«Leucosya» e i confini dei mondi

db alle prese con 12 fanta-racconti scelti da RILL fra Italia e 4 Paesi anglofoni

«Tutte le storie del mondo in fondo sono contenute nelle 26 lettere dell’alfabeto» ci ricorda Nicola Catellani. E poche pagine dopo incalza Antonella Mecenero: «Non sono le armi ma i libri le cose più pericolose in cui possiamo imbatterci. Le narrazioni più che i trattati. Sono le cose che ci vengono raccontate che definiscono i confini del nostro mondo». Trovate queste due citazioni nella terza parte del volume «Leucosya e altri racconti dal Trofeo RILL e dintorni» – 176 pagine per 10 euri – edito da Quality Games e da RILL cioè Riflessi di Luce Lunare (www.rill.it).

Nella prima parte di «Leucosya» compaiono i 4 racconti premiati dall’edizione 2019 del Trofeo Rill che quest’anno ha ricevuto 345 storie fantastiche (fantasy, horror, fantascienza o semplicemente oltre il reale). Nella seconda parte il RILL World Tour, un piccolo giro del mondo con 4 racconti vincitori nei concorsi letterari per storie fantastiche in Australia, Inghilterra, Irlanda e Sudafrica. Nella terza parte i 4 racconti premiati di SFIDA, il concorso che RILL riserva ogni anno ad autori-autrici premiati negli anni precedenti: si tratta di costruire un racconto intorno a qualche vincolo (di solito esile: quest’anno era il quarantennale del romanzo «La storia infinita» di Michael Ende).

Il racconto vincitore del 2019 è «Leucosya» della romana Laura Silvestri: davvero bello. Se lo spunto di partenza è vecchio (in fantascienza) l’autrice lo articola in modo originale e… tenero il giusto: non faccio spoiler ma occhio alle date. Tenerissimo anche il secondo classificato ovvero «Spiriti d’estate» del modenese Fabio Galli che ci trascina in un’epoca lontana quando «il mondo degli specchi e il mondo degli umani non erano, come adesso, separati fra loro». Pena di morte e identità sono al centro del bel racconto «Non io» di Alessandro Izzi, terzo classificato. Fossi stato in giuria io avrei dato il primo posto al racconto quarto classificato ovvero «Voi che siete me» della brianzola Michela Lazzarona: era all’esordio assoluto e io spero di rileggerla presto. Se volete occhieggiare gli altri 6 racconti finalisti potete andare sull’e-book «Aspettando Mondi Incantati 2019»: troverete un’altra storia di Laura Silvestri ma anche Riana Rocchetta, una vecchia conoscenza della “bottega”.

La seconda parte dell’antologia, con gli ospiti stranieri, quest’anno non mi ha entusiasmato: «La Zona Nulla» del sudafricano Jaco Van Hemert è una riscrittura (o poco più) di «Moby Dick»; «Tenerseli vicini» dell’australiana Renée De Visser è un horror scontato; fiacco ma almeno con un buon finale «Paradiso Spa» dell’irlandese Tony Dietz; il mio “bah” – ma anche boh – per «Limiti» dell’inglese David Maskill.

Fra il buono e l’ottimo invece i racconti della «SFIDA». Ovvero: «La pescatrice di perle», ancora di Laura Silvestri che conferma di muoversi a suo agio fra tenerezza e fantastico; «Il Vecchio Blaterone» di Nicola Catellani; «Per sempre l’esilio» della novarese Antonella Mecenero è splendido, secondo me merita una rielaborazione in romanzo (o in un più lungo racconto); lo stesso discorso vale per «I guardiani di Gaia» della trentina Giorgia Cappelletti dove ha messo lo zampino – cioè ha contribuito all’idea iniziale – ancora Laura Silvestri, veramente onnipresente in quest’antologia.

Da oltre un decennio ricevo ogni anno l’antologia di RILL e dal 2011 anche un volume della collana “Memorie del futuro” che quest’anno raccoglieva gli eccellenti racconti di Andrea Viscusi (ne ho scritto qui: «L’esatta percezione» e…). Per me è l’occasione di confermare il buon bilancio sullo stato del “fantastico” italiano e di ripetere il mio plauso a chi coltiva l’arte del bel racconto breve nel nooooooioso tempo degli obbligatoriamente lunghi romanzoni-pipponi.

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

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