranquillamente (e sono in 10 milioni) con la perfetta indifferenza degli egoisti riceve quei 80 euro non chiedendosi se davvero servivano a coloro che già hanno un lavoro. E il loro prossimo, che ha perso lavoro perso o non lo trova più e così perde la propria dignità?».

Una voce sinora non sentita:

«Fermo! Se vai avanti, mi pare che questo povero teatrino di fatti e qualche attributo potrebbe trasformarsi in letteratura. Ti permetto di aggiungere solo: Buon Natale al governo e a quei 10 milioni degli 80 euro in più…».

Quell’uomo del volto troppo serio:

«Buon Natale? No, meglio: Buona Pasqua! Con il ricordo che Giuda ha tradito per 30 non per 80 zecchini».

Guicciardini, Giuda,

Redazione
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