La Transu-Manza della pace

progetto di Roberta Biagiarelli e Gianni Rigoni Stern con la presentazione di Ermanno Olmi.

Un road movie montanaro italo-bosniaco
di Roberta Biagiarelli
protagonisti: Gianni Rigoni Stern, la comunità degli allevatori rendenari, la comunità dei contadini-allevatori di Suceska (Bosnia Erzegovina) e le 48 manze e manzette di razza rendena.
Roberta Biagiarelli ci mostra con sguardo onesto, senza compiacersi del fare cinema, una piccola storia di transumanza che la poesia del suo narrare trasforma in epopea. E’ la scoperta che le genti semplici si riconoscono nella solidarietà e che tutti abbiamo bisogno gli uni degli altri. Ed è così che Gianni Rigoni Stern, attraverso il suo esempio, ci testimonia che la pace è un bene di cui tutti possiamo renderci testimoni.
Scrive (da Asiago) Roberta Biagiarelli.
Il mio fare teatro negli ultimi dieci anni si è fuso un giorno dopo l’altro con le tematiche affrontate nei miei spettacoli, la rappresentazione scenica è diventata la punta di un iceberg di tutto un mondo sotterraneo e articolato che muovo e che a sua volta agisce in modo indipendente (dal volontariato, alle azioni e creazioni di reti di solidarietà, alla condivisione dei contatti, alla partecipazione attiva, al lavoro con e sulla società civile). Una buona pratica che è divenuta per me riverbero e linfa vitale dello spettacolo tout court e così sono nati i documentari di genere storico-sociale, l’impegno in progetti di cooperazione e molto altro.
In questo momento storico voglio fare cose necessarie, concrete, più di prima se possibile e questo posso farlo solo con compagni di viaggio che condividono la mia stessa necessità e che con il teatro a volte non c’entrano nulla.
Così è nata l’idea della «Transu-Manza della pace», con la complicità, l’esperienza sul campo e la caparbia volontà di Gianni Rigoni Stern.

Sinossi del documentario «La Transu-Manza della pace»
Un documentario che ha per protagonisti i paesaggi e i pascoli del Trentino e di Suceska nella municipalità di Srebrenica in Bosnia-Erzegovina, le persone e gli animali che li popolano. Facendo tesoro dell’esperienza maturata negli anni nell’area di Srebrenica, Roberta Biagiarelli ha realizzato un “road movie” per raccontare il trasferimento e la consegna di quarantotto manze dalla Val Rendena (Trento) alle famiglie di Suceska-Srebrenica (Bosnia-Orientale) e gli sviluppi sul territorio.
Un’azione di solidarietà esemplare e incisiva che prende avvio dalla professionalità e l’esperienza sul campo di Gianni Rigoni Stern per porre rimedio in modo concreto ai danni lasciati sul campo dalla guerra e per ripristinare le condizioni di una ripresa per una prospettiva del futuro agricolo di quelle comunità bosniache ancora oggi in grande difficoltà a quindici anni dalla fine della guerra. Il prezioso trasferimento di sapienza legata ai ritmi della terra da un altopiano italiano, quello di Asiago verso un altopiano bosniaco.
Un “road movie” come caso esemplare di solidarietà diretta ed efficace, per una ri-generazione di valori, di scambi e relazioni positive fra compaesani che vivono in differenti geografie.

