Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori; e le pietre

di Mauro Antonio Miglieruolo

Siamo tutti prigionieri politici; e siamo tutti evasi dalle prigioni dello spirito. L’uomo è profeta, creatore di storie, inventore di destini.

1 – Dove si leggono le emozioni? E dove le storie?

Emozioni e storie sono dappertutto. Disseminate nell’asfalto bollente di agosto; nei prati di primavera; nei fiori sui balconi; nei bidoni dell’immondizia; sui volti delle persone amate.

Il mondo è fatto di storie, imbastito di emozioni, insite in quelle storie. Il mondo è stato ideato costruendo una rete fittissima di storie, per dar modo ai poeti, cioè a ognuno, di individuarle e raccontarle.

Basta guardare per apprenderle. Vagano allo stato gassoso nell’aria; in quello liquido negli oceani; in quello roccioso sulle Dolomiti. Ma soprattutto sono inscritti nei visi delle donne, migliaia e milioni e miliardi di donne.

Per questo capita che fra gli uomini nascano poeti e fra le donne meno. Perché agli uomini è dato, unico loro dono, individuare il bandolo che conduce alla storia e poi cantarla. Tutta la bellezza del mondo, di cui la Donna è il modello primo, può essere in questo canto. Gli uomini guardando il mondo, vedono la donna.

Le donne, discrete, si mettono da parte, lasciano fare, in questo bel gioco di fanciulli nel quale alcuni spendono tanto. Saprebbero fare altrettanto e a volte lo dimostrano praticamente, diventando artiste, poetesse, musicisti; ma offrono a noi la nostra occasione, liberi di occupare tutto il proscenio: ci lasciano fare.

A che altro potremmo servire se non a servirle perpetuandone la gloria?

2 – Dove si leggono le storie? Dove le emozioni?

Sono nel tuo sentimento, amico. Sono nelle pietre, nella casa che abiti, nelle relazioni che intrecci e che sempre gli uomini intrecceranno.

Sono nell’uomo chino sulla terra, per verificare i progressi nel raccolto; sono del fabbro che batte sull’incudine, per domare il ferro; sono in colui che usa martelli di parole per nasconderne il vero senso. Sono in chi si fa nemico della poesia e in chi l’asseconda. Sono in tutti; a disposizione di chiunque con animo puro chieda che vengano a lui, affinché le possa cantare.

Sono in te, abitante del Pianeta Terra. Tu ne trabocchi e non lo sai. Sono lì da millenni in attesa che le scopra, che t’accorga della gloria che è del mondo, nel mondo.

In questa lucente valle di lacrime che nessuno vuol lasciare, perché si piange troppo bene.

3 – Ma non esistono storie, non emozioni…

Esistono Uomini. Esistono persone. Il dolore e la gioia delle persone. L’allegria, l’amore e il pianto.

Esisti tu, amico, che ti ostini a vivere lontano dalla poesia, lontano da te stesso. Alieno a te stesso.

Lontano dalla tua umanità, che ti aspetta al varco di ogni incidente dell’esistenza. A te, cui batte il cuore, che rifiuta d’ascoltare. Finché la vita alzerà la voce, o sussurrerà qualcuna delle sue tremende verità. Qualcuna delle sue storie. Nelle quali ti si descrive come tu ti vedi e perciò stesso sei. Anche se sei ben più e ben altro.

Allora piangerai, riderai, ti riempirai di illusioni, oppure apprenderai qualcosa. Oppure scoprirai d’essere cantore. Scoprirai che esiste tutto un mondo costruito appositamente affinché che tu intoni il tuo canto.

L’ultimo atto d’un uomo sia canto d’amore.

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

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