La polizia, i buoni e i cattivi

di Francesco Masala – Appunti sui primi due capitoli del manuale delle regole d’ingaggio delle Forze dell’Ordine

Capitolo 1

Manifestanti cattivi

 

Gli universitari? Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. Le forze dell’ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli a sangue e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano. Non quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì».
Francesco Cossiga ex presidente della Repubblica

da qui

 

 

QUI  si può vedere Diaz – Non pulire questo sangue, di Daniele Vicari

 

 

Manifestanti buoni

 

 

 

Capitolo 2

Occupazioni cattive

 

Sgomberata la casa cantoniera di Claviere – Nicoletta Dosio

«Loro, quelli che chiamano genericamente migranti, ma che sono persone con sogni e ferite, arrivano a piedi, lungo la strada che sale da Oulx, singoli e famiglie intere, mal equipaggiati rispetto al clima già rigido».

Sgomberata la casa cantoniera di Claviere

Ieri mattina all’alba (6 ottobre) è stata sgomberata la casa cantoniera di Claviere, occupata domenica scorsa: un’occupazione durata giusto il tempo della “tregua elettorale”.

Pochi giorni di vita per questo presidio solidale, sulla frontiera tra Italia e Francia, punto essenziale di accoglienza e assistenza per i tanti in fuga dalla guerra e dalla fame, lungo sentieri che dovrebbero essere di speranza, ma che sono invece di fatiche indescrivibili, pericoli, disperazione e, per tanti, morte.

Sabato c’ero. Giorno di festa. L’edificio abbandonato da tempo riprendeva a vivere. Sul piazzale antistante, la polenta borbottava nei grandi paioli. Intorno le telecamere inquisitorie e digos. Poco lontano lo schieramento degli agenti in assetto antissommossa: la “giustizia del potere”, che è ingiustizia della vita.

Loro, quelli che chiamano genericamente migranti, ma che sono persone con sogni e ferite, arrivano a piedi, lungo la strada che sale da Oulx, singoli e famiglie intere, mal equipaggiati rispetto al clima già rigido. Una famiglia con otto bambini. Una bambinetta con un grande grappolo d’uva. Una breve sosta per bere qualcosa di caldo, ricevere qualche indicazione, poi via, mentre il giorno è ancora giovane e il sole è tornato a brillare tra le nubi squarciate dal vento.

Per loro comincia il momento più rischioso, tra le pinete di confine pattugliate dai gendarmi di frontiera. Ma non c’è ancora neve e il bosco è amico, pieno di colori….

E poi l’ennesimo sgombero, la vendetta fulminea degli dei invidiosi e vendicativi. La casa che aveva ripreso vita è nuovamente sbarrata. Muta. Gli occupanti denunciati. Le frontiere più ferree.

Claviere tace indifferente, tra il suo campo da golf deserto, gli alberghi disabitati e gli skilift come scheletri immobili.

Fino a quando sopporteremo questa giustizia con l’elmetto, questo mondo di sepolcri imbiancati?

da qui

(durata occupazione casa cantoniera di Claviere: una settimana)

 

Occupazioni buone

 

…Il palazzo di via Napoleone III, nel quartiere Esquilino, fu occupato il giorno di Santo Stefano del 2003. Il sito di Casapound ricorda così l’evento: «Lo stereotipo reazionario che vuole l’occupazione di edifici disabitati come pratica esclusiva della sinistra è pugnalato a morte». Il palazzo ha sei piani e ospita 20 appartamenti. È di proprietà dell’Agenzia del Demanio ed era utilizzato negli anni Sessanta dal ministero della Pubblica Istruzione. Per molti anni è poi rimasto disabitato. Subito dopo l’occupazione da parte del gruppo neofascista, l’agenzia del Demanio presentò una denuncia: poi più nulla. Nel 2016 vennero tagliate acqua e luce, poi misteriosamente riallacciate…

da qui

(durata occupazione del palazzo di via Napoleone III: diciotto anni, finora)

 

 

 

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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