Il Progetto «La Transu-Manza della pace»
Il titolo del documentario di Roberta Biagiarelli ha dato il titolo a tutta la ben più ampia ed estesa azione di solidarietà. Da più di quindici anni Roberta Biagiarelli  orbita attorno a Srebrenica () umanamente e professionalmente: in questi anni ha incontrato decine, centinaia di persone che si propongono spesso come volontari «per fare qualcosa lì, a Srebrenica… dove vai sempre», ma tre anni fa sull’altopiano di Asiago in provincia di Vicenza, ha conosciuto un volontario speciale, un montanaro di razza: Gianbattista Rigoni Stern, detto Gianni. Gli ha raccontato della “sua” Srebrenica e dei dintorni e ha intuito che insieme potevano ideare e progettare qualcosa di utile e originale insieme. Rigoni Stern ha messo piede per la prima volta in quei luoghi nell’estate 2009, e, come succede a molti, non se ne è più andato. Per lui è stato come trovare un posto simile a casa sua, in un altro luogo, in un’altra epoca; è stato come scoprire un altro altopiano di Asiago, come doveva essere alla fine della Prima Guerra Mondiale e si è ammalato di “bosnite”.
Rigoni Stern ha messo immediatamente a disposizione la sua competenza e tenacia da montanaro, acquisita in trent’anni di lavoro come funzionario presso la Comunità Montana dell’altopiano dei Sette Comuni di Asiago, con l’obiettivo di trasferire esperienze e conoscenze. La consegna del bestiame è stata la prima tappa di un processo ancora in corso: molto tempo in cui Rigoni Stern ha fatto vari sopralluoghi, accumulato dati, stilato un utile censimento dell’area; nella primavera 2010 ha iniziato a tenere lezioni per poter trasmettere alla popolazione, l’esperienza e le tecniche-base per poter coltivare e allevare, per colmare quel vuoto di conoscenza lasciato da un’intera generazione che è stata spazzata via dalla guerra. C’è stata molta partecipazione: 50 iscritti, uomini e donne che accorrevano dalle contrade più disperse, donne che facevano anche un’ora di strada a piedi per partecipare alle lezioni, anche perché la condizione posta da Rigoni era che «solo chi avesse frequentato il corso per intero avrebbe avuto diritto a ricevere in dono una vacca».
E così è stato. Sono state scelte le vacche di razza Rendena perché sono animali molto idonei alla zona e al clima di Suceska; mucche rustiche adatte sia per la produzione di latte che di carne. Il 1° dicembre 2010 nevicava. Si è andati in Val Rendena, a Caderzone, a ritirare gli animali dagli allevatori trentini: 48 manze e manzette, di età compresa fra i 12 e i 24 mesi, alcune già gravide, altre da ingravidare. Alcuni allevatori, soprattutto quelli con le stalle più piccole, nel consegnarci gli animali, avevano quasi le lacrime agli occhi. … e poi è iniziato il nostro ennesimo viaggio, verso la Bosnia Erzegovina.
Dopo una sosta degli animali di venti giorni in una stalla per il periodo di quarantena sul confine croato-bosniaco per i dovuti accertamenti, fra il 22 e il 23 dicembre 2010 le mucche sono state consegnate alle famiglie di Suceska. L’assegnazione è avvenuta per sorteggio fra gli allevatori-contadini che avevano partecipato alle lezioni di Gianni Rigoni Stern.
Nel Natale 2011 sono state donate altre 32 manze.
A gennaio 2013 consegneremo alle famiglie bosniache altre 28 manze.
Ora procedono i piani per la fecondazione assistita; sulla base del censimento fatto a luglio 2012 sono 45 i nuovi nati: 35 vitellini e 10 femmine ma altri ne nasceranno…
Parallelamente Roberta Biagiarelli ha voluto rendere concretamente utile il suo documentario organizzando proiezioni pubbliche dell’opera e testimoniandone l’esperienza per poter acquistare 2 trattori e contribuire, parzialmente, alla meccanizzazione della zona.
Una generosa solidarietà dal basso – oltre ai passaggi radiofonici su RadioPopolare e «Caterpillar» di Radio2Rai e ai diversi articoli usciti su testate di giornali nazionali (vedi link a fondo pagina) – ci ha permesso di raggiungere una sostanziosa cifra (vedi elenco dei donatori) con la quale abbiamo acquistato 2 trattori Ladini usati e altri attrezzi agricoli.
Gianni Rigoni continua ancora oggi a dedicare tempo, energie e generosità a popolazioni geograficamente vicine a noi che hanno vissuto, in un passato molto recente, le atrocità della guerra e l’efferatezza del genocidio. Perché i processi di democratizzazione e rieducazione sono lunghi, ma necessari.
Roberta Biagiarelli e Gianni Rigoni Stern continuano a portare la loro testimonianza su come è nata l’idea della loro esperienza di solidarietà, quali sono state le difficoltà, gli ostacoli incontrati e i risultati raggiunti, oltre agli sviluppi futuri.
E per continuare la favola: «Attrezzi agricoli e fieno per l’inverno per la Bosnia».

Le proiezioni del documentario che abbiamo realizzato finora hanno avuto come obiettivo la raccolta di fondi destinati all’acquisto di 2 trattori Landini usati a doppia trazione che abbiamo consegnato a Hazim Durakovic’ e Mujo Tursunovic’
il 16 febbraio 2012 (vedi il trailer) e l’acquisto di altri attrezzi agricoli (1 aratro, 2 voltafieno-ranghinatore erpici, 1 erpice e 2 botti per il diserbo del mais) donati il 28 giugno 2012.
E abbiamo intenzione di acquistare altri attrezzi agricoli con il vostro contributo.
L’acquisto degli animali e il loro trasporto è sostenuto e finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento.
Il documentario «La transu-manza della pace» è stato realizzato grazie al contributo dell’assessorato alla Solidarietà Internazionale e alla Convivenza della Provincia Autonoma di Trento.
Il lavoro di Gianni Rigoni Stern e di Roberta Biagiarelli è volontariato.
Potete versare il vostro contributo a:
Banca Suasa – Credito Cooperativo
filiale di Mondolfo (PU)
c/c intestato a BABELIA & C.
Codice IBAN: IT 19 S 08839 68390 000030131979

Un progetto che ha il respiro e i sapori di una fiaba, che lega valori ancestrali e si contrappone alla barbarie e all’immiserimento. Una favola fatta di montagne, vacche, volontà, genti e cuori pulsanti…
Un’esperienza che contiene in sè molte storie.
1992- 2012: ventennale dell’inizio dell’assedio di Srebrenica .
L’ingresso dei nostri trattori in quei territori al posto dei carri armati di venti anni fa, sono la nostra rivincita sulla violenza più efferata che distrusse persone, affetti e luoghi.
I trattori donati hanno ripreso ad arare, seminare e rendere di nuovo fertili quelle terre.
Questo è il mio sforzo creativo per raccontare e far risuonare la testimonianza di un’azione che va in controtendenza, che va incontro alla costruzione di un “nuovo umanesimo”.
Per questo stiamo lavorando. (Roberta Biagiarelli)

RASSEGNA STAMPA
«Le mucche della Val Rendena, a Srebrenica», Osservatorio Balcani e Caucaso

«Rigoni Stern: Il mio altopiano ritrovato sui luoghi del massacro», su “Corriere del Veneto”

«Il gigante buono» dal blog “A Nord Est di che…” su “Corriere del Veneto”

«Le mucche della pace dal Trentino a Srebrenica» su “La repubblica”

Il mensile di Emergency

G. Rigoni Stern: «Così ho aiutato le tante vedove del boia Mladic’», su “Il Giornale di Vicenza”
«Mucche di pace a Srebrenica» su “L’Unità”

«Il figlio di Rigoni Stern che fa rivivere i pascoli» su “Il Corriere della Sera”

«Rigoni Stern: la “mia” Bosnia» su “Famiglia Cristiana”

«Docufilm: una mandria per Srebrenica» su “Avvenire” il 16 settembre 2012

Redazione
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